Il fattore “Q”

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Offline Bingo Bongo

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #45 on: October 31, 2011, 14:42:40 pm »
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Io dico parliamo di Arti Marziali tenendo presente anche le componenti che non entrano in gioco in un evento sportivo.
Quindi non solo di piani di allenamento per lo sport, ma parliamo anche di concetti slegati dallo sport.

Ovvero?

Se in una sessione di Aikido (ma anche taiji, Viet Vo Dao e perché no Muay Thai e Full Contact) dopo aver fatto sedere gli allievi in seiza uno di fronte all'altro si dice loro di appoggiare i propri palmi sui palmi del compagno questo per me è un esercizio ed è Qualità. Ed è slegato dal combattimento. O meglio non è direttamente coinvolto nelle meccaniche utile al combattimento sportivo. Questo non vuol dire che non farebbe comunque bene a tutti.


Io dico parliamo di Arti Marziali tenendo presente anche le componenti che non entrano in gioco in un evento sportivo.
Quindi non solo di piani di allenamento per lo sport, ma parliamo anche di concetti slegati dallo sport.

Ovvero?
L'AM come veicolo per ambire all'altezza degli Dei ed allo sconfiggere gli avversari senza toccarli, usando l'energia dell'Universo.
Gli Dei no. Sconfiggo gli avversari se faccio sport su un ring.
Quando non li tocco facendo cadere nel vuoto la violenza non li sconfiggo come sportivi. Li sconfiggo come violenti.
E non lo faccio aggiungendo violenza a un contrasto, ma dissipandola tutte le volte che è necessario. Questo è amore.
"Usando l'energia dell'Universo". Si.







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Offline Clode

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #46 on: October 31, 2011, 14:44:07 pm »
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Tu che insegni, dovresti aver notato che ci sono persone piu lente di altre ad apprendere ma che dopo anni, a paragone dei piu veloci nell'apprendimento, sono di pari livello.
si ma sempre dalla ripetizione del gesto tecnico devo passare...

Quote
In un sport agonistico (sdc), difficilmente si ha "tempo da perdere" con chi nn promette bene, quindi posso capire il tuo punto di vista, ma in un sistema di DP si deve fare proprio il contrario e concentrarsi su chi ha bisogno. Questo concetto rientra anche nel tradizionale, dove si cerca di migliorare la persona nella crescita personale e non nel confronto con altri.
ci mancherebbe altro io curo in maniera molto particolare chi ha dei deficit e ti assicuro che far diventare "decente" uno scarsone si ha la stessa soddisfazione che trasformare un "discreto" in un assassino...
Ma sempre dalla ripetizione del gesto tecnico si passa....

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Offline Clode

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #47 on: October 31, 2011, 14:46:29 pm »
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Se in una sessione di Aikido (ma anche taiji, Viet Vo Dao e perché no Muay Thai e Full Contact) dopo aver fatto sedere gli allievi in seiza uno di fronte all'altro si dice loro di appoggiare i propri palmi sui palmi del compagno questo per me è un esercizio ed è Qualità. Ed è slegato dal combattimento. O meglio non è direttamente coinvolto nelle meccaniche utile al combattimento sportivo. Questo non vuol dire che non farebbe comunque bene a tutti.
scusa ma io non ho mica capito cosa intendi...e soprattuto cosa significa l'esercizio e quale sia la sua  utilità...

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Manut

Re:Il fattore “Q”
« Reply #48 on: October 31, 2011, 14:55:52 pm »
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Tu che insegni, dovresti aver notato che ci sono persone piu lente di altre ad apprendere ma che dopo anni, a paragone dei piu veloci nell'apprendimento, sono di pari livello.
si ma sempre dalla ripetizione del gesto tecnico devo passare...

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In un sport agonistico (sdc), difficilmente si ha "tempo da perdere" con chi nn promette bene, quindi posso capire il tuo punto di vista, ma in un sistema di DP si deve fare proprio il contrario e concentrarsi su chi ha bisogno. Questo concetto rientra anche nel tradizionale, dove si cerca di migliorare la persona nella crescita personale e non nel confronto con altri.
ci mancherebbe altro io curo in maniera molto particolare chi ha dei deficit e ti assicuro che far diventare "decente" uno scarsone si ha la stessa soddisfazione che trasformare un "discreto" in un assassino...
Ma sempre dalla ripetizione del gesto tecnico si passa....

