<<Cominciamo con l'aspetto fisico. È il più ovvio, la nostra parte più visibile, subito percepita dai sensi, ma quanto poco la conosciamo in realtà! Possiamo controllare il corpo superficialmente: si muove e agisce secondo la volontà cosciente.
Ma a un altro livello, tutti gli organi interni funzionano fuori dal nostro controllo, senza che noi sappiamo come. A un livello più sottile, non abbiamo la percezione delle incessanti reazioni biochimiche che avvengono dentro
ogni cellula del corpo. Ma questa non è ancora la realtà ultima del fenomeno materia.
In definitiva il corpo, che sembra solido, è composto di particelle subatomiche e di spazi vuoti.
Persino queste particelle subatomiche non hanno una solidità reale; il tempo di esistenza di una di esse è molto meno di un trilionesimo di secondo. Le particelle nascono e svaniscono continuamente, passando dentro e fuori dallo stato di esistenza, come un flusso di vibrazioni.
Questa è la realtà ultima del corpo, di tutta la materia, scoperta dal Buddha 2500 anni fa.
Con le loro ricerche, gli scienziati moderni hanno riconosciuto e accettato questa realtà ultima dell'universo materiale, senza tuttavia divenire delle persone liberate, illuminate. Con la loro curiosità essi hanno indagato la natura dell'universo utilizzando l'intelletto e affidandosi agli strumenti per verificare le loro teorie.
Il Buddha, al contrario, era motivato non soltanto dalla curiosità quanto piuttosto dal desiderio di trovare una via d'uscita dalla sofferenza.
Nella sua ricerca non usò altri strumenti tranne la propria mente.
La verità che scoprì non fu il risultato di una razionalizzazione, bensì della sua esperienza diretta.
Ecco perché riuscì a liberarsi. Scoprì che l'intero universo materiale era composto da particelle, chiamate in pàli kalàpa, « unità indivisibili». Nelle loro infinite varianti queste unità possiedono le qualità fondamentali della materia: massa, coesione, temperatura e movimento. Si combinano per formare strutture che sembrano avere una qualche permanenza, ma che di fatto sono tutte composte di minuscole kalàpa, che sono in uno stato di continuo sorgere e sparire. Questa è la realtà ultima della materia: un costante flusso di onde o particelle.
Questo è il corpo che ciascuno di noi chiama « me stesso ».>>
William Hart - L'arte di vivere - Tecnica di meditazione Vipassana