- SDC. Il risultato ha la precedenza su tutto: in nome dell'efficacia, sono ben accette nuove tecniche e strategie; la possibilità di ricevere un colpo, anche un solo livido, può essere trascurata se in cambio si può terminare l'incontro.
Arte marziale a caso: il pukulan. Stessa cosa... Me te frego se mi faccio malissimo alla tibia, se posso terminarti.
Gli sdc trasmettono certi valori meglio delle am grazie al confronto diretto: umiltà, spirito di sacrificio, "no pain no gain", rispetto, eccetera...non hanno però la pretesa di insegnare massime di vita (meglio così) e soprattutto non c'è bisogno di ricorrere a determinate filosofie per spiegare elementi della pratica (se non tutta)[/li][/list]
Arte marziale a caso: il kali. Non si ricorra alla filosofia per spiegare elementi della pratica.
- AM. La vittoria non è prioritaria; è invece fondamentale l'incolumità dei praticanti e non sempre questi due aspetti vanno di pari passo.
Arte marziale a caso: wing chun. Addirittura ci sono associazioni che propongono lo slogan di essere invinvibili...
Il punto è che io non ho la pretesa di distinguere in modo netto am da sdc e lo reputo pure sbagliato perché sono pratiche con molti punti in comune e spesso complementari. (non so se l'ho già detto, nel caso, scusami) Non a caso avevo scritto:
NB: ho distinto am e sdc, ricordo che i sistemi di autodifesa sono una terza cosa. Ci sono poi più in generale sistemi di combattimento che mi è difficile far rientrare in una categoria in modo univoco, ad esempio il Krabi Krabong...ma direi che è più am
Caso strano la muay thai: al momento riesce a conservare tradizione ed efficacia (invidia del karate :'( ) abbastanza bene, a parte la svarionata dell'aver inserito la boxe. Ma per me è sdc...ora potete bannarmi
Non sono qui per dare definizioni nette ma perché sostengo che le parole sdc e am intendono due modi differenti
[1] di praticare. Non c'è nessuna categorizzazione scientifica, difatti molte discipline hanno aspetti da sdc e aspetti da am assieme; tuttavia a mio parere la maggior parte ha molti elementi in comune con una delle due idee piuttosto che con l'altra.
Cerco di fare degli esempi. Per me la maggior parte degli stili di kung fu
[2], daito-ryu, kenjutsu, kalarippayatu
[3] sono am perché sono nettamente più vicini alla "am ideale " piuttosto che al "sdc ideale" e le caratteristiche peculiari delle due idee sono quelle che ho scritto (e son personali e opinabili). Al contrario, boxe, kick, lotta olimpica dico che sono tipici sdc.
Questi sono i due estremi, ma ci sono tante discipline che hanno elementi di entrambe le categorie oppure che si avvicinano ad una piuttosto che all'altra a seconda di come vengono praticate. Per esempio il Judo di Xjej è proiettato verso la categoria sdc, altri però lo praticano in modo molto diverso e si considerano am. Il karate è arduo da collocare senza fare una distinzione per stili: il mio Uechi-ryu è molto vicino all'idea di am, meno invece il kyokushin. Una karateka kyokushin che si allena sia per le competizioni sia le tecniche tradizionali (kata inclusi) è a cavallo tra am e sdc.
Non mi dilungo per tutte le am, penso che ormai sia chiaro ciò che penso.
Secondo me, molte discipline non sono solo difficili da suddividere in am/sdc, ma spesso questi due modi di praticare sono complementari. Un esempio banale è nel kung fu, dove è utile e bello integrare la pratica tradizionale col sanda, che per me è sdc.
Ora mi riallaccio ad un altro intervento. Alla luce di quanto ho scritto, potete chiedermi: se non c'è separazione netta, perché mantenere questa divisione?
In realtà ho un po' di difficoltà a capire questo post. Comunque, la mia intenzione non era "definire" cosa sono arti marziali - cosa sono gli sport da combattimento. La mia intenzione era far capire quanto la distinzione/definizione categorica di arti marziali e sport da combattimento attualmente in uso sia fallace.
E qui rispondo ai tuoi dubbi. Per come la vedo io, avere un termine in più per indicare la pratica è una ricchezza di linguaggio; mi spiego con un altro esempio pratico. Se sto andando ad allenarmi e dico:
- "vado a fare am"; implicitamente do molte informazioni su quello che faccio: dico che vado a praticare un'attività in cui si seguono delle usanze particolari, non mi alleno avendo come primo obiettivo quello di gareggiare, eccetera...
- "vado a fare sdc"; allora sto dicendo che vado ad allenarmi con lo stesso impegno, ma preparandomi per un combattimento "libero" contro qualcuno che avrà una preparazione fisica come la mia e pratica (circa) la stessa cosa, durante l'allenamento il mio primo pensiero sarà di allenare ciò che è efficace in tal senso e rendere efficace ciò che non mi viene. Se c'è qualche tecnica che mi risulta proprio ostica e la posso evitare mi concentro su altro. E poi tanto altro...
Oltretutto, mantenere nel linguaggio risulta comodo anche per intendersi con la maggior parte dei praticanti, che usa questa distinzione.
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