Ora vorrei citare il mio vecchio professore di disegno tecnico che suoleva ricordare ai suoi allievi (ed a me pure) che:
sei duro come una macina da frantoio
E non intendeva dal punto di vista fisico.
Penso di averti abbondantemente risposto e di non essermi tirato indietro al confronto, secondo le mie limitate capacità,.
Può darsi che queste non siano sufficienti per farti capire il mio punto di vista, ma a questo punto non so che farci.
Anche perché ho l'impressione che tuo tentativo NON sia quello di capire, ma semplicemente di annodare il discorso.
Per confrontarsi e capire bisogna sforzarsi di provare ad entrare in sintonia con il pensiero altrui, se ci si limita a voler imporre il proprio o a voler fare apparire l'altro come un pirla, vedo venir meno le basi di apertura mentale e costruttività da te giustamente citate.
No saburo,io continuo a farti domande precise e tu continui a non rispondermi e a sviare il discorso.
Sei tu a esser duro. ti ho chiesto IN PRATICA cosa impedisce al karate di funzionare sul ring, e tu mi hai risposto con i principi del karate, ne parlo volentieri,ma non e' quello che ti ho chiesto
Se mi permettete di intromettermi nel discorso dico la mia cagata quotidiana e poi mi eclisso.
Cosa non permette al karate di funzionare sul ring? la stessa cosa ce non permette al karate di funzionare (quasi sempre) da nessuna parte (e lo dico da karateka e amante del karate, lo sapete tutti benissimo) ovvero il fatto che nel karate si faccia tanta di quella ricerca sulla perfezione del movimento, sulla ricerca dela potenza, della forma, della velocità, dell'esplosività, del tutto e del di più che si passa più tempo a cercare che a fare. Questo, più la capa tosta e piena di preconcetti di moltissimi maestri e dulcis in fundo l'uso di metodologie di allenamento che per me col karate come veniva fatto (o almeno concepito) all'epoca (parlo di Okinawa nel mio caso) non c'azeccano un kaiser.
My 2 cent