L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1305 on: June 18, 2012, 09:22:19 am »
+3
Aggiungo...


Tesi: Non è possibile trovare un criterio per distinguere un'AM da un SDC

Obiezioni:

Le AM sono nate in un'ottica di DP
-Anche le AM si evolvono, perchè il modo in cui sono nate dovrebbe costituire un criterio sensato di categorizzazione?
-Al giorno d'oggi la DP comprende molto altro rispetto allo street fighting (per approfondimenti Difesa Personale ≠ Street fighting ), nessuna AM tratta tutti i campi della difesa personale. 


Le AM insegnano la filosofia, gli SDC no
-La filosofia è ben altro rispetto a qualche concetto e dato che le ore di studio interne al corso sono una parte molto marginale e spesso accessoria della pratica, questa differenza è inconsistente. (per approfondimenti Spin off da "l'inviolabilità del programma": la filosofia e il suo studioLA FILOSOFIA NELLA PRATICA MARZIALE )

I confronti nelle AM non presuppongono l'esistenza di un regolamento, mentre negli SDC la pratica è vincolata a tale regolamento
-moltissime AM hanno anche una parte sportiva.
-sparring le regole sono necessarie per evitare infortuni.
-l'introduzione di regole modifica la performance,non la natura della pratica.

Le AM hanno le forme, gli SDC no
-Esistono parecchie AM senza alcuna forma (ad esempio la thai, il bjj,... )

Le AM sono complete mentre gli SDC no
-Ci sono AM (ad esempio la scherma) che non trattano il combattimento disarmato e nemmeno la lotta e altre che non contemplano la parte armata (es bjj..)

Le AM tengono in particolar modo alle tradizioni e all'aspetto storico, mentre gli SDC sono più improntati all'efficacia in un contesto sportivo
-La thai è un'AM che si è evoluta e che ha una componente sportiva molto forte e apprezzata anche all'esterno del regolamento specifico
-la rievocazione storica puo' essere un elemento accidentale della pratica,non la sua definizione. Moltissime "AM tradizionali" sono di fatto molto piu' giovani di gran parte degli sdc.

Il combattimento nelle AM ha come scopo quello di non perdere mentre quello degli SDC è di vincere
- la presenza di un regolamento (e quindi del concetto di vittoria di una gara) non snatura una pratica (anche in un contesto di sparring street fighting oriented vigono regole)
- a livello pratico la differenza non è significativa per la scarsa diffusione di certi esercizi   
( per approfondimento AM vs SDC: combattere per non perdere vs combattere per vincere )


Riconoscimento oggettivo vs Riconoscimento soggettivo
- dipende più dagli obiettivi che ogni praticante si pone che non dalla disciplina in sè

Gli SDC richiedono una fisicità maggiore rispetto alle AM, mentre nelle AM il ruolo maggiore è dato dalla "meditazione"
- certe pratiche non sono presenti in tutte le AM
- anche con disabilità o nella vecchiaia si possono praticare discipline con una forte componente fisica
(per approfondimento Muay thai in età avanzata  Pugilato una disciplina per sempre? SAVATE A 70 ANNI!!! )


 