E' normale, se una cosa la vuoi imparare la devi ripetere, ma il problema è sempre quello. Quante volte? La tua risposta è finchè nn l'ha imparata?

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Offline Aliena

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #49 on: October 31, 2011, 14:58:00 pm »
0

Io dico parliamo di Arti Marziali tenendo presente anche le componenti che non entrano in gioco in un evento sportivo.
Quindi non solo di piani di allenamento per lo sport, ma parliamo anche di concetti slegati dallo sport.

Ovvero?

Se in una sessione di Aikido (ma anche taiji, Viet Vo Dao e perché no Muay Thai e Full Contact) dopo aver fatto sedere gli allievi in seiza uno di fronte all'altro si dice loro di appoggiare i propri palmi sui palmi del compagno questo per me è un esercizio ed è Qualità. Ed è slegato dal combattimento. O meglio non è direttamente coinvolto nelle meccaniche utile al combattimento sportivo. Questo non vuol dire che non farebbe comunque bene a tutti.
E a cosa servirebbe?
In cosa migliora la loro pratica?

Potresti essere più specifico sulle cose non contemplate dalla disciplina che contempla anche un lato sportivo?
Cosa sono, a cosa portano.

Anche il saluto non è contemplato come pratica legata al combattimento, ma lo si fa.
A volte "batto il 5" (palmo contro palmo) o accenno un abbraccio con chi mi insegna, prima di andarmene: effettivamente mi fa piacere, ma non è certo necessario a migliorare il mio allenamento.

Capisci perchè ho bisogno di maggior specificità per capire di cosa parli?  ;)


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Offline Clode

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #50 on: October 31, 2011, 15:00:52 pm »
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Tu che insegni, dovresti aver notato che ci sono persone piu lente di altre ad apprendere ma che dopo anni, a paragone dei piu veloci nell'apprendimento, sono di pari livello.
si ma sempre dalla ripetizione del gesto tecnico devo passare...

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In un sport agonistico (sdc), difficilmente si ha "tempo da perdere" con chi nn promette bene, quindi posso capire il tuo punto di vista, ma in un sistema di DP si deve fare proprio il contrario e concentrarsi su chi ha bisogno. Questo concetto rientra anche nel tradizionale, dove si cerca di migliorare la persona nella crescita personale e non nel confronto con altri.
ci mancherebbe altro io curo in maniera molto particolare chi ha dei deficit e ti assicuro che far diventare "decente" uno scarsone si ha la stessa soddisfazione che trasformare un "discreto" in un assassino...
Ma sempre dalla ripetizione del gesto tecnico si passa....

E' normale, se una cosa la vuoi imparare la devi ripetere, ma il problema è sempre quello. Quante volte? La tua risposta è finchè nn l'ha imparata?
secondo me "imparata" non esiste....lo si ripete e basta...crescendo nella qualità con cui lo si esegue.

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Manut

Re:Il fattore “Q”
« Reply #51 on: October 31, 2011, 15:13:14 pm »
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Tu che insegni, dovresti aver notato che ci sono persone piu lente di altre ad apprendere ma che dopo anni, a paragone dei piu veloci nell'apprendimento, sono di pari livello.
si ma sempre dalla ripetizione del gesto tecnico devo passare...

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In un sport agonistico (sdc), difficilmente si ha "tempo da perdere" con chi nn promette bene, quindi posso capire il tuo punto di vista, ma in un sistema di DP si deve fare proprio il contrario e concentrarsi su chi ha bisogno. Questo concetto rientra anche nel tradizionale, dove si cerca di migliorare la persona nella crescita personale e non nel confronto con altri.
ci mancherebbe altro io curo in maniera molto particolare chi ha dei deficit e ti assicuro che far diventare "decente" uno scarsone si ha la stessa soddisfazione che trasformare un "discreto" in un assassino...
Ma sempre dalla ripetizione del gesto tecnico si passa....

E' normale, se una cosa la vuoi imparare la devi ripetere, ma il problema è sempre quello. Quante volte? La tua risposta è finchè nn l'ha imparata?
secondo me "imparata" non esiste....lo si ripete e basta...crescendo nella qualità con cui lo si esegue.

