Quella mano che non vuole saperne di stare su

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #60 on: October 25, 2011, 02:32:30 am »
0
è vero tu vuoi esercitare una forza uscente, ricorda che il tuo sistema non è una ruota ma è assimilabile ad asta che rappresenta le spalle  appoggiata al centro dalla colonna vertebrale e  con altre due cerniere a livello delle spalle su cui ruotano le braccia che nel nostro esempio rappresentano le due forze in gioco. quindi cosa succede:

quando il pugno parte    hai questo :    <-------- F
                                                                   O
                                                                    l   B
                                                                   o
                                                                    l   B
                                                                   O
                                                                 F-------->

Hai quindi un momento M= 2F*B  le cui forze F sono rivolte in avanti ( ammettiamo che nn trasformi il tuo diretto in un gancio) e indietro


Il sistema arriverà ad un punto in cui le spalle saranno distese verso l'avversario   cioè  <-------- O-- o -- O --------->  le tue braccia saranno state catapultate per mezzo della leva formata dalle spalle in avanti verso l'avversario, il sistema si fermerà ovviamente perchè  adesso le forze sono opposte e non hanno più braccio in questo caso F = F

se volessi rimettere in moto il sistema dovresti cambiare la direzione delle forze in una nuova configurazione che crei un braccio, simile alla prima, oppure potresti orientare le forze nella stessa parte ma in questo caso il nostro sistema traslerebbe, ad esempio in avanti.

é come se tu prendessi una matita e ci attaccassi due cordoncini ai lati e perpendicolare all'asse della matia e poi tirassi insieme,  la matita ruoterà ( e quindi potrà proiettare una delle sue estremità in avanti e quindi funzionerà da catapulta per il tuo possibile pugno) finchè non avrà raggiunto una posizione parallela rispetto alle due corde a quel punto si fermerà e funzionerà da tirante tra le due corde.

PS. si potrebbe ottenere lo stesso momento M = 2F*B anche cambiando la lunghezza del braccio ed usando  come perno il piede opposto alla braccio che va in avanti,  a quel punto  la forza del braccio che va in avanti sarà F,  la forza dell'altro braccio sarà pari a zero poichè giace sul punto di rotazione  e ha quindi braccio zero F*B dove B= 0 da momento zero  ma la forza F del braccio che effettua il diretto sarà moltiplicata per la lunghezza delle due spalle e quindi 2 B  quindi M = F*2B + F*0 = 2F*B.

                                                             <--------
                                                                   O
                                                                    l
                                                                    l
                                                                   o
                                                                 -------->

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Offline G.S.H.

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #61 on: October 25, 2011, 08:35:47 am »
0
Kitzune meno male che non eri il mio prof di fisica, altimenti ci avrei capito meno di zero (già non capivo una mazza di mio...)

 :halo:   :halo:

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Offline Shurei-Kan

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #62 on: October 25, 2011, 08:59:55 am »
0
Come al solito avete scritto 3 pagine durante la notte...... :dis:

Ma voi non vi allenate mai, vero?!  :gh:

Dopo leggo con calma tutto ma intanto il buon Reverendo, da bravo cecchino, ha centrato l'obbiettivo.......prima di perdersi inevitabilmente tra i vari teoremi astrusi......  :halo:

Io credo che la rotazione "per la massima potenza" riguardi solo le spalle, la poszione del braccio e' irrilevante.

E' la forza centrifuga che ne scaturisce dal movimento di Hikitè a dare quel surplus di potenza al colpo.

Quello che non capisco (ma sono io che non capisco eh! voi spiegate benissimo) è se dopo aver sostenuto per anni a spada tratta che l'Hikitè è un boiata, inefficace, inconsistente, che serve solo a fare movimenti bloccati e per di più scopre il fianco ------------------ si è passati a rivalutare in toto sto benedetto Hikitè e allora, anche in Kumite lo si deve fare così:

Per me esistono anche le vie di mezzo.......


