Penso non ci sia nulla di soprannaturale nel no-contact.
Anche io sono dello stesso avviso.
Tralasciando le baracconate che imputo alla suggestione, l'unica cosa che mi viene in mente è legato agli effettoi già citati nei post precedenti.
L'esempio del praticante di Kendo e le esperienze di Takuan.
Cosa che spiega anche risposta data a wa.
A voi non è mai capitato in sparring di avere qualche momento di "stato di grazia" in cui il compagno era così titubante e spaventato da abortire ogni iniziativa ad un vostro movimento?.
O di averlo subito?
Quella sgradevole sensazione che qualsiasi cosa faccia il mio avversario la sta solo aspettando per farmi tanto male?
In quei casi li mi sembra che qualsiasi cosa faccia sia esattamente quello che il mio avversario si aspetta e che sappia già che fare e quindi a un suo movimento in risposta abortisco la mia iniziativa.
O come in lotta, con chi è più bravo se non finisco annodato mi fermo in una situazione di stallo più o meno sicura con il timore che qualunque iniziativa sarà l'inizio di una finalizzazione imminente[nb].
ultimamente sto lavorando su questo blocco mentale per uscire dallo stallo pur rischiando, e ottenendo appunto, l'annodatura[\nb].
Certo se si riuscisse a instillare tramite postura, comunicazione non verbale o altro
[1] una tale titubanza nell'avversario questo sarebbe l'unico no contact che accetto.
E ovviamente tra persone che già si conoscono tra le quali ci sono rapporti di "sudditanza" (maestro-allievo per esempio) una tale cosa riesce più facile.