Va anche considerato che, se si accentua molto il movimento del braccio al fianco, si ottiene anche l'effetto opposto a quello ad "arciere", nel senso che diventa quasi un colpo dato indietro, togliendo inevitabilmente energia a quello dato in avanti, essendo due direzioni contrapposte.
A mio parere, il punto è che, il pugno necessita di una certa spinta e/o torsione, di spalle, tronco e bacino, oltre che l'ovvia spinta dei piedi, e un certo movimento di richiamo, anche esasperato, è utile a comprendere più automaticamente quel tipo di spinta/torsione, dopo di che, se piedi, bacino, tronco e spalle, fanno bene quello che devono fare, il braccio inattivo può pure farsi i fatti suoi, ovviamente non entrando in gioco, ne all'indietro, ne troppo in avanti/su, proprio per non contrapporsi a questa benedetta catena cinetica.
Ribadisco che, un Karateka improvvisamente amputato di un braccio, laddove abbia acquisito bene le meccaniche in questione, col braccio rimasto può colpire senza differenze di potenza e impatto rispetto a quanto faceva con entrambe le braccia.
Ma se devo educare a un movimento, uno dei modi è anche quello di trovare gesti che impongano certe traiettorie senza dover passare per estenuanti spiegazioni.
A ciò aggiungo che, il pugno al fianco, ha anche una valenza estetica, da una certa immagine, fiera ed elegante, oltre che avere poi tutte quelle digressioni già dette, dalla presa in poi.
Ovviamente è la mia personalissima opinione, senza pretesa di scientificità, basata unicamente su quello che, negli anni, mi racconta il mio corpo.
Sono mica WikiNicola io