Un percorso

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Luca Bagnoli

Un percorso
« on: November 09, 2011, 11:23:25 am »
+8
Quando ho lasciato lo SHotokan avevo ben chiaro in mente cosa non andava in ciò che facevamo. Niente sparring , niente contatto , tantissimi kata , tantissimi bunkai , tantissimi kihon ... Mi sono dunque rivolto al mondo del jissen karate. ALcuni non mi hanno neanche risposto alle mail ( parlo di scuole italiane eh , non di scuole giapponesi che magari la mail in italiano o inglese neanche la leggono ). Altri mi hanno risposto chiedendomi di organizzare stages a costi allucinanti. Ho provato alcune scuole di persona rimanendo piuttosto deluso dal livello tecnico molto basso. Alla fine ho incontrato un Sensei che faceva parte di una scuola poco conosciuta. Si è posto modestamente e non mi ha chiesto cifre assurde. Allenandomi con lui mi sono reso conto che era davvero molto competente. I suoi allenamenti erano fisicamente durissimi , i suoi ragazzi erano forti. Grande esperienza negli SDC. Dopo un po' di tempo però ho cominciato di nuovo ad avere dubbi... Dove era il Karate in ciò che stavo facendo ? Praticamente si trattava di solo kumite " jissen style " e di un po' di kick in karategi. Ho mollato. Nel frattempo avevo stretto amicizia con un Senpai che sarebbe poi diventato praticamente un fratello. Karateka fortissimo , anima inquieta come me. Lui a differenza di me è un avventuriero. Si è recato diverse volte in giappone , per periodi abbastanza lunghi ( un mese ogni volta ) e ha toccato con mano diverse realtà. E' diventato allievo e branch chief per conto di uno dei maestri più rispettati nel panorama del karate a contatto pieno giapponese : una vera leggenda. E abbiamo entrambi cominciato a seguire gli insegnamenti di quel maestro. Tantissimi kihon , ancora kihon , kumite , ancora kumite. Per un po' credevamo di aver trovato il nostro " posto migliore " ( Shaman King docet ) ... dopo un qualche tempo i dubbi sono tornati. Facevamo due tipi di kihon. Quelli per il kumite e quelli " tradizionali ". Apparentemente due mondi separati. Quelli tradizionali parevano del tutto inutili. Quelli da kumite erano funzionali al kumite senza pugni al viso... Abbiamo cominciato a chiederci cosa ci sarebbe importato del kumite senza pugni al viso una volta che non avessimo avuto più l'età per competere o la voglia per portare i ragazzi a competere ... anche in ragione del fatto che in Italia competizioni di jissen ci stanno solo quelle aikk che sono chiuse agli esterni. Allora dico " vabbeh caco il kumite jissen style e mi concentro su un kumite coi pugni al viso ". Ok. MA con i kihon tradizionali che cazzo ci faccio ? Per un po' pratico e insegno solo kihon da kumite e combattimento con pugni al viso. Torna il problema che sto praticando Shudo o Shin KArate o , in buona sostanza , Kick in Karategi. Il mio amico continua i suoi viaggi in giappone e mi parla dei suoi incontri con grandi maestri. Tra questi due in particolare , appartenenti a scuole diverse , gli fanno un discorso che ci sconvolge entrambi. Parafrasando " ragazzi il jissen karate come si pratica oggi è solo roba da torneo. non c'entra niente col karate , il karate è altro ". A dirlo sono due leggende , due uomini considerati dei veri Samurai , dei Custodi del Budo. Cazzo. Ma allora noi che stiamo facendo ? Da lì ho chiuso il mio corso e congedato i miei allievi/ compagni. Mi sono messo a ragionare. La mia idea attuale è strana , fatico a spiegarla anche a me stesso. Non credo più che Budo e Sport possano convivere. Si finisce col creare un ibrido insensato. Ora come ora credo fermamente che lo SDC debba essere praticato a parte e che il Budo inteso come combattimento da strada o combattimento " per la vita " non possa includere lo sparring. Se dovessi dire cosa faccio adesso non saprei proprio come chiamarlo...

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Offline Saburo Sakai

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Re:Un percorso
« Reply #1 on: November 09, 2011, 11:37:36 am »
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Luca Bagnoli

Re:Un percorso
« Reply #2 on: November 09, 2011, 11:39:11 am »
+1
Temo che tu non abbia compreso se ritieni che quanto scritto possa in qualche modo avvicinarmi alle tue posizioni. Grazie comunque per l'attenzione.

