Ho usato l'esempio del pugilato perche' era il tuo, se vuoi parliamo di thai, che c'ha pure il clinch eppure...
eppure?
Uno puo' raccontarsi le frottole che vuole,ma i kata se non sono la causa di un certo modo di pensare ne sono sicuramente un sintomo.
che modo di pensare? sono allenamento e con nomi diversi,prestabiliti per consuetudini o urlati a voce, non cambiano la sostanza
C'era,non ricordo piu' dove, un intervento di wolvie in cui piegava la teoria di Sapir-Whorf[1] alla prtica marzilale analizzando le differenze tra la categorizzazione linguistica di uno stile giapponese e quella ad alto potere generativo occidentale/russa e come si riflettevano nelle am.
La conclusione e' essenzialmente quella di cui sopra.
io volo molto più basso con le am e la conclusione e che a chiamarlo mae geri o calcio frontale non cambia niente
Che poi se uno vuole fare kata mi sta bene,ma e' anche un po' il caso di definirli visto che poi nessuno ci si confronta....
visto che è una pratica "solitaria" puoi confrontarti solo con te stesso nei kata
In quale momento della pratica sopraggiunge il confronto con l'altro se non combattete,non fate gare di kata e non andate sui campi di battaglia?
una serie di ipotesi e preconcetti che non comprendo.
1)Non combattete? nessun praticante serio si sognerebbe di voler restare a giocare sempre e solo nel proprio orticello
2)gare di kata? devono piacerti,cosa che ad alcuni non piaceva e poi devi far parte di una federazione.
3)campi di battaglia? conosci qualcuno che ci va?
La questione gara è relativa se non sei un professionista che combatte con altri professionisti o concorri in un torneo serio....altrimenti si fa la fine dei campioni di kick boxing e sanda che "combattono" con un avversario trovato lì per caso, magari vincendo ai punti e accrescendo il proprio lego
Cosa diversa incrociare i guantoni con avversari non scelti su misura,ma questo è un problema che riguarda qualsiasi arte con connotazioni sportive.
Eppure, non hanno una segmentazione rigida delle tecniche ne' una codificazione per forme, ottengono dei risultati completi,non come il pugilato che non ha gambe etc...
Il modo di pensare e' quello segmentato e rigido di forme dai movimenti prestabiliti, codificati in canoni estetici/funzionali propri delle forme.
Certo che cambia la sostanza,senza volar alto:
In giappone esistono mille idogrammi per mille cose.
In occidente esistono 26 caratteri per formare infinite parole.
E' un differente modo di pensare, e l'analogia con le pratiche marziali e' parecchio vistosa.
Scendo ancora:
C'e' differenza tra avere 27 modi di chiamare un calcio per indicare delle sfumature codificate entro le quali muoversi rispetto a tirare un calcio in cui quello che conta e' il risultato e il concetto che c'e' dietro.
Mi segui?
Una pratica solitaria senza confronto imporrebbe allora il soliloquio marziale.
Aka: se pratichi solo per te stesso e neghi la possibilita' di confronto allora non puoi venire su un forum a dire che bevilacqua e' un cazzaro.
L'ultimo punto della tua risposta...non ho capito cosa hai detto. O forse tu non hai capito cosa ho detto io...
Esplicito quel pensiero:
Qual'e' il sistema di confronto utilizzato nel karate per compredere di aver fatto una buona strada?
Uno potrebbe dire il combattimento,ma qui moltissimi non combattono dichiarando che quello sportivo non e' vero karate. (questo restando nell'ambito karate, poi sorgerebbe la questione dell'interstile ma possiamo fare un passo per volta)
Allora si puo' pensare alle valutazioni estetiche dei kata (che come diceva happo non valutano la "coreografia" ma la padronanza del praticante),ma e' appena saltato fuori che nessuno fa gare di kata e che le schifano.
Allora cosa resta come confronto? la chiacchera forumista del "Io metto il piede 5cm piu' in qui, machida fa,pero' la gabbia,eh ma la dp?"