Inizialmente io ero assolutamente contro le cinture, che mi parevano un orpello inutile. Tutt'ora ritengo che non siano fondamentali, ma non sono più così estremista e ci vedo anche il lato buono.
Le cinture possono servire, soprattutto in una disciplina con un programma tecnico ampio, proprio per lo scopo con cui sono state create, far capire agli altri, in un contesto di interscambio, il proprio livello.
Resta da capire cosa si intende per "livello"...
La prima definizione potrebbe essere quella di "pura potenza ed efficacia", insomma un'indicatore di forza modello Dragonball. Questo è l'unico caso in cui comprendo certe prove fisiche estreme. Ma per coerenza, a mio avviso, quando si perde la capacità di sostenere tali prove, vuoi per invecchiamento, vuoi per la ridotta frequenza degli allenamenti con l'avanzare dell'età e degli impegni della vita, bisognerebbe prevedere anche il downgrade.
La cintura nera solo perchè in tempi remoti si è riusciti nell'impresa su di un panzone che fatica a muoversi mi sembra poco coerente, almeno se la cintura va interpretata in quest'ottica.
La seconda definizione, che io ovviamente prediligo, è quella della conoscenza tecnica e secondariamente dell'impegno profuso per ottenerla. Si stila uno schema didattico opportunamente dosato, e la cintura viene assegnata quando l'atleta si è sufficientemente (saper fare) o ampiamente (saper fare, spiegare, analizzare) impadronito del programma tecnico previsto per essa.
Questo non significa che non si debba esercitare il fisico con prove più o meno sadiche, ma solo che non trovo il senso di renderle programma d'esame.
D'altronde, se si ha un corretto metro di giudizio, è sufficiente valutare le tecniche e lo sparring per capire se sotto c'è stata la corretta preparazione fisica, sempre in relazione alla persona che si ha davanti. Età e caratteristiche fisiche sono troppo variabili per poter definire un parametro di giudizio unico, allo stesso modo in cui la preparazione atletica (e anche tecnica in fondo) dovrebbe essere personalizzata e commisurata.
In questo senso, se per passare, diciamo alla cintura verde è previsto che bisogna saper portare un calcio circolare, dal 20enne atleticamente dotato pretenderò l'high kick degno di un dio, dal 45enne con scarsa scioltezza articolare mi aspetterò un low kick da manuale.
Ovviamente in questo modo il programma diventa meno definito e più flessibile in base appunto a chi si ha davanti, con in comune il concetto che ognuno nelle sue possibilità dovrebbe dare il massimo per essere efficace in sparring e/o DP.
Ultima considerazione che ne deriva, è che secondo me il passaggio di cintura non dovrebbe avvenire per esame.
Troppe volte ho visto gente che si amazza per sostenerlo e poi una volta ottenuta la nera si sbraca. La cintura dovrebbe essere assegnata come succede nel BJJ a insindacabile giudizio del sensei, che valuta oltre che il grado tecnico raggiunto, anche la serietà e la perseveranza nel migliorare.
Dunque la cintura nera non dovrebbe significare "io sono figo, spacco il culo, piscio petrolio e cago cemento", bensì solo "so di che si parla, possiamo allenarci e scambiare dando per scontato il programma" e, come poi si dice sempre nel Budo, costituire un inizio, non un traguardo.