Il fattore “Q”

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Offline Dipper

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #60 on: October 31, 2011, 16:09:10 pm »
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Il problema è la frequenza nei singoli allenamenti.
Se per intertiorizzare una tecnica sono necessarie diciamo 5000 ripetizioni (sparo una cifra a caso), farne 1000 al giorno per 5 giorni di seguito è diverso da eseguirne 200 a lezione con i giusti tempi di recupero, gli intermezzi ed altro.
io qui proprio non ti seguo...io questi obbiettivi no nli vedo bisogna allenare una tecnica punto e stop...farla il più volte con una "decente esecuzione tecnica".
Il tuo problema è quanti pugni far tirare in un allenamento? quanti allenamenti fare? come dividere routine di riposo e lavoro? come creare un allenamento bilanciato dove poter allenare in maniera corretta ciò che ritieni vada allenato senza tralasciare o ridurre bagaglio tecnico ma allo stesso tempo tenere alta la qualità...
be allora questo è un bel probema grosso che hanno tutti i maestri tutte le volte che mettono giù delle routine...ma non esistono formule esiste solo l'esperienza e l'intuizione del maestor di turno oppure la goffaggine di tanti...
... o rivolgersi a qualcuno che studia questi aspetti.

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Inoltre secondo me è molto importante individuare se ci sono dei problemi a monte.
Dunque se Ciccio non ha abbastanza scioltezza articolare e muscolare per tirare un calcio al viso, prima di metterlo al sacco e fargli ripetere alla nausea il calcio, bisognerà lavorare in maniera mirata sullo stretching e magari sul potenziamento muscolare (dico una banalità, ma secondo me non lo è poi tanto), e quindi penso anch'io che sia importante personalizzare il lavoro.
certo è molto importante ma non significa nemmeno snaturare una fisicità ed una coordinazione. Spesso in molte palestre si tende a fare gli atleti con lo stampino invece bisogna saper individuare le caratteristiche e lavorare su quelle. Nell'esempio che hai fatto terresti un ragazzo 1 anno per poter poi eseguire in maniera mediocre un calcio alto che poi ovviamente, non essendo un suo modus naturale, in combattimento non farà. Questo è per me tempo perso visto che magari l'atleta in questione ha dei sassi al posto delle mani ed una riattività muscolare fuori dal comune...e se fatot lavorare in maniera corretta potrebbe diventare nel giro di poco un buon alteta invece che uono scarso tiracalciinallenamento. :)
Era un esempio Clode... scelto apposta perchè semplice e intuitivo, ma potrebbe anche valere per una qualsiasi tecnica.
Sul differenziare, sfondi una porta aperta.
Ad ogni modo prima di dire, no, tu lascia stare i calci alti che non sei buono, secondo me vale la pena capire se davvero Ciccio non è portato o se può diventarlo con il giusto correttivo, il ruolo dell'allenatore dovrebbe anche essere quello di individuare certi punti di forza latenti.
A me una volta a Shotokan uno mi disse che le mie anche erano conformate in modo da non poter tirare su le gambe...
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Offline The Spartan

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #61 on: October 31, 2011, 16:10:35 pm »
0
No, ci mancherebbe...
Io distinguo ovviamente fra tecnica e tecnica, ma considero tecnica anche un movimento e in alcuni casi apprendere un movimento richiede pochissimo tempo, ma la capacità di eseguirlo ovviamente nn implica il farlo in maniera perfetta e/o efficace, cosa per cui serve tanto sudore e lavoro.
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Offline xjej

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #62 on: October 31, 2011, 16:11:57 pm »
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Imparare e automatizzare sono concetti diversi.
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Offline Dipper

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #63 on: October 31, 2011, 16:17:51 pm »
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Sono d'accordo con entrambi.
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Offline Bingo Bongo

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #64 on: October 31, 2011, 16:46:45 pm »
0
Imparare e automatizzare sono concetti diversi.
Peccato. Su questo non ho nulla da obiettare  :)

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La sua utilità è questa: è la sensazione che il mettere i palmi sui palmi del compagno restituisce. Dopo una sessione di allenamento è un toccasana. E ci si deve guardare negli occhi. Lo deve fare e lo può fare anche l'insegnante per entrare in contatto con l'allievo non in un contesto di contrasto, ma di pace.
ok per me è tempo perso preferisco far tirare una ripresa in più di calci al saccone....
per questo tipo di cose preferisco le pizzate con birrozzo post allenamento....

sul birrozzo sono favorevole. Sul tempo perso no. 