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Offline The Spartan

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Offline Bingo Bongo

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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1307 on: June 18, 2012, 11:19:54 am »
-1
La differenza fra AM ed SdC mi sembra davvero banale e sono convinto che la maggior parte della discussione sia non solo
ampiamente dettata da bisogni o idee soggettive, ma in molti casi volutamente forzata ai fini di criticare le AMT e in particolare
quella parte delle AMT che si presentano come Marziali e che si dimostrano, a torto o a ragione, inefficaci in quei banchi
di prova utili a dimostrare l'efficacia di una disciplina.
Ecco, la Marzialità è proprio il punto sul quale va indirizzata la nostra attenzione.
Tutte le discipline da combattimento sono marziali o di derivazione marziale: cioè derivano dall'arte di dare la morte.
La capacità di dare la morte è stata affinata, prima delle armi da fuoco, attraverso il miglioramento dell'uso delle armi da taglio
o di percussione. Le armi da taglio hanno una connotazione specificatamente di offesa e ben si adattano a essere usate come
mezzo di offesa e quindi come mezzo principalmente di attacco.
Tutte le discipline orientali tradizionali derivano dall'uso delle armi da taglio o da percussione.
Il wushu tradizionale o, con un altro termine, il Kung Fu è prima di tutto abilità nell'uso delle armi.
Lo studio delle armi è lo studio principale durante le diverse dinastie, sia in cina che in giappone, e sono lo strumento di
offessa allenato e usato in guerra per uccidere. L'abilità (l'Arte), cioè il kung fu, nell'uso di queste armi fanno di queste discipline delle
discipline Marziali.
Il wushu nella sua versione tradizionale, lo shaolin e tutti i derivati, le discipline filippine, vietnamite,quelle tradizionali thailandesi, ecc...
fanno dell'allenamento all'uso delle armi da taglio o di percussione la parte principale della disciplina stessa.
Nella guerra e nelle faide le armi erano il mezzo principale di offesa.
In tutti i casi il contesto socio culturale, filosofico e religioso influenzano come supporto delle discipline marziali o
come formalizzazione delle discpline stesse.
Saltiamo un pò di passaggi e vediamo che la parte della disciplina che allena il combattimento disarmato tenta di trasferire
le qualità acquisite dalle armi alle mani nude e lo fa con marzialità. Questo è un punto fondamentale.
Tutti gli stili "esterni", es. choy lee fut, hung gar, ecc... non solo hanno nel loro bagaglio un ampio studio delle armi, ma
usano movenze tipiche dell'uso delle armi. I movimenti ampi e potenti del choy lee fut sono spesso eseguiti a 2 mani perché di derivazione
dell'uso delle doppie spade.
Saltiamo ancora dei passaggi: la spada per il taiji, la lancia per l'yquan, le sciabole a conna di cervo (o doppie mezze lune) nel bagua.
La marzialità è parte dell'allenamento. Non solo mentale, ma nel tentativo di sostituire l'arma con il corpo.
Il karate con "mano vuota" (non "mano nuda"!!!!) sottolinea che la mano è disarmata. Però non la si protegge con un guantone, ma la si allena
ancora con quello spirito e obiettivo marziale da cui deriva. La mano deve acquisire essa stessa quella forza, durezza che che viene a mancare
con il mancato uso delle armi da taglio.
La stessa marzialità che porta a spezzare mattoni. La stessa marzialità che porta a condizionare il corpo oltre il limite del normale allenamento atletico.
Il corpo deve diventare esso stesso un'arma. Ecco allora tutte quelle prove anche menatali che portano il combattente a farsi spezzare legni e pezzi di ghisa
