Due riflessioni diverse in momenti diversi, a distanza di tempo mi hanno portato ad interrogarmi sulla questione di cui vorrei discutere.
La prima riguarda la mia solita indagine inquisitoria nei confronti del Karate e delle sue tecniche.
Di sicuro una delle caratteristiche più tipiche e diffuse in tutte le scuole di Karate è lo studio dello tsuki con hikite. E' anche uno degli aspetti che da sempre hanno sovente sollevato critiche per la sua presunta inutilità e la funzione puramente estetica.
Naturalmente c'è, soprattutto tra chi fa un Karate dell'area di Naha, ne fa anche una questione di afferramento e sbilanciamento, ma lasciamo da parte questo aspetto per adesso.
Personalmente ho sempre ritenuto in qualche modo producente in termini di potenza l'uso dell'hikite.
La seconda riflessione riguarda il fatto che per quanti fondamentali io faccia (e parliamo di quelli stile Jissen Karate, quindi con l'impostazione pugilistica) e per quanto curi la guardia, durante lo sparring, non appena l'azione si fa più decisa, spesso mi accorgo che la mano che non colpisce si abbassa e mi trovo parecchio scoperto. La stessa cosa comunque la noto praticamente in tutti i miei compagni di dojo o di giochi.
Naturalmente questo non accade in attesa o con colpi interlocutori come i jab, ma per i pugni in cui ci si mette più spirito, nelle situazioni più concitate, invece il difetto riaffiora.
La cosa mi ha parecchio incuriosito e ultimamente ho messo insieme le due cose.
Prima di partire con la tesi che vorrei proporre, posto alcune immagini di fighters più e meno celebri
Tutte sono state trovate mettendo su Google Image parole semplici: "Boxe", "MMA punch" o simili. Sebbene si trovino anche delle immagini dove la guardia è migliore secondo gli standard canonici, la maggioranza è di questo tipo.
Anche guardando degli incontri, si nota spesso questa mancanza di una guardia. Questo succede anche quando gli atleti sono freschi, quindi tendo a escludere che ciò si verifichi solo per la stanchezza. Di sicuro ci saranno le eccezioni però mi pare che la casistica sia sufficientemente numerosa per farci un pensiero sopra.
Perchè dunque?
A mio avviso, stando questa lunga e probabilmente opinabile premessa, è necessario e fondamentale imparare a tenere la guardia su ed esercitarsi nel mantenerla anche durante gli attacchi, però si fa strada nella mia testa l'idea che nel momento in cui l'atleta è coinvolto in una situazione impegnativa (che per me, dilettante, è lo sparring, per un professionista è il match), quando l'imperativo è colpire e buttare giù (magari anche solo idealmente), affiora lo schema motorio più naturale per questo scopo, con "l'altra" mano nella zona compresa tra sotto la spalla e il fianco.
Sto iniziando a credere che il pugno con l'altra mano a copertura del viso debba inevitabilmente cedere qualcosa in potenza, a favore comunque di una maggiore protezione che garantisce molta più sicurezza.
Forse c'è inevitabilmente un trade off, come spesso accade, anche in questo aspetto.
Se tutto questo ragionamento avesse un fondamento (ribadisco il
se), di conseguenza, il movimento dell'hikite non sarebbe altro che sfruttare e ottimizzare questo istinto naturale per quanto porti inevitabilmente al rischio di essere colpiti di rimando. Cosa che comunque succede di fatto anche nelle discipline che con lo studio dell'hikite non hanno nulla a che fare come ho cercato di mostrare.
Mi rendo conto che questa può suonare come un'eresia per molti, e sinceramente non ne sono convintissimo nemmeno io, dunque vi ho posto la questione.