Non ho ancora capito in cosa consiste il "toccasana" nell'ambito marziale.
Perchè finora mi pare un "solo" contatto umano che si può ritrovare in situazioni diverse dall'allenamento.
Cosa cambia facendo questo esercizio o non facendolo, nella mia pratica marziale?

Tu mi hai chiesto un' esercizio slegato dalla routine delle meccaniche degli sport da combattimento e am. Preferisci fare la posizione del loto e meditare sull'esistenza? Facciamolo.
Perché il contatto umano non forma la persona? Non penso che ogni volta che usciamo da una palestra ci sia un gruppo di ninja che ci vuole uccidere.
Quello che cambia è che se una cosa mi rende migliore rende migliore anche la mia pratica, qualunque cosa essa sia (vuoi scrivere ideogrammi giapponesi sulla sabbia? Perché no). Vedo le Arti Marziali un modo per renderci migliori nella vita non solo nel combattimento. Il combattimento è solo perché sono abile. Perché il combattimento appartiene alla vita.

Comunque non vorrei che passasse il messaggio per cui una tecnica si può imparare senza averla ripetuta molte volte.
E' un'assurdità.
Se si da per scontato che una tecnica debba per forza essere un movimento complessissimo e disagevole.
E infatti si da per scontato una cosa sbagliata. Il movimento deve essere semplice e agevole. Il gancio è un gesto semplice e agevole. Lo rendiamo complesso perché parliamo troppo. Invece bisogna parlare il giusto.

Comunque non vorrei che passasse il messaggio per cui una tecnica si può imparare senza averla ripetuta molte volte.
E' un'assurdità.
Se si da per scontato che una tecnica debba per forza essere un movimento complessissimo e disagevole.
anche un "semplice" diretto destro è una tecnica molto complessa....Jhon no nmi dire che pure te sei del filone che basta 1 ora a settimana e poi visualizzare l'allenamento...
E' una tecnica molto complessa solo se la mettiamo al microscopio.


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Offline Aliena

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #65 on: October 31, 2011, 16:54:11 pm »
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Non ho ancora capito in cosa consiste il "toccasana" nell'ambito marziale.
Perchè finora mi pare un "solo" contatto umano che si può ritrovare in situazioni diverse dall'allenamento.
Cosa cambia facendo questo esercizio o non facendolo, nella mia pratica marziale?

Tu mi hai chiesto un' esercizio slegato dalla routine delle meccaniche degli sport da combattimento e am. Preferisci fare la posizione del loto e meditare sull'esistenza? Facciamolo.
Perché il contatto umano non forma la persona? Non penso che ogni volta che usciamo da una palestra ci sia un gruppo di ninja che ci vuole uccidere.
Quello che cambia è che se una cosa mi rende migliore rende migliore anche la mia pratica, qualunque cosa essa sia (vuoi scrivere ideogrammi giapponesi sulla sabbia? Perché no). Vedo le Arti Marziali un modo per renderci migliori nella vita non solo nel combattimento. Il combattimento è solo perché sono abile. Perché il combattimento appartiene alla vita.
Anche leggere un libro, anche fare 4 chiacchiere, anche mille altre cose che faccio durante la giornata mi possono rendere una persona migliore (che io faccia kung fu, o kick boxing, o tennis o briscola).
Non tutte necessariamente una migliore combattente (o semplice praticante, io mi sento ancora lontanissima dal potermi definire combattente).

Ma soprattutto, perchè fare queste cose slegate dalla pratica marziale, in palestra/dojo al posto di esercizi mirati alla pratica marziale?
Perchè, se non ho capito male, tu hai parlato di esercizi che dovrebbero far parte della routine di allenamento facente parte delle AM.
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Offline Bingo Bongo

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #66 on: October 31, 2011, 18:42:06 pm »
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Anche leggere un libro, anche fare 4 chiacchiere, anche mille altre cose che faccio durante la giornata mi possono rendere una persona migliore (che io faccia kung fu, o kick boxing, o tennis o briscola).
Non tutte necessariamente una migliore combattente (o semplice praticante, io mi sento ancora lontanissima dal potermi definire combattente).
Ma soprattutto, perchè fare queste cose slegate dalla pratica marziale, in palestra/dojo al posto di esercizi mirati alla pratica marziale?
Perchè, se non ho capito male, tu hai parlato di esercizi che dovrebbero far parte della routine di allenamento facente parte delle AM.
Hai visto "HERO"? C'è una scena nella quale un maestro per capire la spada usa l'arte della scrittura degli idiogrammi. Pensi che se lo sia inventato il regista per dare un pò di romanticismo al film? Assolutamente. E' storia della spada giapponese.
Ho parlato di yoga, di poligono di tiro e di contatto con il mio compagno/a in una situazione di pace e non di contrasto.
Tu non devi essere una combattente devi essere Kung Fu.  :)
La routine può essere una quota di preparazione atletica, di preparazione tecnica, di preparazione psicologica, ma non mi piace fermarmi alla routine. Io voglio essere Kung Fu tutto il giorno. Se pensi che stai perdendo tempo non farlo, ma se pensi di limitare le tue esperienze significa limitare te stessa almeno provaci.
Nella routine di allenamento di Kasparov alla preparazione di un incontro di scacchi c'erano delle sessioni di biliardo.
Ho forti dubbi sul fatto che il suo preparatore non lo stesse preparando nel migliore dei modi perché il biliardo e gli scacchi non c'entrano niente. Mangia un pò di tutto. Perché altrimenti la specializzazione alla fine ti farà perdere di vista il contesto generale.
 :)








