Perchè il karate funzioni, occorre allenare il kihon ed il kata, questo dà le basi che permettono di praticare il combattimento, ovvio che anche i bunkai concorrono a questo.
Però non ci si può limitare a questo, occorre che la pratica abbia anche ulteriori sfoghi se non tecnici, almeno pratici, altrimenti i problemi evidenziati da Bagnoli sono il minimo.
Per tirare a piena potenza ed imparare quindi a gestire quel genere di colpi, ho solo due possibilità, massacrare svariati uke o usare il sacco, personalmente preferisco la seconda, il sacco non mi denuncia per maltrattamente i o molestie.
Ma esiste ancora un problema, il sacco è fissato ad una catena, quindi si muove poco ed in maniera prevedibile, quindi diventa necessario affiancare anche gli scudi, ho provato quelli da karate, mi hanno deluso per la loro eccessiva morbidezza, nulla di paragonabile a delle belle costate sode.
Quindi nella mia scuola, si usano esclusivamente quelle da thai, poco più grandi ma molto più rigidi e duri, li si che impari a picchiare sul duro in maniera corretta.
Poi eventuali esercizi, possono anche essere migliori con i pao, siamo sempre a livello di scudo, solo più piccolo.
In definitiva, se non impari a picchiare durissimo in maniera efficace, cioè scaricando la massima energia nella miglior maniera possibile, stai facendo garatè non karate.
E' naturale che però, questo da solo non sia sufficente a fare un bravo karateka, ci deve anche essere il totale controllo, per un karateka valido ciò è normale.
Un karateka deve tirare colpi che, potenzialmente devono poter uccidere, l'abilità è fermare quel colpo tremendo, colpendo in maniera tale da non lasciare lividi.
Questo a prescindere dal regolamento sportivo, sia esso kiokushin o fijlkam, un karateka SE VUOLE spara un pugno all'addome che fa esplodere la colonna vertebrale, SE VUOLE spara un pugno identico e non lascia nammeno il segno.
Questo è IL MIO punto di vista, ognuno abbia liberamente il proprio.