A mio avviso, troviamo Ju in varie forme, non solo nello schivare/evitare il colpo senza fuggirgli, ossia assecondando la linea e la direzione di attacco per sfruttarla a nostro favore, ma anche nell'uso di braccia e gambe.
Il senso, a mio parere, è nel "non contrasto", inteso come la volontà di non autoprovocarsi inutili traumi che, per quanto si sia condizionati, non possono non incidere.
Age Uke che "incontra" e stoppa un attacco, poniamo dall'alto, impone un rischio, una sfida in cui il braccio più forte avrà la meglio, mentre lo stesso gesto, portato in Sen no Sen, sul caricamento, andrà a "sostituirsi" in qualche misura alle intenzioni, perchè andrà in Awase con il caricamento, senza contrastarlo ma amplificandolo.
Ma ancora, lo stesso Age Uke che deflette, lasciando scaricare il colpo, portandoci in posizione di vantaggio e controllo grazie alla spinta di Uke, svolgerà un lavoro Ju.
Io credo che si tratti di assecondare, unirsi, non soltanto cedere o eludere.
In pratica vedo il Ju come concetto di liberazione (anche in Kumite lo diventa) dalla rigidità e dallo scontro.
In quel senso, concordo con Jolly (che è esponente uechi
ma ma è.....
) su Uchi Uke eseguito in armonia dinamica, che non contrasta ma assorbe e afferra.
Ad esempio, immaginando una azione in cui, finto, mi lascio attaccare, recupero distanza, sul caricamento di un secondo attacco scarico Ushiro Geri che, entrando in piena aspirazione, piega e stende Uke, quell'Ushiro Geri è decisamente Ju, come lo è tutto il senso della mia azione, anche se porta una apparente rigidità esteriore.
Estremizzando, anche Ushiro Uraken portato in replica a un gancio, se tramuta il colpo in spinta, sfrutta quel gancio per direzione e spinta alla rotazione, divenendo Ju.
Credo sia un ennesimo concetto mutuato dalla spada, dove il Must è nel "non contrasto" per non danneggiare il filo o il corpo della lama, quindi l'impugnatura tenendo inclinata la lama, l'assorbire gli attacchi per non rovinarsi e sfruttare quell'energia nella replica.