Non giriamo troppo intorno al discorso, la sopravvivenza è questione di un istante, il gioco, il dilettantismo, il professionismo, lo sparring libero in dojo o palestra possono essere una metodologia di condizionamento che non presuppone la sopravvivenza e quindi si distribuisce in un lasso ti tempo maggiore. Osservo i punti vuoti dell'avversario, schivo, rimetto, subisco colpi ma non rischio la vita.
Se giro l'angolo e all'improvviso mi arriva un pugno nel viso o reagisco d'istinto o lo becco pieno nella speranza che il pugno non sia un coltello o un tirapugni con le punte, strumenti generalmente vietati nello sparring libero in palestra.
Se avete dubbi rileggete e analizzate le parole di Taisen che ho postato.