A me quello che scrive Aivia non sembra per nulla impossibile...anzi..
Perche' hai letto sondaggi del genere o perche' sposa un tuo pregiudizio latente sulla questione?
PREGIUDIZIO?
Nel mese di febbraio 2007, sono stati presentati a Roma i risultati di una
indagine frutto di una convenzione tra l’Istat e il Ministero per le Pari
Opportunità interamente dedicato al fenomeno della violenza fisica e sessuale
contro le donne. Il campione comprendeva 25 mila donne tra i 16 e i 70 anni,
intervistate su tutto il territorio nazionale dal gennaio all’ottobre 2006 con
tecnica telefonica.
I principali risultati indicano che 31,9% delle donne della classe di età
considerata sono state vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita;
23,7% hanno subito violenze sessuali; 4,8% hanno subito stupri o tentativi di
stupri.
http://statistica.regione.veneto.it/Pubblicazioni/Violenza_sulle_donne_new.pdfSecondo le statistiche avremmo che circa il 31,9% (anno 2007) è stata vittima di violenza fisica o sessuale (cercate voi di far quadrare la somma tra fisica e sessuale perché io non ci sono riuscito, cercate anche di darvi un criterio per definire violenza sessuale, perché lo stupro viene considerato a parte).
Facciamo che le donne tra i 16 e i 70 anni siano 25.000.000 (più o meno)
Avremmo 25.000.000 x 0,319 = 7.975.000 donne oggetto di violenza ogni anno.
http://web.tiscalinet.it/cadmi/guida/conosc/stat/ita_lom.htmSecondo le statistiche abbiamo che circa duemila femmine l’anno (1998) denuncino di essere state oggetto di violenza sessuale.
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Incrociando i dati, fra i due campioni e approssimando a motivo dei diversi anni di rilevamento,
avremmo che:
7.975.000/100% = 2000/x
x = 0,025078%
Avremmo cioè che ogni 10.000 femmine, 2 o 3 femmine denuncino la violenza subita.
Se poi seguiamo le statistiche allora dobbiamo ammettere che la maggior parte di queste avviene fra le mura domestiche. Voglio supporre che la metà avvenga fra marito e moglie (sarebbero senz’altro di più).
Avremmo che 12.500.000 femmine non vanno a denunciare la violenza quando in caso di denuncia ottengono automaticamente subito:
- casa coniugale;
- figli (estromettendo automaticamente il marito dal vederli).
Considerando che con una separazione consensuale la femmina ottiene casa coniugale e figli, se riesce a dimostrare lesioni (basta il pronto soccorso) l’addebito, credo, sia garantito (un altro motivo delle violenze sulle femmine è dovuto al fatto che i maschi devono cacciar fuori soldi e poi non possono vedere i figli e da qui nasce l’esasperazione ecc.).
Mi lasciano un po’ perplesso questi dati!
Avrei voluto trovare in rete una statistica delle violenze perpetrate sulle persone (uomini e donne), ma non ci sono riuscito, sembra che in questo Paese i maschi non subiscano violenza alcuna, non vengano borseggiati, taglieggiati, usati, feriti e ammazzati (basti pensare agli incidenti sul lavoro che sono per lo più maschili). Insomma, meno male.
Divulghiamo l’informazione anche a tutti quelli che si ostinano a parlare di efficacia delle A.M., Che m….. fate? Il problema non esiste.
Non capisco l’esigenza dei buttafuori, dei bodygard ecc. per esempio. Boh!
Per esempio se facessero una statistica sui feriti e morti per la strada, magari si vedrebbe che ce ne sono di più uomini per il sol fatto che viaggiano più delle donne, mentre se si stesse a chi li ha provocati sarebbero di nuovo gli uomini perché di solito anche in presenza di una donna guidano loro.
C’è molta mistificazione.
Se una donna avvenente trova lavoro come cameriera o come segretaria, per me è un privilegio della femmina nei confronti dei maschi sulla quale c’è poco da discutere.
Per la società diviene una discriminazione sessuale nei confronti della femmina avvenente, ma contemporaneamente, per motivi diversi, della femmina non avvenente.
Certo si potrebbe ovviare costringendo i gestori dei locali per esempio, ad assumere anche le femmine brutte, ma chi se le prenderebbe?
Innanzitutto andrebbe fatta una selezione, a monte, di tutte le femmine candidate (come fare questa selezione senza sollevare le ire delle associazioni in difesa delle donne e del codazzo di politici opportunisti?) poi obbligare i gestori alle assunzioni e triste a chi tocca quella brutta (si sa che i maschi paganti preferiscono andare nei locali con le cameriere belle, di conseguenza anche le femmine che li accompagnano finiscono per andare in quei locali anche se per loro paga il maschio).
Per ovviare al problema di potrebbe dar luogo ad un avvicendamento perpetuo fra belle e brutte, certo ci sarebbe qualche problema gestionale, ma la discriminazione cesserebbe (quella fra brutte e belle, perché i maschi sarebbero comunque discriminati).
Simili mistificazioni avvengono anche in altri campi. Mi viene in mente una trasmissione televisiva di anni or sono, dove c’era una modella che disperatamente cercava di far capire che per fare la modella non bisogna essere anoressiche, ma semplicemente bisogna essere baciate da madre natura in un certo modo e che il problema era che c’erano una montagna di femmine, che non rendendosi conto di non esserlo cadevano in comportamenti autolesionistici.
Niente da fare! Bisogna dire che tutte le modelle sono anoressiche, che non è possibile avere un corpo di un certo tipo senza fare la fame ecc.
Anche qui non c’è nessuna discriminazione.
Io non avendo l’altezza per farlo non pretendo di giocare a pallacanestro, non dico certo che bisogna abbassare il canestro e che il basket è discriminatorio.
Invece, il mondo della moda diventa discriminatorio per la donna modella, proponendo corpi impossibili, mentre, al contrario è discriminatorio per il maschio che è pagato meno a parità di prestazione lavorativa.
Gli esempi potrebbero continuare.