ostregeta.
Far correre le dita sui tasti, in questo momento, è una notevole sofferenza.
Allora, dopo un necessario stop di due settimane (dopo il culo che ci siamo fatti per un anno filato), questa settimana, siamo ripartiti in quarta.
Siamo entrati nel vivo della preparazione per la prossima stagione agonistica (ci sono almeno 3/4 gare in programma in soli 2 mesi, ovviamente si vedrà). Insomma...l'Inferno è cominciato.
Preparazione atletica a base di circuiti e di esercizi tecnici in velocità a due (entrata alle gambe e difesa, posizionamento e fuga dalla posizione, ecc). Questo prende generalmente un'ora. Gli ultimi 30 minuti, si combatte. Un istruttore ha comunque detto che, anche in beneficio dei nuovi arrivati ma anche come ripasso a noi che fa sempre bene, riprenderemo anche un po' di lavoro prettamente tecnico.
A livello di sparring, sono soddisfatto. Sono due lezioni che non vengo finalizzato. Ma ovviamente, con tutti i crismi del caso: tutti stanchi morti, e non ho avuto la possibilità di girare con tutti.
No, le balle, lunedì un istruttore le scarpe me le ha fatte.
In generale comunque, mi pare che la mia "pratica marziale" stia cambiando un po'.
Cioè, in realtà sto cambiando atteggiamento io.
Magari ne riparlerò più avanti, ora non mi va. Temo comunque sarà un flusso di coscienza, perchè non ho ancora delineato bene.
Minchia, sarà la terza "trasmutazione" che annuncio in questo topic. Che vergogna.
E tutto in un anno.
E ne ho 20, l'adolescenza è finita da un po'.
Aspetta, 21 fra tre mesi.
Ah, un appunto.
Mentre ero al terzo giro di 30 secondi di circuito, nella postazione dove dovevo cinturare al volo un sacco pesante, in ripetizione, in velocità, sacco pesante la cui base per inciso arriva al mio santo pene, stavo ripensando ai post di alcune persone, qui ed altrove.
Post dove veniva riportata la grande intensità del lavoro marziale, l'impegno richiesto, il non voler mollare mai, il gruppo che ti sostiene, la fatica, il dolore, il sudore. Elememnti questi, secondo loro, assenti nello sport.
Ora, a questi individui, con la gentilezza (lo riconosco) di un carro armato e la cordialità di un gerarca nazista, dedico questo.