Se pratichiamo uno sport, abbiamo chiaro in mente cosa facciamo, perchè lo facciamo e secondo quali regole comuni.
Ovviamente, uno sport può (e spesso ha) avere risvolti utilissimi in ambiti extrasportivi, se si parla di mazzate la DP ne è diretta conseguenza, perchè avere la prontezza di darsela a gambe, così come di piantare un cazzotto ben dato sul muso di qualcuno, al momento giusto, è di fatto DP, ma quelle cose mi vengono anche dalla seria e assidua pratica agonistica, in tema di riflessi, preparazione atletica, prontezza e abitudine a una situazione di scontro.
Ovviamente vengono meno mille varianti che la fatidica DP prende in esame (o dovrebbe farlo) sotto il profilo psicologico, ambientale, di contesto eccetera, ma mi pare scontato che l'abitudine a un certo tipo di confronto sia un vantaggio.
Certamente si può sviscerare e approfondire il tema di ipotetiche aggressioni e scontri, ampliando un panorama tecnico e situazionale, ma anche qui sorgono problemi di confusione, perchè si rischia sempre di non mantenere chiara la prima e sola necessità, ossia il fare presto, mentre può nascere l'idea di prolungare uno scontro, cosa assolutamente sciocca.
Nelle AM, l'idea di prolungare lo scontro è un pericolo insito nella pratica, perchè spesso, l'aspetto DP viene dato per scontato, finendo per non essere trattato affatto, se non per proclami o illazioni.
Oggi come oggi, il tema della difesa personale, è un tema, a mio avviso, a se stante, che diventa (o può diventare) parte di questa o quella pratica.
Non è più tempo per prepararsi alla guerra o al campo di battaglia (se non per chi lo fa di mestiere) e vengono meno molte delle radici Marziali di molte pratiche, così come non si trova alcun codice che possa ricondurre ai terreni noti ad uno sportivo.
In tutto questo, si insinua la possibilità di cazzeggiare, facendo leva sulle esaltazioni, sulle fantasie, sulle farneticazioni urbane di molti, cedendo il passo ai molti corsi di difesa del tutto inproponibili, che fanno pericolose promesse, che insinuano ancor più pericolose certezze.
Io credo che il praticante di AM, che non mantiene una parte sportiva (anche se non agonistica) nella sua pratica, si priva di uno strumento importante, così come credo che lo sportivo che non decontestualizza mai la sua pratica dal ring, rischi un pericoloso fraintendimento su cosa sia la realtà e i suoi rischi.
A tutto questo, va aggiunto che, per parlare di pericolo, almeno un minimo occorrerebbe sapere cosa cacchio sia, perchè ho visto troppi insegnanti, sia in AM, sia in DP che in SDC, parlare di strada e marciapiede, senza avere la minima cognizione di causa, senza sapere se e quanto abbia di vero ciò che dicono e su cui fondano i loro "insegnamenti".
Per questo penso che sia pretestuosa la differenziazione, perchè per un verso o per l'altro, l'aspetto DP non è che una parte della pratica, sia in AM che in SDC, che sia parte fondante o effetto collaterale, una parte che ha ragione d'essere e sostanza se tenuta in considerazione per ciò che è, senza fronzoli inutili o romantici.
Se invece parliamo di DP a se stante, allora parliamo di altro, di qualcosa che prevede canoni e metodiche non adatte alla massa, specifiche per chi ne ha specifica esigenza e può accettare anche gli aspetti più dolorosi e pericolosi di quel tipo di lavoro.
Per intenderci penso a professionisti, militari e simili, cioè gente che non si pone il problema di cosa accade in addestramento, fosse anche una frattura, perchè è qualcosa che gli servirà per sperare di portare a casa la pelle.
In questo senso trovo che, mentre lo sportivo "può permettersi" di pensare unicamente a questioni di natura sportiva, il Marzialista serio non dovrebbe avere facoltà di tralasciare alcun aspetto della sua pratica, che sia il confronto "sportivo" piuttosto che la DP.
Per il resto non vedo eccessive differenze oggi come oggi.