Con la preziosa ispirazione di Marc MacYoung:
Settembre è tradizionalmente mese di ripresa delle attività e basta fare un giro sul web per scorgere persone che chiedono informazioni su questo sistema piuttosto che quell’arte.
E sappiamo che una delle più grandi questioni irrisolte quando si parla di difesa personale è quella che coinvolge chi pensa che le arti tradizionali siano DP e quelli che pensano che le AM non lo siano né lo possano essere.
Quello che a molti però sfugge, neofiti e non, è il fatto che l’aspetto del combattimento è sicuramente potenzialmente collegato a una valida difesa della persona, è strumentale e ne rappresenta un pilastro importante ma non esaurisce di certo né risolve completamente l’argomento DP.
Se ci si domanda se il karate o il kung fu siano difesa personale, per paradosso si potrebbe dire che anche il KM, il CKM o i sistemi moderni non lo siano.
Quando alcuni parlano di difesa personale, i forum lo confermano clamorosamente, spesso finiscono per mettere nel calderone tutta una serie di cose che, prima ancora che entrarci poco con la tutela della propria incolumità, vengono da molti viste come una cosa sola, un unico argomento da gestire e sviscerare, ma che in realtà sono cose diverse che prevedono valutazioni e soluzioni diverse .
Uno dei precetti più importanti dell’Arte della guerra è “Conosci il tuo nemico”, nel nostro caso dovremmo consigliare di non fare riferimento a quella che è la nostra percezione della violenza, del crimine o della difesa personale (percezione spesso non lucida o reale) ma a quello che nei fatti queste cose sono, con tutta la loro semplicità e brutalità che oggi è difficilmente celabile.
Appare evidente da questo punto di vista che per poter rispondere alla famigerata domanda su cosa sia la DP o su quale sia l’arte marziale migliore, bisognerebbe avere bene in mente che difficilmente una di queste può coprire nella stessa identica maniera tutti i possibili e contemplabili scenari criminali o violenti, ma proprio ragionando in termini di scenari, ognuno di noi può capire di cosa ha bisogno e cercare di trovare quello che spesso ho definito l’abito giusto, che può essere cucito completamente su misura o essere già pronto e calzare a pennello, tenendo però a mente che solo col tempo diverrà totalmente confortevole (e senza inutili ipocrisie è questo uno dei grandi vantaggi di molti sistemi reality based).
Uno dei massimi esperti di difesa personale al mondo è solito dire:” Allenati per quel che è più probabile che possa accadere e sarai in grado di affrontare più di quello che può accadere”, una frase sicuramente veritiera che è evidente riferibile a vaste aree di studio, di conoscenza e di allenamento ma che contiene al suo interno una sorta di precetto fondamentale ossia la nostra, necessaria, consapevolezza di quelli che sono i pericoli ai quali possiamo andare incontro considerando la nostra quotidianità e il nostro stile di vita, concedendoci ovviamente un margine di extra-ordinario che di certo male non ci può fare, soprattutto se non ci trasforma in soggetti paranoici o patologicamente fuori dal mondo.
Che ci crediate o meno, senza andare però verso pericolosi eccessi in senso opposto, avere una visione chiara di tutto questo può finire per rendere notevolmente inferiore il peso specifico di quello che sceglierete di allenare.
La prima cosa sarà dunque avere bene in mente chi siamo e di cosa abbiamo bisogno, individuare quali possono essere i comportamenti o le soluzioni di maggior applicazione e sapere che, buon senso a parte (importantissimo) il primo passo per la tutela dell’incolumità nostra e dei nostri cari sta nel fare in modo di essere noi artefici del nostro destino e di essere sempre dove noi vogliamo essere e non dove qualcuno vorrebbe metterci; poi potremo cercare pian piano di acquisire quello che ci manca o quello che l’arte del combattimento può darci.
E il resto dipenderà poi da voi.