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Offline Paguro49

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #63 on: October 25, 2011, 09:47:34 am »
+1
Hara questo sconosciuto :nin: :nin: :nin:
Uso inizialmente le mani e le braccia, per insegnare al busto, alle spalle e al bacino un certo tipo di rotazione, di spinta o di movimento.
Quello è ciò che dovrei interiorizzare e far mio, anche senza necessità dio dovere perennemente enfatizzare a favore del pubblico, sicuramente non più usando le braccia in ausilio.
Il colpo, almeno nel karate, è sempre imperniato sull'Hara, con gli arti come terminale.
Se improvvisamente un Karateka esperto, rimanesse senza un braccio, non significa che non potrebbe più colpire correttamente con l'altro, proprio perchè quello sarà il "terminale" mentre il resto della tecnica avrà luogo e perno nel tronco e nel bacino.
Diversamente sarebbero colpi di "braccia" dove inevitabilmente conterà il braccio più grosso e forte.
A mio avviso, ogni movimento di base è e deve essere propedeutico al conseguimento del naturale movimento utilizzabile.
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Offline nicola

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #64 on: October 25, 2011, 09:49:54 am »
0
Attenti perché arrivo eh...
Un attimo di pazienza.   :ricktaylor:
"Dalla morte in pianura, proteggici, o Signore" (J. Kukuczka, alpinista)


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Offline Shurei-Kan

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #65 on: October 25, 2011, 09:54:25 am »
0
Hara questo sconosciuto :nin: :nin: :nin:

Hai detto Hara?!

Hara Te Ate?!

 :)

Attenti perché arrivo eh...
Un attimo di pazienza.   :ricktaylor:

 :o

 XD

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Offline nicola

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #66 on: October 25, 2011, 11:55:51 am »
0
dunque.  XD
Avete messo tanta di quella carne al fuoco che è bene, affinché io non produca un trattato di biomeccanica (e non ne ho le competenze), andare al dunque.

Mano arretrata che si abbassa durante il diretto

Se la mano si abbassa quando porto il diretto non è una questione di biomeccanica del movimento del diretto in sé, ma una conseguenza di alcuni fattori mentali e fisici:

- tenere il braccio arretrato alto e chiuso in guardia non è una posizione naturale e costa "fatica": bisogna tenere comunque contratti principalmente trapezio, muscoli del collo, deltoide, e avere una parte del cervello "impegnata" nel farlo. Si può disimpegnare parte del cervello solo automatizzando tale posizione, vale a dire facendola milioni di volte. Così si riuscirà anche a impegnare i muscoli suddetti solo per il minimo indispensabile
- tirando soprattutto con tutte le protezioni (guantoni da 10 o più, caschetto) la mano alta mi protegge sì, ma anche mi limita parecchio la visuale, e spesso inconsciamente durante il combattimento ho necessità di vedere meglio i colpi, concentrandomi meglio sulla precisione dell'attacco e sulla eventuale schivata, quindi a volte inconsciamente, a volte (professionisti e atleti top) deliberatamente, disimpegno la mano
- stanchezza (fattore straovvio soprattutto negli sport da ring) e poca lucidità mentale
- errori di impostazione tecnica
- eccessiva confidenza (innominabili i ko presi da atleti di sport da ring a causa di questo atteggiamento)
- combinazione del diretto con colpi che hanno biomeccanica che necessita lo spostamento in altra posizione del braccio che copre (e qui, solo per questo aspetto, ce ne sarebbe da parlare a livello tecnico)



biomeccanica del movimento del diretto e braccio arretrato

Lo schema semplificativo del disegno di pagina 1 (l'omino schematizzato con varie leve e ingranaggi) è, appunto uno schema semplificativo, per cui la biomeccanica del movimento è più complessa ovviamente. Però il modello, come tutti i modelli, serve per comprendere gli aspetti importanti e generali del movimento.

La forza finale del diretto generico col passo, al momento in cui si scarica sul bersaglio, dovrebbe essere costituita da una sommatoria di contributi: la forza generata dalla spinta dei piedi (preponderante, visto che stiamo trasferendo il nostro peso e spingendo con le gambe), la forza generata dalla torsione del busto dell'ampiezza corrispondente all'arco di circonferenza che il busto compie per allineare il pugno al bersaglio (allineamento pugno-avambraccio-braccio e, in alcuni casi, busto e spalle) e, ovviamente, la forza gfenerata dall'allungamento del braccio (molto minoritaria come componente).
Tralasciamo passo e allungamento del braccio per un attimo.

Analizziamo la fase di torsione del busto. Il busto trasferisce la forza generata dalla sua torsione, che è data dalla seguente formula:

F=m*a (forza = massa * accelerazione)
l'accelerazione (variazione di velocità nell'unità di tempo) è quella tangenziale, vale a dire che ha direzione tangente alla circonferenza disegnata dalle spalle (o dal busto) e verso puntato al bersaglio da colpire.

