Se si desse, a partire da maestri e organizzazioni, il giusto collocamento e significato alle cinture, forse non ci sarebbero tante menate.
Già l'idea di prendere lo Shodan per "merito", come "premio", che sia di anzianità o di quel che vi pare, facendolo vedere come un traguardo, è del tutto fuorviante.
Quel colore nero, la sola cosa che fa, è azzerare le differenze di trattamento, nulla di più.
Nera è quella dello Shodan, nera è quella dello Shian, pari sarà il riguardo da avere con entrambi, sia nella potenza che nella velocità delle tecniche.
Se la cintura è nera, non mi preoccupo che non sappia cadere, proietto e stop, mica lo tengo per farlo girare dalla parte giusta senza ammazarsi, quelle sono accortezze che ho con le cinture colorate che hanno ancora il diritto di non sapere.
Se la cintura è nera, il mio tsuki, il mio geri, sarà al massimo, mica lo tengo a freno per non fare lo sborone.
Quel grado non è in nulla un traguardo, è un inizio, il momento in cui si dovrebbe accedere ad un diverso tipo di apprendimento, più profondo e personale, avendo l'obbligo di esserne in grado.
La fatidica "nera" è una responsabilità e un onere, ne premio ne onore, ne traguardo ne riconoscimento, è solo il momento, in cui gli altri smettono di trattarti con i guanti.
Se venisse raccontata così, se riacquistasse questo significato, la gente avrebbe assai meno foga di ottenerla, perchè saprebbe che non rappresenta alcun punto di arrivo e che comporta rogne e mazzate.
Il tipo che non ce la fa, quello che non ha i mezzi, quello che si impegna ma non ha tempo, saranno assai più contenti di tenersi la cintura marrone in vita.
Purtroppo, le cinture si danno come medaglie, per una gara vinta, per affetto, per anzianità, per mille ragioni che non sono quella sola ragione valida, ossia "il ragazzo è pronto".