sul corpo.La differenza fra AM ed SdC mi sembra davvero banale e sono convinto che la maggior parte della discussione sia non solo
ampiamente dettata da bisogni o idee soggettive, ma in molti casi volutamente forzata ai fini di criticare le AMT e in particolare
quella parte delle AMT che si presentano come Marziali e che si dimostrano, a torto o a ragione, inefficaci in quei banchi
di prova utili a dimostrare l'efficacia di una disciplina.
Ecco, la Marzialità è proprio il punto sul quale va indirizzata la nostra attenzione.
Tutte le discipline da combattimento sono marziali o di derivazione marziale: cioè derivano dall'arte di dare la morte.
La capacità di dare la morte è stata affinata, prima delle armi da fuoco, attraverso il miglioramento dell'uso delle armi da taglio
o di percussione. Le armi da taglio hanno una connotazione specificatamente di offesa e ben si adattano a essere usate come
mezzo di offesa e quindi come mezzo principalmente di attacco.
Tutte le discipline orientali tradizionali derivano dall'uso delle armi da taglio o da percussione.
Il wushu tradizionale o, con un altro termine, il Kung Fu è prima di tutto abilità nell'uso delle armi.
Lo studio delle armi è lo studio principale durante le diverse dinastie, sia in cina che in giappone, e sono lo strumento di
offessa allenato e usato in guerra per uccidere. L'abilità (l'Arte), cioè il kung fu, nell'uso di queste armi fanno di queste discipline delle
discipline Marziali.
Il wushu nella sua versione tradizionale, lo shaolin e tutti i derivati, le discipline filippine, vietnamite,quelle tradizionali thailandesi, ecc...
fanno dell'allenamento all'uso delle armi da taglio o di percussione la parte principale della disciplina stessa.
Nella guerra e nelle faide le armi erano il mezzo principale di offesa.
In tutti i casi il contesto socio culturale, filosofico e religioso influenzano come supporto delle discipline marziali o
come formalizzazione delle discpline stesse.
Saltiamo un pò di passaggi e vediamo che la parte della disciplina che allena il combattimento disarmato tenta di trasferire
le qualità acquisite dalle armi alle mani nude e lo fa con marzialità. Questo è un punto fondamentale.
Tutti gli stili "esterni", es. choy lee fut, hung gar, ecc... non solo hanno nel loro bagaglio un ampio studio delle armi, ma
usano movenze tipiche dell'uso delle armi. I movimenti ampi e potenti del choy lee fut sono spesso eseguiti a 2 mani perché di derivazione dell'uso delle doppie spade.
Saltiamo ancora dei passaggi: la spada per il taiji, la lancia per l'yquan, le sciabole a conna di cervo (o doppie mezze lune) nel bagua.
La marzialità è parte dell'allenamento. Non solo mentale, ma nel tentativo di sostituire l'arma con il corpo.
Il karate con "mano vuota" (non "mano nuda"!!!!) sottolinea che la mano è disarmata. Però non la si protegge con un guantone, ma la si allena ancora con quello spirito e obiettivo marziale da cui deriva. La mano deve acquisire essa stessa quella forza, durezza che che viene a mancare con il mancato uso delle armi da taglio.
La stessa marzialità che porta a spezzare mattoni. La stessa marzialità che porta a condizionare il corpo oltre il limite del normale allenamento atletico.
Il corpo deve diventare esso stesso un'arma. Ecco allora tutte quelle prove, anche marzialmente menatali, che portano il combattente a farsi spezzare legni e pezzi di ghisa sul corpo.
Bene, queste arti sono arti marziali. Il pugilato non è un'arte marziale. E' uno sport da combattimento dove l'allenamento è incentrato a un confronto regolamentato e le mani sono protette. Non è marziale, ma è un arte.
L'Arte è il punto in comune, non la marzialità.
L'ho fatta davvero breve. La storia ha già definito e indicato la differenza e non c'è UFC che tenga.