Quindi: la massa ce l'abbiamo, ci manca l'accelerazione tangenziale. E quindi ci serve la velocità al momento dell'impatto, dato che quella all'istante zero (quando faccio partire il movimento) è ZERO.

la velocità tangenziale è questa:
v = W*r
(vel. tangenziale = velocità angolare * raggio della circonferenza)
la velocità ancolare W è la rapidità con cui il raggio si sposta lungo la sua circonferenza, ed è data, nel moto circolare, da 2*pigrego/T (T è il periodo, cioè il tempo impiegato per fare un giro completo della circonferenza). Nel nostro caso dipende da quanto siamo capaci a far rapidamente la nostra benedetta torsione.

(approfondimenti: http://www.mimmocorrado.it/fis/mec/motocircolare/motocircolareuniforme.pdf)

Ora, la forza tangenziale applicata dalla torsione e trasmessa al braccio attraverso la scatola articolare della spalla del braccio che colpisce, ha la sua espressione massima nel punto di escursione massima del busto.
E tale escursione è quella che fa allineare il braccio perpendicolarmente al bersaglio (se non fosse perpendicolare, vuol dire che una componente ha direzione tangenziale al bersaglio, e quindi non efficace ai fini del combattimento).
L'errore che spesso si compie è quello di lasciare il braccio in balia della torsione oltre l'angolo massimo, evitando una sorta di controllo. Il risultato si nota in modo clamoroso ai colpitori, quando i pugni dritti "sgusciano" lateralmente al colpitore stesso, e non colpiscono perpendicolarmente allo stesso.

La fase di torsione del busto deve tradursi in un movimento del braccio in linea retta, per cui deve esaurire la sua funzione al momento in cui il braccio "si lancia" contro il bersaglio perpendicolarmente. Se sbaglio questa fase, il colpo diventerà ricurvo a uscire, perché non sono riuscito a livello biomeccanico a rendere omogeno e uniforme questo trasferimento di forza generata dalla torsione in traslazione retta del mio pugno.


Ma che capita all'altro braccio, quello che deve stare in guardia? La stessa cosa che capita a quello che colpisce: tramite l'articolazione della spalla riceve una forza uguale ma in verso contrario a quella del braccio che colpisce. Quindi viene sparato indietro.
Se voglio mantenere la guardia comunque dovrò compiere con questo braccio una opposizione a tale forza, altrimenti il braccio dietro si allineerà con quello avanzato, secondo un angolo di 180°.

Se voglio che la mano stia accanto alla mandibola, dovrò quindi portarla un po' in avanti quando sparo un diretto, specie frustato e a piena potenza. E non riuscirò appieno in ciò, e il perché è evidente in come è fatto il nostro corpo: la spalla non può staccarsi dalla sua sede e avanzare oltre la linea del busto.


Ora mi fermo un attimo....mi fumano i polpastrelli.
« Last Edit: October 25, 2011, 12:12:57 pm by nicola »
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Offline Dipper

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #67 on: October 25, 2011, 11:58:16 am »
0
ma il nostro fine non e' esercitare la massima torsione possibile sull'asse centrarle,ma la massima forza uscente sul vettore frontale.
Maggiore velocità angolare implica maggiore velocità tangenziale...

è vero tu vuoi esercitare una forza uscente, ricorda che il tuo sistema non è una ruota ma è assimilabile ad asta che rappresenta le spalle  appoggiata al centro dalla colonna vertebrale e  con altre due cerniere a livello delle spalle su cui ruotano le braccia che nel nostro esempio rappresentano le due forze in gioco. quindi cosa succede:

quando il pugno parte    hai questo :    <-------- F
                                                                   O
                                                                    l   B
                                                                   o
                                                                    l   B
                                                                   O
                                                                 F-------->

Hai quindi un momento M= 2F*B  le cui forze F sono rivolte in avanti ( ammettiamo che nn trasformi il tuo diretto in un gancio) e indietro


Il sistema arriverà ad un punto in cui le spalle saranno distese verso l'avversario   cioè  <-------- O-- o -- O --------->  le tue braccia saranno state catapultate per mezzo della leva formata dalle spalle in avanti verso l'avversario, il sistema si fermerà ovviamente perchè  adesso le forze sono opposte e non hanno più braccio in questo caso F = F

se volessi rimettere in moto il sistema dovresti cambiare la direzione delle forze in una nuova configurazione che crei un braccio, simile alla prima, oppure potresti orientare le forze nella stessa parte ma in questo caso il nostro sistema traslerebbe, ad esempio in avanti.