Nn so se ti è capitato vedere dei cani con un bastone trai i denti, cercano di passare tra le sbarre ma nn ci riescono. Ripetono e ripetono ma nn passano, ringhiano e si infuriano ma nn passano.
Ho visto fare cose simili anche ad esseri umani...

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Offline Aliena

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #52 on: October 31, 2011, 15:16:40 pm »
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Va beh, ovvio che deve esserci il Maestro che insegna, ma una volta capito il meccanismo la ripetizione lo affina, il movimento viene interiorizzato e l'esecuzione migliora.  :)
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Offline Dipper

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #53 on: October 31, 2011, 15:20:31 pm »
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Comunque non vorrei che passasse il messaggio per cui una tecnica si può imparare senza averla ripetuta molte volte.
E' un'assurdità.

Il problema è la frequenza nei singoli allenamenti.
Se per intertiorizzare una tecnica sono necessarie diciamo 5000 ripetizioni (sparo una cifra a caso), farne 1000 al giorno per 5 giorni di seguito è diverso da eseguirne 200 a lezione con i giusti tempi di recupero, gli intermezzi ed altro.

Inoltre secondo me è molto importante individuare se ci sono dei problemi a monte.
Dunque se Ciccio non ha abbastanza scioltezza articolare e muscolare per tirare un calcio al viso, prima di metterlo al sacco e fargli ripetere alla nausea il calcio, bisognerà lavorare in maniera mirata sullo stretching e magari sul potenziamento muscolare (dico una banalità, ma secondo me non lo è poi tanto), e quindi penso anch'io che sia importante personalizzare il lavoro.
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Offline Bingo Bongo

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #54 on: October 31, 2011, 15:47:11 pm »
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Se in una sessione di Aikido (ma anche taiji, Viet Vo Dao e perché no Muay Thai e Full Contact) dopo aver fatto sedere gli allievi in seiza uno di fronte all'altro si dice loro di appoggiare i propri palmi sui palmi del compagno questo per me è un esercizio ed è Qualità. Ed è slegato dal combattimento. O meglio non è direttamente coinvolto nelle meccaniche utile al combattimento sportivo. Questo non vuol dire che non farebbe comunque bene a tutti.
scusa ma io non ho mica capito cosa intendi...e soprattuto cosa significa l'esercizio e quale sia la sua  utilità...

La sua utilità è questa: è la sensazione che il mettere i palmi sui palmi del compagno restituisce. Dopo una sessione di allenamento è un toccasana. E ci si deve guardare negli occhi. Lo deve fare e lo può fare anche l'insegnante per entrare in contatto con l'allievo non in un contesto di contrasto, ma di pace. Si può provare e se non se ne sentono i benefici si fa un'altra cosa.

@Hal(IENA)loween Stringere la mano o battere il 5 sono un gesto cordiale il cui tempo di esecuzione ne stabilisce anche i limiti.
Prova con il tuo maestro a mettervi di fronte uno all'altro in posizione seiza e in silenzio, guardandovi negli occhi e senti le sensazioni che restituisce il tuo corpo. Le mani sono importanti. Sono il primo strumento col quale entriamo in contatto col mondo esterno. Vedi i bambini. Ogni tanto tornare bambini è costruttivo. Per quanto riguarda quello che contempla una disciplina sportiva di non sportivo non so dirti.
Fosse per me ogni tanto sarebbe utile portare gli allievi al poligono di tiro. Questo è un esercizio che farei, ma non so dirti se è contemplato.  :)

E facciamolo tenendo presente che tali concetti posso essere espressi in un contesto interdisciplinare e non necessariamente solo in un topic di stili interni cinesi.
Era per sottolineare che è per tutti  :)
Occhio però: se parli in interstile devi usare un linguaggio comune a tutti. E questo linguaggio dev'essere supportato da esperienze comuni facilmente replicabili, altrimenti il tutto ha poco senso.
Sono d'accordo. Sulle esperienze comuni posso garantire sulla eventuale replicabilità, ma non sugli effetti di tale esperienza.
Se dico che "rilassare" i muscoli è importante per me è di facile applicazione, ma ognuno di noi deve capirlo da se (a differenza che se chiedessi di fare 10 flessioni).
Comunque ho capito il messaggio.  :)




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Offline Aliena

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #55 on: October 31, 2011, 15:52:24 pm »
0
Non ho ancora capito in cosa consiste il "toccasana" nell'ambito marziale.

