Uno stile deve essere un modo con cui esprimo energia non deve essere: "questi sono gli schemi di combattimento, fuori da questi schemi non avrai soluzioni". E per questo che ci sono ragazzi che sapeva combattare meglio prima di iscriversi a un corso di AM.
Aivia ha un'esperienza più che decennale come buttafuori.
Ma ce ne sono molti altri nel forum molto più preparati e competenti di quanto io non sia.
Chiedi a chiunque di loro se affronterebbero volentieri un gruppo di 6 o 7 persone.
Non in palestra.
Fuori da una birreria.
O anche una persona,armata.
Magari te la cavi,ma è un tiro a testa o croce.
Ho quotato il tuo intervento per mettere il luce il "problema",o almeno quello che io credo sia il problema.
Ho a lungo combattuto, occupandomi di difesa personale senza inutili fronzoli, contro la moda della lotta a terra.
In effetti, contro due aggressori o più, contro aggressori armati, o più grossi, andare a terra è un mezzo suicidio.
Anzi, più aggressori armati non è uno scenario da difesa personale, è un'esecuzione.
Ma ultimamente, posto anche che con l'età sono diventato molto meno invasato...
Ho riscoperto il valore pedagogico della lotta a terra, e la consiglierei a chiunque abbia dei bambini da avviare allo sport.
Dal punto di vista del movimento, essa risveglia dei pattern motori che dovrebbero essere naturalmente acquisiti nei primi due anni, ma che i genitori di tutto il mondo bloccano aiutando il bambino a rotolarsi sulla pancia, a mettersi seduto, o facendolo camminare col girello quando dovrebbe gattonare.
Le persone che si dedicano, anche in età adulta, allo studio (giocoso e non estremamente competitivo o portato agli infortuni) della lotta a terra, dopo un paio di mesi iniziano a camminare meglio, il mal di schiena che consideravano un passaggio obbligato per il loro lavoro si attenua fino a scomparire, e anche l'atteggiamento nei confronti dei problemi cambia.
Questo dell'atteggiamento è dipendente dalla capacità di stare in appoggio su T10, la decima vertebra toracica, cosa che dovremmo saper fare ma che facciamo una fatica boia a fare, mentre i pochi bambini che furono lasciati sdraiati e che impararono da soli a mettersi sulla pancia, riescono a fare, e la capacità di stare in appoggio su questa vertebra ci rende capaci di stare in una posizione di difesa molto arcaica, che si traduce in un atteggiamento più sicuro nella vita, anche da in piedi (provare per credere).
Detto questo, e visto che le discipline di lotta appartengono al mondo del gioco e della sfida, e non a quello della DP, devo ammettere che la tanto declamata (da me e da altri) capacità di antilotta, ovvero la capacità di liberarsi in fretta dai lottatori e di rialzarsi in fretta dalle situazioni a terra, migliora sensibilmente, drammaticamente, se si migliora come lottatori.
E quando dico "migliorare come lottatori" non mi riferisco alla pratica agonistica e superspecializzata nell'allenamento e nell'impostazione, ma mi riferisco al gioco che si può fare in sicurezza e divertimento, senza competizione o inimicizia, tra amici.
Alla lunga, ma anche dopo la prima settimana, quello è un gioco che paga moltissimo in termini di coordinazione, postura, atteggiamento, sicurezza, e capacità di fluire con le trazioni e le spinte o di liberarsi dai tentativi di lotta quando indesiderati.
Quest'estate, con Massimo Mondini del Movimento Arcaico, abbiamo dedicato una settimana intensiva alla lotta vista in quest'ottica, senza nessuna tecnica insegnata ma tanti esercizi a due di gioco e recupero dei movimenti base, primordiali, quelli che dopo un po' affiorano da soli. Devo testimoniare (non senza meraviglia) che le persone presenti al corso, persone completamente digiune di SDC, AAMM o simili, alla fine della settimana fluivano con prese, trazioni, spinte come ho visto fare da praticanti di taiji di livello medio alto. E durante le sessioni di lotta per gioco sembravano persone che praticano BJJ da un anno.
Inoltre...ci siamo divertiti un sacco e sono nate delle amicizie.