é come se tu prendessi una matita e ci attaccassi due cordoncini ai lati e perpendicolare all'asse della matia e poi tirassi insieme,  la matita ruoterà ( e quindi potrà proiettare una delle sue estremità in avanti e quindi funzionerà da catapulta per il tuo possibile pugno) finchè non avrà raggiunto una posizione parallela rispetto alle due corde a quel punto si fermerà e funzionerà da tirante tra le due corde.

PS. si potrebbe ottenere lo stesso momento M = 2F*B anche cambiando la lunghezza del braccio ed usando  come perno il piede opposto alla braccio che va in avanti,  a quel punto  la forza del braccio che va in avanti sarà F,  la forza dell'altro braccio sarà pari a zero poichè giace sul punto di rotazione  e ha quindi braccio zero F*B dove B= 0 da momento zero  ma la forza F del braccio che effettua il diretto sarà moltiplicata per la lunghezza delle due spalle e quindi 2 B  quindi M = F*2B + F*0 = 2F*B.

                                                             <--------
                                                                   O
                                                                    l
                                                                    l
                                                                   o
                                                                 -------->
Ma la forza opposta va applicata nell'istante primo disegno, infatti abbiamo convenuto che più che sgomitare indietro si tratta di lanciare indietro il gomito. Essendoci un perno (ruota o asse non è rilevante), il moto è circolare dunque il gomito è la seconda della coppia di forze. Solo alla fine il movimento è rettilineo, ma la partenza è circolare, infatti quando tiriamo un pugno ruotiamo sull'asse e non trasliamo in avanti.

Sull'interiorizzazione io aspetto che mi si mostri qualche esempio in cui la forza esplosiva si esercita maggiormente con un movimento piccolo piuttosto che grande. Secondo me non esiste.
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Offline Dipper

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #68 on: October 25, 2011, 12:02:50 pm »
0
dunque.  XD
Avete messo tanta di quella carne al fuoco che è bene, affinché io non produca un trattato di biomeccanica (e non ne ho le competenze), andare al dunque.

Mano arretrata che si abbassa durante il diretto

Se la mano si abbassa quando porto il diretto non è una questione di biomeccanica del movimento del diretto in sé, ma una conseguenza di alcuni fattori mentali e fisici:

- tenere il braccio arretrato alto e chiuso in guardia non è una posizione naturale e costa "fatica": bisogna tenere comunque contratti principalmente trapezio, muscoli del collo, deltoide, e avere una parte del cervello "impegnata" nel farlo. Si può disimpegnare parte del cervello solo automatizzando tale posizione, vale a dire facendola milioni di volte. Così si riuscirà anche a impegnare i muscoli suddetti solo per il minimo indispensabile
- tirando soprattutto con tutte le protezioni (guantoni da 10 o più, caschetto) la mano alta mi protegge sì, ma anche mi limita parecchio la visuale, e spesso inconsciamente durante il combattimento ho necessità di vedere meglio i colpi, concentrandomi meglio sulla precisione dell'attacco e sulla eventuale schivata, quindi a volte inconsciamente, a volte (professionisti e atleti top) deliberatamente, disimpegno la mano
- stanchezza (fattore straovvio soprattutto negli sport da ring) e poca lucidità mentale
- errori di impostazione tecnica
- eccessiva confidenza (innominabili i ko presi da atleti di sport da ring a causa di questo atteggiamento)
- combinazione del diretto con colpi che hanno biomeccanica che necessita lo spostamento in altra posizione del braccio che copre (e qui, solo per questo aspetto, ce ne sarebbe da parlare a livello tecnico)



biomeccanica del movimento del diretto e braccio arretrato

Lo schema semplificativo del disegno di pagina 1 (l'omino schematizzato con varie leve e ingranaggi) è, appunto uno schema semplificativo, per cui la biomeccanica del movimento è più complessa ovviamente. Però il modello, come tutti i modelli, serve per comprendere gli aspetti importanti e generali del movimento.