Bene, queste arti sono arti marziali. Il pugilato non è un'arte marziale. E' uno sport da combattimento dove l'allenamento è incentrato a un confronto regolamentato e le mani sono protette. Non è marziale, ma è un arte.
L'Arte è il punto in comune, non la marzialità.
L'ho fatta davvero breve. La storia ha già definito e indicato la differenza, della loro specifica derivazione marziale, dei loro specifici allenamenti alla marzialità. La "letalità" o la "marzialità" con cui una disciplina si approccia al combattimento, prima ancora che col corpo con la testa, fanno la differenza.
E attenzione che non sto facendo una questione di merito. Perché la questione di merito è OT.

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Offline Darth Dorgius

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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1308 on: June 18, 2012, 11:21:45 am »
+1
Allora quasi nessuno fa arti marziali, BB. :)
Cittadino del Territorio Libero di Trieste.

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Offline Giorgia Moralizzatrice

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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1309 on: June 18, 2012, 11:23:11 am »
+1
Repetita iuvant Bingo   XD


 :ricktaylor:
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile


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Offline orsobruno77

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Offline Il Torvo Svantaggione

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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1311 on: June 18, 2012, 11:25:44 am »
+2
...
L'ho fatta davvero breve.
...
meno male, pensa se ti fossi dilungato... :gh:

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Offline Rev. Madhatter

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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1312 on: June 18, 2012, 11:26:41 am »
+4
Bingo non hai argomentato hai espresso il tuo parere, con cui peraltro non sono affatto d'accordo:
Ne' sulla definizione di marzialita', ne sull fatto che questa sia una differenza rilevante tra le discipline:

La thai risponde ai tuoi requisiti di marzialita', ed e' una zona grigia non indifferente in una simile divisione in categorie.

Inoltre se manteniamo il marziale legato alla guerra, le moderne arti marziali si chiamano tiro dinamico,tiro di precisione, etc... tutto il resto e' sport o rievocazione storica, sicuramente non ha nulla a che fare con la guerra.
Peccato che la stupidità non sia dolorosa.
(A. S. LaVey )

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Offline Bingo Bongo

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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1313 on: June 18, 2012, 13:06:30 pm »
0
Allora quasi nessuno fa arti marziali, BB. :)
Ho parlato soltanto della differenza fra le AM e gli SdC.

Repetita iuvant Bingo   XD
 :ricktaylor:
Cioè? Avano già postato la stessa cosa?

Bingo non hai argomentato hai espresso il tuo parere, con cui peraltro non sono affatto d'accordo:
Ne' sulla definizione di marzialita', ne sull fatto che questa sia una differenza rilevante tra le discipline:

E' il mio parare.
Per ora ho letto solo opinioni e pareri che non mi hanno convinto che fra AM  ed SdC non ci sia nessuna differenza.


La thai risponde ai tuoi requisiti di marzialita', ed e' una zona grigia non indifferente in una simile divisione in categorie.
La thai sportiva è di derivazione marziale di cui mantiene alcuni aspetti tipici. La thai tradizionale, che comprende la parte armata, è tipicamente un'AM.

Inoltre se manteniamo il marziale legato alla guerra, le moderne arti marziali si chiamano tiro dinamico,tiro di precisione, etc... tutto il resto e' sport o rievocazione storica, sicuramente non ha nulla a che fare con la guerra.
Le attuali discipline armate finalizzate al combattimento sono arti marziali...moderne. Moderne perché man mano che viene a mancare l'artigianalità dell'uomo nell'applicare la marzialità aumenta la tecnologia. Oggi, quindi, possiamo parlare di "tecnologie marziali."

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Offline Paguro49

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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1314 on: June 18, 2012, 13:15:14 pm »
0
Forse la sola vera differenza la fanno proprio le armi.
Da un punto di vista prettamente morfologico, non siano progettati per colpire a mani nude, persino i primati si ingegnano con rami e sassi.
Questo perchè le nostre mani sono complesse, fatte per afferrare, sensibili ai traumi che ne possono limitare la capacità di presa.
Quindi l'ausilio di oggetti è forse la soluzione più naturale.
Da li la realizzazione di armi sempre più sofisticate.
A quel punto, intelligenza ed esperienza vogliono che si prenda in esame l'eventualità di rimanere senza armi, quindi lo sviluppo di tecniche (spesso mutuate dalle stesse armate) atte a poter proseguire nello scontro, fosse anche solo per potersi procurare un'arma o una via di fuga.
Da li lo sviluppo di tecniche e scuole per lo studio del combattimento disarmato, probabilmente come integrazione e specializzazione, che porta in sè l'opportunità di un confronto più libero da determinati rischi, con una maggiore affermazione di sè e della propria virilità
In quel senso, trovo più naturale e conseguente la lotta, che parte sempre dall'idea di afferrare, funzione primaria delle nostre mani.
Solo inseguito, come ulteriore evoluzione, lo Striking, tanto con le mani/braccia quanto, in seguito, con i piedi/gambe, soluzione successiva perchè più rischiosa per ragioni di equilibrio.
Gli SDC non credo contemplino tutto questo escursus, partendo direttamente dal confronto disarmato, 1 vs 1 e regolamentato.
Ma oggi come oggi, parliamo di differenze "storiche" nell'origine delle discipline, nulla di più, perchè oggi mancano le condizioni per mantenere attuali certe distinzioni.
« Last Edit: June 18, 2012, 13:17:59 pm by Paguro46 »
La divina scuola dello schiaffazzo argenteo vigila su di voi, mentre la divinissima università dello sputazzo ligneo vi inumidisce la vita


