Certo, ma esistono persone che sono per natura aggressive (non arrabbiate) e a fare le spese di tale aggressività sono i deboli. Il mio discorso si riduce semplicemente a questo. Ed è triste il fatto che molti debbano partire svantaggiati nella vita, nel senso che debbano imparare ad essere forti solo dopo essersi scontrati molte volte con i tipi aggressivi. Per questo parlavo di "legge della giungla"!
Partiamo con il definire aggressivitá e rabbia.
L'aggressivitá é il naturale impulso ad esternare i propri istinti, primo tra tutti l'istinto sessuale.
L'aggressivitá si trasforma in rabbia quando al bambino nei primi 7 anni di vita, non viene permesso di manifestare la sua naturale aggressivitá.
Ecco che diventa come una pentola a pressione (l'aggressivitá), che c'erca la valvola di sfogo (la rabbia).
Con l'andare degli anni e con il consolidarsi del subcosncio si impare a bloccare anche la valvola di sfogo naturale (é piu difficile vedere adulti piangere, o sclerare di brutto, mentre nei bambini é molto comune) ecco che attacchi di panico fungono ora da valvola di sfogo.
Quando si vanno a chiudere anche queste valvole, chiaro segnale di malessere, con terapie ed approcci sbagliati ecco che la rabbia viene riversata in modo organico su se stessi con una parola chiamata AUTODISTRUZIONE, dove le malattie terminali sono l'esempio piu estremo.
Ora premesso che sia chiaro il funzioonamento di tutto il meccanismo e premesso che la societá in cui siamo immersi ci impedisce di esprimere la naturale aggressivitá, possiamo dire che chi piu chi meno siamo tutti pieni di rabbia.
Il fatto di scaricarla sugli altri é dipeso da quanto il nostro subconscio sia piu o meno strutturato in maniera rigida.
Se si ha un giudice interiore pieno di sensio di colpa, ansie e paure, difficilmente si scaricherá sugli altri la propria rabbia.
Se il giudice interiore (superego) é piu debole dell'ego (bambino interiore) ecco che proietteremo la rabbia sugli altri.
Sia il primo caso che il secondo sono peró distruttivi:
il primo verso se stessi
il secondo verso l'esterno