La forza finale del diretto generico col passo, al momento in cui si scarica sul bersaglio, dovrebbe essere costituita da una sommatoria di contributi: la forza generata dalla spinta dei piedi (preponderante, visto che stiamo trasferendo il nostro peso e spingendo con le gambe), la forza generata dalla torsione del busto dell'ampiezza corrispondente all'arco di circonferenza che il busto compie per allineare il pugno al bersaglio (allineamento pugno-avambraccio-braccio e, in alcuni casi, busto e spalle) e, ovviamente, la forza gfenerata dall'allungamento del braccio (molto minoritaria come componente).
Tralasciamo passo e allungamento del braccio per un attimo.

Analizziamo la fase di torsione del busto. Il busto trasferisce la forza generata dalla sua torsione, che è data dalla seguente formula:

F=m*a (forza = massa * accelerazione)
l'accelerazione (variazione di velocità nell'unità di tempo) è quella tangenziale, vale a dire che ha direzione tangente alla circonferenza disegnata dalle spalle (o dal busto) e verso puntato al bersaglio da colpire.

Quindi: la massa ce l'abbiamo, ci manca l'accelerazione tangenziale. E quindi ci serve la velocità al momento dell'impatto, dato che quella all'istante zero (quando faccio partire il movimento) è ZERO.

la velocità tangenziale è questa:
v = W*r
(vel. tangenziale = velocità angolare * raggio della circonferenza)
la velocità ancolare W è la rapidità con cui il raggio si sposta lungo la sua circonferenza, ed è data, nel moto circolare, da 2*pigrego/T (T è il periodo, cioè il tempo impiegato per fare un giro completo della circonferenza). Nel nostro caso dipende da quanto siamo capaci a far rapidamente la nostra benedetta torsione.

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Ora, la forza tangenziale applicata dalla torsione e trasmessa al braccio attraverso la scatola articolare della spalla del braccio che colpisce, ha la sua espressione massima nel punto di secursione massima del busto.
E tale escursione è quella che fa allineare il braccio perpendicolarmente al bersaglio (se non fosse perpendicolare, vuol dire che una componente ha direzione tangenziale al bersaglio, e quindi non efficace ai fini del combattimento).
L'errore che spesso si compie è quella di lasciare il braccio in balia della torsione oltre l'angolo massimo, evitando una sorta di controllo. Il risultato si nota in modo clamoroso ai colpitori, quando i pugni dritti "sgusciano" lateralmente al colpitore stesso, e non colpiscono perpendicolarmente allo stesso.

La fase di torsione del busto deve tradursi in un movimento del braccio in linea retta, per cui deve esaurire la sua funzione al momento in cui il braccio "si lancia" contro il bersaglio perpendicolarmente. Se sbaglio questa fase, il colpo diventerà ricurvo a uscire, perché non sono riuscito a livello biomeccanico a rendere omogeno e uniforme questo trasferimento di forza generata dalla torsione in traslazione retta del mio pugno.


Ma che capita all'altro braccio, quello che deve stare in guardia? La stessa cosa che capita a quello che colpisce: tramite l'articolazione della spalla riceve una forza uguale ma in verso contrario a quella del braccio che colpisce. Quindi viene sparato indietro.
Se voglio mantenere la guardia comunque dovrò compiere con questo braccio una opposizione a tale forza, altrimenti il braccio dietro si allineerà con quello avanzato, secondo un angolo di 180°.

Se voglio che la mano stia accanto alla mandibola, dovrò quindi portarla un po' in avanti quando sparo un diretto, specie frustato e a piena potenza. E non riuscirò appieno in ciò, e il perché è evidente in come è fatto il nostro corpo: la spalla non può staccarsi dalla sua sede e avanzare oltre la linea del busto.


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Mi riservo di leggere con calma, ma ad una prima occhiata mi pare di condividere :thsit:
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Offline Shurei-Kan

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #69 on: October 25, 2011, 14:06:16 pm »
0
Sull'interiorizzazione io aspetto che mi si mostri qualche esempio in cui la forza esplosiva si esercita maggiormente con un movimento piccolo piuttosto che grande. Secondo me non esiste.

Mi sono riletto velocemente i miei post e quelli di qualcun'altro ma mi pare che nessuno abbia mai detto che: "la forza esplosiva si esercita maggiormente con un movimento piccolo piuttosto che grande".





