Cercherò di rispondere sinteticamente ad alcuni punti, sintetizzandoli perchè con i quote dei vostri post è troppo sbatti.
Iniziamo con riportare un articolo autorevole (ce ne sono decine comunque) da cui trarrò i punti salienti.
http://www.sportmedicina.com/allenamento_giovanile.htmSe mandi il bambino a fare Karate (o quale che sia) deve fare Karate.No. Il bambino qualunque sia il corso a cui lo si manda necessita di acquisire un bagaglio motorio più ampio possibile.
Nella strutturazione temporale del processo di allenamento giovanile si possono identificare QUATTRO TAPPE e relative fasce di età:
6-8 ANNI: Attività motoria ludica, gioco in tutte le sue forme (100%).
9-11 ANNI: Attività motoria ludica (80%) e formazione di base (20%).
12-14 ANNI: Formazione fisica generale (50-60%) e iniziazione all'apprendimento delle tecniche sportive specialistiche (40-50%).
15-16 ANNI: Formazione fisica generale e specifica (40-50%) e iniziazione all'allenamento sportivo specialistico (50-60)
E' dimostrato che i bambini che vengono educati in questo modo surclassano nel medio termine quelli che hanno subito un allenamento volto alla specializzazione precoce, errore comunemente diffuso tra gli allenatori.
Dunque sì, un corso di calcio, ginnastica artistica o arti marziali per bambini, se fatti bene devono somigliarsi in quanto lo scopo è fornire una gamma di schemi motori più ampia e variegata possibile.
Se è vero che l'attività motoria e sportiva apporta notevoli benefici a livello fisico e psichico (Tabella) è anche vero che una SPECIALIZZAZIONE PRECOCE può comportare seri rischi come:
- la trasformazione e specializzazione precoce degli organi e apparati più sollecitati
- la perdita di interesse a causa della monotona ripetitività delle esercitazioni proposte.
Queste due situazioni possono avere come conseguenza:
- la stagnazione delle prestazioni in quanto l'atleta possiede un ristretto bagaglio di schemi motori e quindi riesce ad operare solo in determinate situazioni standardizzate
- la facilità di traumi all'apparato locomotore in quanto il sistema muscolare presenta squilibri, spesso notevoli, tra le varie regioni del corpo (Tabella)
- soprattutto nelle discipline con gesto asimmetrico possono sorgere o accentuarsi gli atteggiamenti viziati e predisporre ai paramorfismi
- l'abbandono precoce della disciplina praticata per mancanza di nuovi stimoli motori e psicologici.
Quindi, se il talento è una dote innata, è anche vero che il risultato sportivo è il frutto del passaggio graduale attraverso la motricità di base e la preparazione fisica generale, per giungere poi alla specificità del gesto atletico.
Il principale obiettivo della preparazione sportiva giovanile dovrebbe essere quello di una costruzione di base delle capacità motorie, ovvero dello sviluppo armonico generale del fisico, in un contesto di educazione e formazione della personalità.
Dunque la prossima volta che vedete un piccolino eseguire dei kata in modo superbo tanto da sembrare un piccolo samurai, invece di stupirvi ora sapete che dovete inorridire di fronte ad un approccio all'educazione motoria completamente sbagliato.
Le gare stimolano lo spirito competitivo nei bambiniNo. Il bambino non è un adulto in miniatura e non ha ancora gli adeguati strumenti per sopportare le pressioni psicologiche che derivano da una competizione. Non importa che sia il campionato mondiale o la garetta dell'oratorio, per lui non fa differenza.
6-8 ANNI e 9-11 ANNI. Le competizioni si "confondono" con le altre attività e sono, comunque, scelte tra esse. Non ci sono competizioni in cui ci si specializza.
Da
http://www.ambrosiafitness.it/articoli/il%20bambino/ALLENAMENTO.htmIn generale prima dei 12 anni si sconsiglia nel bambino la pratica sportiva a livello agonistico, prima di questa età, infatti, non sussistono ancora i presupposti psicofisici idonei per affrontare sia gli intensi carichi di lavoro a livello fisiologico che le sollecitazioni di tipo psicologico che l’attività agonistica comporta.
Non posso permettermi / non ci sono trainer specializzati per il bambinoPossibile, anche se una consulenza spot per la salute dei propri figli credo tutti possano permettersela magari rinunciando a qualche altra cosa. Ad ogni modo, non potendo rivolgersi ad un esperto, ci sono i libri e comunque le linee guida per non fare cappelle clamorose si possono anche trovare su internet.
Di sicuro non si troverà nessuna pubblicazione scientifica che consiglia il kata ai bambini.
Il bambino è contento quando fa kataNo. Il bambino è contento perchè vede i genitori / insegnanti contenti di lui. Non ho mai visto bambini da soli mettersi a fare kata, mentre li ho visti correre, arrampicarsi, giocare con la palla, azzuffarsi.
Ad ogni modo, se anche per una fortuita eccezione vi trovate un bambino che ama fare kata, sappiate che dovete reindirizzarlo per tutti i motivi sopra esposti.
Ma noi non gli facciamo fare solo kata. Fa anche [segue elenco di altre attività].Bene. Tanto meno kata fa tanto meglio sarà per lui. Se lo lasciate giocare, divertirsi, esprimersi, se gli state insegnando al vostro meglio il bagaglio motorio di cui sopra, di sicuro se non state alenandolo in maniera ottimale, per lo meno non gli state nuocendo.
Se per quel residuo (
residuo) di attività in cui entro gli 11 anni in cui lo si può instradare verso una specializzazione fa i kata, sappiate che è un vicolo cieco, perchè fare kata serve solo a imparare a fare kata dato che
Abbiamo visto che scientificamente non servo ad un caxxo[1]
.
Piuttosto se vogliamo restare nel lato marziale (perchè no...) lotta o kumite senza contatto (no, non fa bene ai bambini il contatto prima di un certo grado di sviluppo e i pugni e i calci presi sono solo il minore dei mali).
Fargli fare metà combattimento (nei modi appena descritti) e metà kata significa iniziare a porre le basi per un futuro atleta (se non sportivo o combattente) al 50%.
Ma a me non interessa che diventi un campione, perchè devo pensare a tutte queste cose?Nessuno ha detto che queste linee guida sono solo per i campioni in erba. Tutt'altro! Se hai letto bene gli articoli e ti sei informato, ti renderai conto che la base motoria e la gamma di stimoli che necessita deve essere più completa possibile per tutti e che il percorso è pressochè analogo fino a quando non emerge un talento che eventualmente andrà coltivato solo dopo i 12 anni e sempre con gradualità.
Inciso:
Il mio amico Nihito ha ricevuto un'educazione motoria eccezionale da giovane perchè oltre all'attività dei club in Giappone e la più attenta cura per l'educazione fisica, ha avuto un insegnante illuminato che l'ha formato in maniera completa.
La prima volta che ha indossato i guanti è stato a 20 anni.
Ora è campione asiatico e aspira al titolo mondiale, e seppure non ci arrivasse è un guerriero.