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Offline Darth Dorgius

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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1315 on: June 18, 2012, 13:20:01 pm »
0
Allora quasi nessuno fa arti marziali, BB. :)
Ho parlato soltanto della differenza fra le AM e gli SdC.

Mi sta bene, solo dev'essere ben chiaro che parli di qualcosa che, se esiste, è assolutamente raro.

Invece nel thread penso che stiamo tutti cercando di confrontarci sulla base di pratiche praticabili dai più. :)
Cittadino del Territorio Libero di Trieste.

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Offline Andy

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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1316 on: June 18, 2012, 13:55:51 pm »
+2
Mi permetto di allargarmi un attimo...
Meno seghe mentali e più lettura dei post precedenti. Ne guadagneremmo tutti.

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Offline Bingo Bongo

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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1317 on: June 18, 2012, 14:05:37 pm »
0
Allora quasi nessuno fa arti marziali, BB. :)
Ho parlato soltanto della differenza fra le AM e gli SdC.

Mi sta bene, solo dev'essere ben chiaro che parli di qualcosa che, se esiste, è assolutamente raro.

Invece nel thread penso che stiamo tutti cercando di confrontarci sulla base di pratiche praticabili dai più. :)

Sono d'accordo anche se forse più che praticabili oggi parlerei di pratiche praticate se  penso che nelle palestre di karate a New York si allenano indossando il gi. Se penso all'utilità di imparare  "le sciabole a corna di cervo" per recidere un tendine in un combattimento, ma questo non annulla le differenze. La funzionalità tradizionale di una disciplina marziale può aver perso il suo senso prettamente pratico, ma non possiamo uniformare una pratica marziale con una pratica sportiva solo perché di quella pratica marziale, oggi, è funzionale solo la parte sportiva.
Prendo atto del "trend" dei partecipanti al topic, ma per quanto mi riguarda le differenze ci sono ancor prima di "diritto" che di "fatto". E questo proprio perché oggi siamo così lontani da quel contesto culturale di cui manteniamo, appunto, la tradizione.
Certo, la mia opinione :)

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Offline Rev. Madhatter

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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1318 on: June 18, 2012, 14:16:02 pm »
+4
no,trovo tale cosa abbastanza pretestuosa:

1) non possiamo sapere come siano nate tale discipline, ne' come venissero allenate.


2) e' un ipotesi quella che vede nascere lo sport come separato dall'arte marziale: lotta e affini in antichita' rientravano nell'atletica pesante: atletica appunto. Forme di sport finalizzate alla preparazione fisica del guerriero.
Cosi' c'era il lancio del giavellotto e la corsa in arme e scudo.
Probabilmente gia' allora lo sport era la forma con cui ci si preparava per la guerra.