Nicola ti ho wikizzato!
« Last Edit: October 25, 2011, 15:38:07 pm by Shurei-Kan »


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Offline Rev. Madhatter

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #70 on: October 25, 2011, 14:22:26 pm »
0
ma il nostro fine non e' esercitare la massima torsione possibile sull'asse centrarle,ma la massima forza uscente sul vettore frontale.
Maggiore velocità angolare implica maggiore velocità tangenziale...



Si,ma non e' un sistema a "motore unico", per dare una gomitata indietro coinvolgi dei gruppi muscolari del braccio.
Non parliamo solo di vettori di forza,ma di arti che hanno una consistenza ed una permanenza nel tempo.
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
(A. S. LaVey )

il test d'ingresso funziona così
"ISCRIVITI GRATIS
va bene
SONO CENTO €
ma avevate detto gratis
SONO PER LE SPESE DI SEGRETERIA ..."

se ti lamenti, non sei adatto ad essere munto, altrimenti cerimonia del the in arrivo e tutti col collo gonfio ad accoglierti

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Offline Dipper

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #71 on: October 25, 2011, 14:34:09 pm »
0
Si,ma non e' un sistema a "motore unico", per dare una gomitata indietro coinvolgi dei gruppi muscolari del braccio.
Non parliamo solo di vettori di forza,ma di arti che hanno una consistenza ed una permanenza nel tempo.
Infatti abbiamo convenuto che di gomitata non si tratta... ma quante volte devo ripeterlo XD
Proprio perchè di motore unico non si tratta, l'azione del braccio, che ha consistenza, agevola e collabora alla rotazione. Se fosse un motore unico il discorso cadrebbe!

;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D

Che mattacchione che sei Ryu quando trolleggi così!

Se non ti conoscessi direi che fai apposta........ :)

Mi sono riletto velocemente i miei post e quelli di qualcun'altro ma mi pare che nessuno abbia mai detto che: "la forza esplosiva si esercita maggiormente con un movimento piccolo piuttosto che grande".
Sì invece, dicendo che a presunti livelli alti si può effettuare l'azione di hikite senza fare hikite perchè "interiorizzato" :=)
Il movimento o si fa o non si fa.
Nessun trolleggiamento, è quello che si evince da ciò che si scrive.
« Last Edit: October 25, 2011, 14:38:11 pm by Ryujin »
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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #72 on: October 25, 2011, 14:48:40 pm »
0
Uffa, possibile che si meni il can per l'aia 1000 post ogni volta?
Il movimento di hikite va fatto, perché è nel kihon, quindi è giusto.

Esattamente come oi-zuki :P

A parte la trolleggiata sopra, hikite genera quell'energia in più, che sommandosi alle altre aumenta il totale, però è importante la sincronia dei movimenti, le forze devono chiudersi allo stesso momento, cioè un istante dopo l'impatto, per dare l'efficacia totale.
Che poi nel goju, hikite abbia anche la possibilità di essere utilizzato come presa e trzione mentre parte il pugno, questo già lo dissi sul FAM ai tempi di "gedan barai non è una parata bassa", va a finire che scrivo un libro, con tutte le mie teorie :D

Altrimenti siamo solo un praticante di SDC qualunque, non dei karateka :halo:
la fijlkam è alla frutta

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Offline steno

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #73 on: October 25, 2011, 14:50:18 pm »
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Che mattacchione che sei Ryu quando trolleggi così!

Se non ti conoscessi direi che fai apposta........ :)

Sull'interiorizzazione io aspetto che mi si mostri qualche esempio in cui la forza esplosiva si esercita maggiormente con un movimento piccolo piuttosto che grande. Secondo me non esiste.

Mi sono riletto velocemente i miei post e quelli di qualcun'altro ma mi pare che nessuno abbia mai detto che: "la forza esplosiva si esercita maggiormente con un movimento piccolo piuttosto che grande".


non è vero rileggi il mio primo post
la fijlkam è alla frutta

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Offline Shurei-Kan

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Re:Quella mano che non vuole saperne di stare su
« Reply #74 on: October 25, 2011, 14:52:46 pm »
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Ok! Ok! E' colpa di Steno ....come solito.

Non voglio affossare questo bel 3ed con la storia di interiorizzare o meno, hara o meno......

Se vi va andimo pure avanti.  :)