Io credo che, alla base di un certo modo di contrastare, ci sia stata una parte di equivoco.
Lo Shotokan degli inizi, quello di Gigo Funakoshi, portava con sè la voglia e il bisogno di affermarsi, quindi la componente "esibizionistica" volta a dimostrare e impressionare, era notevole, come lo era il concetto assai macho che Gigo aveva del combattente, duro, inossidabile, letale.
Ma questa componente, doveva appunto servire allo "spettacolo", ossia all'aspetto dimostrativo, pur mantenendo integri i concetti fondamentali del Budo.
Io credo che in buona parte, ci sia stato il piacere e l'illusione rispetto alla "macchina per uccidere" che ha deviato un pò il cammino, lasciando in disparte certe accortezze.
L'influenza Kenjutsu nello Shotokan è notevole, cosa che contrasta con una certa durezza di impatto.
Cosa diversa è l'impatto duro come chiusura di una tecnica, ma il "momento" per quella tecnica, rimane inalterato (o dovrebbe rimanere tale) rispetto all'idea di Sen no Sen e GO No Sen, quindi un impatto duro, penetrante, devastante si, ma non in contrasto, portato comunque o mentre l'avversario carica il colpo, o quando lo ha scaricato, in pratica quando è privo di difese e il nostro colpo moltiplica il suo effetto.
La parata che contrasta, come un muro, c'è di certo, ma è pur vero che permette di proseguire l'azione di attacco, mentre se intercettata e mandata a vuoto l'azione dell'avversario, saremo in vantaggio, padroni dell'esito.
Credo che anche il Karateka più duro, davanti a un pubblico potrebbe distruggere psicologicamente l'avversario picchiando le sue armi, incassando i suoi colpi come fossero carezze eccetera, ma senza pubblico, lottando per la sua vita, baderebbe a non prendere quei colpi.
Se però chi osserva si entusiasma, se chi guarda si convince che vuole essere quel tipo di combattente visto all'esibizione, ecco che trascurerà ogni cedevolezza e ogni prudenza, facendo di quell'atteggiamento da esibizione, volto a impressionare per assurgere allo status di stile riconosciuto e consacrato, il solo atteggiamento, tanto in esibizione, quanto combattendo per sè.
Io la vedo "Buddisticamente" e penso che la verità stia nel mezzo, che se prendo i principi e i concetti, ma anche i movimenti, della spada, per farne una disciplina a mani nude, dovrò ricordare che, privati di talune accortezze, con la spada in mano....si muore.