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Insomma... Cherry ora è... Tua figlia!
Penso sia troppo stagionata per poter essere mia figlia...
Gli esempi che porti però non c'entrano, dato che
ho avuto messaggi da parte di qualche dana che sghignazzava per la situazione che si era generata (quindi sci-factor) e anche perché qua non si parla della dicotomia cattiveria-follia ma di quella buona fede-malafede. Allora che facciamo? Aggiungiamo un'altra categoria? Uomo, dana e...?
Che sia accaduto con una dana è stato solo un caso secondo me: alla base c'era il deliberato tentativo di sabotare la comunicazione perché incapace di sostenere argomentazioni stringenti (per oggettivi limiti personali).
Sarebbe potuto benissimo accadere con un maschio se le sue intenzioni fossero state le medesime.
Ti faccio un esempio:
Lei: "
Non mi piacciono le banane"
Lui: "Lo so, per questo ti ho preso le patate e le pere"
Lei: "Ma quanto sei stronzo? Ti ho detto che odio le banane!"
Lui: "Difatti ho preso patate al selenio (pare che tu ne abbia bisogno) e pere Uìlliam dell'Emilia Romagna"
Lei: "Ah! Pure pompelmi israeliani che sai benissimo che mi fanno schifo, che nell'acquistarli non solo hai causato un aumento del C02 nell'atmosfera per il trasporto necessario a portarle qua ma hai anche finanziato uno stato oppressore!!!"
Capisci che a questi livelli non c'è possibilità di un dialogo sereno? Se hai del tempo da perdere e ti vai a rileggere i posz incriminati, con tutta serenità trovi delle relazioni di qualche tipo o degli appigli per le interpretazioni che ne vengono date, al di fuori di una certa prevenzione e di nutriti pregiudizi?
Con questo discorso, ovvero giustificazionismo senza limitismo in virtù di differenze di registri comunicativi (che secondo me non ci sono se dici
A, dato che
A vuol dire
A per tutti/e, immagino), si perde di vista l'incapacità di rapportarsi con l'altro in maniera onesta e priva di pregiudizi.
Se una comunicazione tra i sessi fosse impraticabile a questi livelli, allora nulla avrebbe più senso. Mi apri la porta per favore? E questa mi chiude la finestra. Siamo davvero a questi livelli.
Se poi teniamo conto che solo una persona non ha capito, allora questa persona dovrebbe porsi delle domande.
A me piace comunicare, e mi pare di farlo bene e in modo chiaro, altrimenti non avrei potuto fare dei corsi di massaggio negli ultimi 10 anni a centinaia di dane che non penso mi abbiano frainteso (facevo pratica ma anche teoria) o aver sostenuto in maniera proficua esami universitari soprattutto con docenti di sesso femminile (la maggior parte), dove sappiamo che una comunicazione efficace è indispensabile.
Fare il processo alle intenzioni è il modo migliore per generare equivoci, incompresioni e arrivare poi a situazioni indesiderate e indesiderabili.
Io sono per il parlare schietto e senza sottintesi, dato che mi piace dire le cose come stanno.
Interpretare quanto dico al di fuori del significato fatto palese dalla sequenza delle parole che uso, è un comportamento che giudico scorretto. Tutto qua.
Una sola altra volta mi è capitata una cosa del genere sul fam (Aliena forse si ricorderà), ma quando mi sono chiarito con la tipa in questione, lei ammise che era in un periodo di odio verso l'uomo perché era appena uscita da una storia non del tutto serenamente ed era un po' (parecchio) prevenuta. Ora siamo amici.
Anche lì, tra tutte le persone (sci-factors comprese) era l'unica a non capire e, anzi, a capire l'opposto.
Allora, qual'è questa terza categoria di cui bisogna tener conto?
Secondo me, la malafede non ha sesso e l'incapacità di comunicare in molti casi è piuttosto, e molto più semplicemente, la volontà di non comunicare o il rifiuto di comunicare efficacemente (basti vedere i nostri politici nei dibattiti tra parti avverse o ciò che fanno costantemente i giornalisti: a frasi identiche, opposte interpretazioni a seconda del giornale che si legge).
Al posto dell'accettare l'inevitabilità dell'incomunicabilità, io sono per l'assunzione delle proprie responsabilità. Onestamente.
Possiamo soltanto dare una direzione diretta alla sua intenzione circolare, mostrarle un modo di focalizzarsi sul nocciolo della questione mentre lei ci mostra un modo per osservare tutto circolarmente a 360 gradi senza giungere a nessun risultato se non quello di parlare.
Questa mi è piaciuta