3) stabilire una differenza a priori non e' tradizionale,ma e' una moderna impostura, non dissimile da quando qualcuno faceva un discorso razziale.
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Re:L'inconsistenza della categorizzazione fra AM e SdC
« Reply #1319 on: June 18, 2012, 14:18:23 pm »
0
Spoiler: show
La differenza fra AM ed SdC mi sembra davvero banale e sono convinto che la maggior parte della discussione sia non solo
ampiamente dettata da bisogni o idee soggettive, ma in molti casi volutamente forzata ai fini di criticare le AMT e in particolare
quella parte delle AMT che si presentano come Marziali e che si dimostrano, a torto o a ragione, inefficaci in quei banchi
di prova utili a dimostrare l'efficacia di una disciplina.
Ecco, la Marzialità è proprio il punto sul quale va indirizzata la nostra attenzione.
Tutte le discipline da combattimento sono marziali o di derivazione marziale: cioè derivano dall'arte di dare la morte.
La capacità di dare la morte è stata affinata, prima delle armi da fuoco, attraverso il miglioramento dell'uso delle armi da taglio
o di percussione. Le armi da taglio hanno una connotazione specificatamente di offesa e ben si adattano a essere usate come
mezzo di offesa e quindi come mezzo principalmente di attacco.
Tutte le discipline orientali tradizionali derivano dall'uso delle armi da taglio o da percussione.
Il wushu tradizionale o, con un altro termine, il Kung Fu è prima di tutto abilità nell'uso delle armi.
Lo studio delle armi è lo studio principale durante le diverse dinastie, sia in cina che in giappone, e sono lo strumento di
offessa allenato e usato in guerra per uccidere. L'abilità (l'Arte), cioè il kung fu, nell'uso di queste armi fanno di queste discipline delle
discipline Marziali.
Il wushu nella sua versione tradizionale, lo shaolin e tutti i derivati, le discipline filippine, vietnamite,quelle tradizionali thailandesi, ecc...
fanno dell'allenamento all'uso delle armi da taglio o di percussione la parte principale della disciplina stessa.
Nella guerra e nelle faide le armi erano il mezzo principale di offesa.
In tutti i casi il contesto socio culturale, filosofico e religioso influenzano come supporto delle discipline marziali o
come formalizzazione delle discpline stesse.
Saltiamo un pò di passaggi e vediamo che la parte della disciplina che allena il combattimento disarmato tenta di trasferire
le qualità acquisite dalle armi alle mani nude e lo fa con marzialità. Questo è un punto fondamentale.
Tutti gli stili "esterni", es. choy lee fut, hung gar, ecc... non solo hanno nel loro bagaglio un ampio studio delle armi, ma
usano movenze tipiche dell'uso delle armi. I movimenti ampi e potenti del choy lee fut sono spesso eseguiti a 2 mani perché di derivazione
dell'uso delle doppie spade.
Saltiamo ancora dei passaggi: la spada per il taiji, la lancia per l'yquan, le sciabole a conna di cervo (o doppie mezze lune) nel bagua.
La marzialità è parte dell'allenamento. Non solo mentale, ma nel tentativo di sostituire l'arma con il corpo.
Il karate con "mano vuota" (non "mano nuda"!!!!) sottolinea che la mano è disarmata. Però non la si protegge con un guantone, ma la si allena
ancora con quello spirito e obiettivo marziale da cui deriva. La mano deve acquisire essa stessa quella forza, durezza che che viene a mancare
con il mancato uso delle armi da taglio.
La stessa marzialità che porta a spezzare mattoni. La stessa marzialità che porta a condizionare il corpo oltre il limite del normale allenamento atletico.
Il corpo deve diventare esso stesso un'arma. Ecco allora tutte quelle prove anche menatali che portano il combattente a farsi spezzare legni e pezzi di ghisa
sul corpo.La differenza fra AM ed SdC mi sembra davvero banale e sono convinto che la maggior parte della discussione sia non solo
ampiamente dettata da bisogni o idee soggettive, ma in molti casi volutamente forzata ai fini di criticare le AMT e in particolare
quella parte delle AMT che si presentano come Marziali e che si dimostrano, a torto o a ragione, inefficaci in quei banchi
di prova utili a dimostrare l'efficacia di una disciplina.
Ecco, la Marzialità è proprio il punto sul quale va indirizzata la nostra attenzione.