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Luca Bagnoli

Re:Un percorso
« Reply #3 on: November 09, 2011, 11:40:02 am »
0
Non sono sarcastico eh Saburo , davvero ti ringrazio per l'attenzione ma temo che quanto ho scritto sia difficilmente comprensibile.

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Offline Barvo Iommi

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Re:Un percorso
« Reply #4 on: November 09, 2011, 11:42:06 am »
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però è bello perchè sincero, razionale e personale


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Offline Paguro49

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Re:Un percorso
« Reply #5 on: November 09, 2011, 11:44:58 am »
+1
Bel post Luca.
Mi da l'idea di quello che, risolve i dubbi "a pugni e calci" invece che "a pippe mentali", forse perchè, di riffa o di raffa, sono dubbi riferiti a qualcosa che si compone di pugni e calci.
A mio parere descrivi un percorso logico e onesto, credo che anche la demarcazione fra l'aspetto sportivo e non, sia destinata a tornare sottile, ma magari sotto una diversa luce, nel senso che immagino (ma magari no) che la logica prosecuzione del percorso porterà a vedere l'aspetto sportivo come strumento dello studio complessivo, una parte di esso, non qualcosa di esterno e a se stante.
Comunque vada, ricordando anche un certo discorso fatto fra noi in privato, rimarco il mio "Bel post Luca". :)
« Last Edit: November 09, 2011, 11:50:22 am by BibeRonin45x3 »
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita

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Luca Bagnoli

Re:Un percorso
« Reply #6 on: November 09, 2011, 11:52:57 am »
0
Grazie a tutti per l'attenzione e l'apprezzamento. In effetti non so neanche dove volevo andare a parare con questo 3d. Però fa parte del mio modo di essere il mettere un concetto per iscritto e magari pure sbatterlo in piazza per vedere cosa succede. Dagli incontri/ scontri col pensiero altrui generalmente riesco a trarre energia e spunto per la mia ricerca.

Ronin : intanto grazie. Sul discorso della demarcazione tra spetto sportivo e non ... non so come si evolverà la mia concezione. Di sicuro ho sempre considerato l'aspetto della competizione come molto formativo. Ed è ancora così naturalmente ! Solo che mi sto rendendo conto che un " sistema " valido non può includere una parte di addestramento che è finalizzata alla competizione. E certamente non si può competere senza preparazione specifica. Quindi ? La soluzione che trovo per ora è praticare il BUdo come Budo , con i suoi fini e le sue caratteristiche, e lo sport come sport. Penso comunque che affiancare al Budo uno SDC sia quasi fondamentale ... purchè le due cose restino separate...

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Offline Saburo Sakai

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Re:Un percorso
« Reply #7 on: November 09, 2011, 12:01:43 pm »
+1
Temo che tu non abbia compreso se ritieni che quanto scritto possa in qualche modo avvicinarmi alle tue posizioni. Grazie comunque per l'attenzione.

E' possibile, lo rileggerò meglio...

Come è possibile che anche tu non abbia capito le mie di posizioni, che forse sono più vicine alle tue di quanto entrambi crediamo.

Ma quando scrivi come in questa discussione, vorrei avere un cappello per potermelo togliere...

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Offline Paguro49

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Re:Un percorso
« Reply #8 on: November 09, 2011, 12:03:33 pm »
+2
Si condivido.
Posso sapere che la tal leva può portare alla rottura o a disarticolare un arto, ma è ovvio che non ho modo per allenarmi a farlo.
D'altro canto, se anche mi preparassi unicamente allo scontro per la vita, magari preparandomi a fare più danni possibile, sarei ipocrita con la mia stessa pratica se non sperimentassi il confronto/scontro (sparring o gare che sia) e ciò che ne deriva, come adrenalina, reazioni fisiche e psicologiche alla pressione e ai colpi.
Insomma, credo che basterebbe mantenere la capacità di scindere i contesti e la loro funzione, per evitare di far confusione, convincersi di cose fin troppo distanti dalla realtà e cadere preda di dubbi e delusioni.
Mi pare ovvio che, anche chi si prepara a "uccidere", non possa pretendere "verifiche" di funzionalità o efficienza, salvo fare il Killer di mestiere, ma nemmeno restare del tutto alieno a certe sensazioni.
Poi se ci si ricorda che, menandosi a sangue in palestra, sul ring o in una gabbia, non si sta lottando per la vita e non si sta cercando di uccidere nessuno, allora quel tipo di confronto si mantiene formativo ed essenziale.
In questo senso trovo logico il tuo percorso...o quello che mi pare di aver capito essere il percorso che descrivi.
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Offline Paguro49