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Offline Aliena

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #67 on: October 31, 2011, 19:10:25 pm »
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Ho l'impressione che abbiamo una diversa visione e che questa sia la differenza: io vedo la mia pratica come parte della mia vita, tu la tua vita come contorno/complemento alla pratica.

Oppure, cosa molto probabile, non ho proprio capito.
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Offline Bingo Bongo

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #68 on: October 31, 2011, 19:44:28 pm »
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Ho l'impressione che abbiamo una diversa visione e che questa sia la differenza: io vedo la mia pratica come parte della mia vita, tu la tua vita come contorno/complemento alla pratica.
Oppure, cosa molto probabile, non ho proprio capito.

In parte hai capito  :)
L'unica cosa è la mia vita la vedo come pratica (no contorno o complemento alla pratica).
Devo essere sempre Kung Fu. Devo essere sempre abile.
Quindi la pratica non è in un ordine temporale o spaziale. E' la vita.
E, se mi permetti, penso che il tuo obiettivo non debba essere andare in palestra come parte della tua vita. Il tuo obiettivo è essere sempre Kung Fu. Quando ti siedi per mangiare o quando ti siedi sul divano. Puoi sederti in modo Abile (Kung Fu) o in modo inabile.
Essere abili sempre è un vantaggio che essere abili solo 2 ore. No?  :)

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Offline Gelo - Killer Whale is back!

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #69 on: November 02, 2011, 09:38:51 am »
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Imparare e automatizzare sono concetti diversi.

Quotone ed appoggio.
Xiej, spero di poterti incontrare un giorno, giusto per farmi annodare un pochetto. ;)

Torniamo a noi.

Dal mio punto di vista, la produzione di praticanti di qualità tra SDC e AM è in un'ottica temporale molto diversa.

Gli Sport da Combattimento sono più immediati e mediamente, puoi far masticare le basi ad un atleta in circa 4/5 mesi se il maestro è bravo.
A mio giudizio, questa rapidità di apprendimento di basi è dovuto sia al minor numero di tecniche totali da trasmettere, sia al fatto che si lascia libera interpretazione ad ogni atleta sulla memorizzazione. Un esempio banale è il gancio; la cosa importante è che il polso sia in linea con l'avambraccio ed il dorso della mano, per evitare traumi al polso. Il resto è storia.
Le Arti Marziali, possono anche facilitare l'apprendimento, ma ricordatevi che siamo sempre obbligati da un certo numero di tecniche che vanno eseguite in quel modo perchè "Così si fà" o "E' stata inventata in quel modo".

In entrambi i casi, resta il fatto che la ripetizione qualitativa del gesto deve essere fatta un certo numero di volte per riuscirla a memorizzare.

E' indubbio che, in entrambi i casi, sono esercizi che ti insegneranno qualcosa per l'intera vita.

P.s.
Anche leggere un libro, anche fare 4 chiacchiere, anche mille altre cose che faccio durante la giornata mi possono rendere una persona migliore (che io faccia kung fu, o kick boxing, o tennis o briscola).

Aliena, la briscola ed i giochi di carte napoletani sono una scienza esatta anche se se in calzoncini o pigiamino colorato. :gh:
Non avere timore, innanzi ai tuoni nemici.
Sii impavido e retto, cossichè Dio possa amarti.
Dì sempre il vero, anche se ti conduce alla morte.
Salvaguardia gli indifesi e non fare torti.
E' il tuo giuramento!
(schiaffo)
E questo, affinchè te ne ricordi!
Sorga un cavaliere.

Cit - Le Crociate (Kingdom Of Heaven)


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Offline Prototype 0

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Re:Il fattore “Q”
« Reply #70 on: February 13, 2012, 16:28:27 pm »
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Mi sembra che brevità e multifrequenza sia un binomio premiato da tale thread, o sbaglio?

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