Tutte le discipline da combattimento sono marziali o di derivazione marziale: cioè derivano dall'arte di dare la morte.
La capacità di dare la morte è stata affinata, prima delle armi da fuoco, attraverso il miglioramento dell'uso delle armi da taglio
o di percussione. Le armi da taglio hanno una connotazione specificatamente di offesa e ben si adattano a essere usate come
mezzo di offesa e quindi come mezzo principalmente di attacco.
Tutte le discipline orientali tradizionali derivano dall'uso delle armi da taglio o da percussione.
Il wushu tradizionale o, con un altro termine, il Kung Fu è prima di tutto abilità nell'uso delle armi.
Lo studio delle armi è lo studio principale durante le diverse dinastie, sia in cina che in giappone, e sono lo strumento di
offessa allenato e usato in guerra per uccidere. L'abilità (l'Arte), cioè il kung fu, nell'uso di queste armi fanno di queste discipline delle
discipline Marziali.
Il wushu nella sua versione tradizionale, lo shaolin e tutti i derivati, le discipline filippine, vietnamite,quelle tradizionali thailandesi, ecc...
fanno dell'allenamento all'uso delle armi da taglio o di percussione la parte principale della disciplina stessa.
Nella guerra e nelle faide le armi erano il mezzo principale di offesa.
In tutti i casi il contesto socio culturale, filosofico e religioso influenzano come supporto delle discipline marziali o
come formalizzazione delle discpline stesse.
Saltiamo un pò di passaggi e vediamo che la parte della disciplina che allena il combattimento disarmato tenta di trasferire
le qualità acquisite dalle armi alle mani nude e lo fa con marzialità. Questo è un punto fondamentale.
Tutti gli stili "esterni", es. choy lee fut, hung gar, ecc... non solo hanno nel loro bagaglio un ampio studio delle armi, ma
usano movenze tipiche dell'uso delle armi. I movimenti ampi e potenti del choy lee fut sono spesso eseguiti a 2 mani perché di derivazione dell'uso delle doppie spade.
Saltiamo ancora dei passaggi: la spada per il taiji, la lancia per l'yquan, le sciabole a conna di cervo (o doppie mezze lune) nel bagua.
La marzialità è parte dell'allenamento. Non solo mentale, ma nel tentativo di sostituire l'arma con il corpo.
Il karate con "mano vuota" (non "mano nuda"!!!!) sottolinea che la mano è disarmata. Però non la si protegge con un guantone, ma la si allena ancora con quello spirito e obiettivo marziale da cui deriva. La mano deve acquisire essa stessa quella forza, durezza che che viene a mancare con il mancato uso delle armi da taglio.
La stessa marzialità che porta a spezzare mattoni. La stessa marzialità che porta a condizionare il corpo oltre il limite del normale allenamento atletico.
Il corpo deve diventare esso stesso un'arma. Ecco allora tutte quelle prove, anche marzialmente menatali, che portano il combattente a farsi spezzare legni e pezzi di ghisa sul corpo.
Bene, queste arti sono arti marziali. Il pugilato non è un'arte marziale. E' uno sport da combattimento dove l'allenamento è incentrato a un confronto regolamentato e le mani sono protette. Non è marziale, ma è un arte.
L'Arte è il punto in comune, non la marzialità.
L'ho fatta davvero breve. La storia ha già definito e indicato la differenza e non c'è UFC che tenga.

Bene, queste arti sono arti marziali. Il pugilato non è un'arte marziale. E' uno sport da combattimento dove l'allenamento è incentrato a un confronto regolamentato e le mani sono protette. Non è marziale, ma è un arte.
L'Arte è il punto in comune, non la marzialità.
L'ho fatta davvero breve. La storia ha già definito e indicato la differenza, della loro specifica derivazione marziale, dei loro specifici allenamenti alla marzialità. La "letalità" o la "marzialità" con cui una disciplina si approccia al combattimento, prima ancora che col corpo con la testa, fanno la differenza.
E attenzione che non sto facendo una questione di merito. Perché la questione di merito è OT.

@Bingo non noti una certa ripetizione nel tuo post?

Riassumendo la tua distinzione sarebbe che nella pratica di un'AM si insegna a maneggiare armi o comunque a dare la morte in qualche modo?
I requisiti per una discussione sono onestà intellettuale e una mente aperta, senza questi nessun confronto è possibile