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Re:Un percorso
« Reply #9 on: November 09, 2011, 12:33:13 pm »
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Per di più, credo che il discorso sia di quelli che "non fanno prigionieri", nel senso che prescinde l'abilità del soggetto.
In un altro 3D si parla di Aghayev, uno certamente bravissimo nella sua specialità, ma penso che, nonostante la bravura, se la sua pratica fosse "tutta li", dovendo difendersi davvero rischierebbe moltissimo, a partire dallo scoprire che il nemico no va per terra al primo colpo, anzi, magari si incazza pure di più.
E questo indipendentemente dalla bravura di Aghayev che non metto nemmeno in discussione.
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Offline Saburo Sakai

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Re:Un percorso
« Reply #10 on: November 09, 2011, 12:34:14 pm »
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Già avendo di fronte Aghayev, il nemico parte con una incazzatura maggiore...  XD
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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:Un percorso
« Reply #11 on: November 09, 2011, 12:44:10 pm »
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Interessante punto di vista, che Budo (inteso come DP se non ho capito male) e sport siano su due piani diversi concordo.

Sul non provare invece dipende cosa intendi, non potrai ricreare una situazione identica ma "simile" IMHO sì (tipo alcuni corsi di DP oppure i Dog Brothers tanto per citarne alcuni)

Ma forse ho capito male il tuo discorso   :-[
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile

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Offline Paguro49

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Re:Un percorso
« Reply #12 on: November 09, 2011, 12:49:31 pm »
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Ti rispondo per me (Luca è grandicello e fa da sè :gh:) con un esempio banale.
Puoi allenarti e addestrarti una vita intera ad ammazzare la gente, ma per quanto tu possa ricreare situazioni, il solo modo che hai per fare quel tipo di lavoro è e rimarrà "per finta", almeno fino a che non ti trovi a dovere ammazzare qualcuno davvero, unico caso in cui ti tocca  scoprire se davvero sei capace come ritieni. ;)
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Offline Ragnaz

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Re:Un percorso
« Reply #13 on: November 09, 2011, 12:52:54 pm »
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Non posso che essere d'accordo con te. E' difficile trovare un'arte che permetta davvero di mediare entrambe le necessità.
Io ero convinto di averla trovata (e lo sono ancora), ma poi per altri tipi di problemi il percorso è stato troncato.
Ho trovato qualcosa di simile (nei concetti almeno, non nelle tecniche e tipo di allenamento) nell'insieme dato da krabi-krabong, maemai e muay thai.. probabilmente ora come ora è il "sistema" più completo che mi pare di trovare "in giro".
Sarei però curioso di sapere tu cosa fai "di preciso" ora come ora :)
Ragnaz - alias Luca


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Offline Paguro49

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Re:Un percorso
« Reply #14 on: November 09, 2011, 13:14:47 pm »
+1
Mah, credo che anche la ricerca continua del metodo più completo sia deteriore, perchè porta a fare troppo poco di troppe cose, rimanendo sulla superficie di tutte, belli carichi di dubbi sempre più giustificati.
A mio parere la cosa migliore è quella di mantenere una strada, percorrerla e approfondirla il più possibile, ma senza chiudersi in essa, lasciando spazio alle escursioni, ampliando la propria cultura di merito, in modo da riempire vuoti, colmare lacune, correggere interpretazioni errate, in quella disciplina che, a quel punto, tenderà a completarsi, finendo, come spesso abbiamo modo di constatare da esperienze dirette e da alcuni video, per somigliare a molto altro a seconda del frangente.
Detto questo, abbandonare le pippe sulla "realtà" sarebbe come togliere un bel freno alla crescita, perchè tanto, la "realtà" è proprio quella da cui impariamo a stare alla larga, poi quando malauguratamente si presenta, è sempre uguale solo e soltanto a se stessa....quindi... :whistle:
« Last Edit: November 09, 2011, 13:16:25 pm by BibeRonin45x3 »
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