Perchè finora mi pare un "solo" contatto umano che si può ritrovare in situazioni diverse dall'allenamento.

Cosa cambia facendo questo esercizio o non facendolo, nella mia pratica marziale?

« Last Edit: October 31, 2011, 15:54:25 pm by Hal(IENA)loween »
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Offline Clode

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #56 on: October 31, 2011, 15:54:31 pm »
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Il problema è la frequenza nei singoli allenamenti.
Se per intertiorizzare una tecnica sono necessarie diciamo 5000 ripetizioni (sparo una cifra a caso), farne 1000 al giorno per 5 giorni di seguito è diverso da eseguirne 200 a lezione con i giusti tempi di recupero, gli intermezzi ed altro.
io qui proprio non ti seguo...io questi obbiettivi no nli vedo bisogna allenare una tecnica punto e stop...farla il più volte con una "decente esecuzione tecnica".
Il tuo problema è quanti pugni far tirare in un allenamento? quanti allenamenti fare? come dividere routine di riposo e lavoro? come creare un allenamento bilanciato dove poter allenare in maniera corretta ciò che ritieni vada allenato senza tralasciare o ridurre bagaglio tecnico ma allo stesso tempo tenere alta la qualità...
be allora questo è un bel probema grosso che hanno tutti i maestri tutte le volte che mettono giù delle routine...ma non esistono formule esiste solo l'esperienza e l'intuizione del maestor di turno oppure la goffaggine di tanti...
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Inoltre secondo me è molto importante individuare se ci sono dei problemi a monte.
Dunque se Ciccio non ha abbastanza scioltezza articolare e muscolare per tirare un calcio al viso, prima di metterlo al sacco e fargli ripetere alla nausea il calcio, bisognerà lavorare in maniera mirata sullo stretching e magari sul potenziamento muscolare (dico una banalità, ma secondo me non lo è poi tanto), e quindi penso anch'io che sia importante personalizzare il lavoro.
certo è molto importante ma non significa nemmeno snaturare una fisicità ed una coordinazione. Spesso in molte palestre si tende a fare gli atleti con lo stampino invece bisogna saper individuare le caratteristiche e lavorare su quelle. Nell'esempio che hai fatto terresti un ragazzo 1 anno per poter poi eseguire in maniera mediocre un calcio alto che poi ovviamente, non essendo un suo modus naturale, in combattimento non farà. Questo è per me tempo perso visto che magari l'atleta in questione ha dei sassi al posto delle mani ed una riattività muscolare fuori dal comune...e se fatot lavorare in maniera corretta potrebbe diventare nel giro di poco un buon alteta invece che uono scarso tiracalciinallenamento. :)

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Offline The Spartan

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #57 on: October 31, 2011, 15:56:05 pm »
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Comunque non vorrei che passasse il messaggio per cui una tecnica si può imparare senza averla ripetuta molte volte.
E' un'assurdità.

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Se si da per scontato che una tecnica debba per forza essere un movimento complessissimo e disagevole.
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Offline Clode

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #58 on: October 31, 2011, 15:59:03 pm »
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La sua utilità è questa: è la sensazione che il mettere i palmi sui palmi del compagno restituisce. Dopo una sessione di allenamento è un toccasana. E ci si deve guardare negli occhi. Lo deve fare e lo può fare anche l'insegnante per entrare in contatto con l'allievo non in un contesto di contrasto, ma di pace.
ok per me è tempo perso preferisco far tirare una ripresa in più di calci al saccone....
per questo tipo di cose preferisco le pizzate con birrozzo post allenamento....

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Offline Clode

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #59 on: October 31, 2011, 16:01:58 pm »
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Comunque non vorrei che passasse il messaggio per cui una tecnica si può imparare senza averla ripetuta molte volte.
E' un'assurdità.

.

Se si da per scontato che una tecnica debba per forza essere un movimento complessissimo e disagevole.
anche un "semplice" diretto destro è una tecnica molto complessa....Jhon no nmi dire che pure te sei del filone che basta 1 ora a settimana e poi visualizzare l'allenamento...