Ho letto diversi post dove pare sia emerso un certo modo di vedere le AM come delle discpline che costruiscono l'uomo attraverso duri allenamenti, la spiritualità, la filosofia, il concetto di vita e di morte. Tutte cose di cui ho parlato anch'io e che hanno una loro collocazione in merito. Ma non credo che questo sia di supporto alla dimostrazione delle differenze fra AM ed SdC.
Quando parlo di differenze, e sono convinto che le differenze ci siano e siano evidenti, per alcuni aspetti questo è un bene soprattutto per gli SdC.
Io penso che le AM, dove la marzialità è una componente fondamentale, oggi siano soprattutto le AM Moderne cioè quelle discipline, oggi come allora, che militarizzate pongono la disciplina, l'allenamento, la motivazione e la marzialità come componenti essenziali per portare a casa la pelle in un conflitto. Ecco perché lo studio delle armi è tipicamente una caratteristica delle AM tradizionali e moderne.
Però quando le guerre finiscono allora spesso la tecnologia servita in battaglia diventa di consumo e in questo è importante capire che oggi a quella marzialità militarizzata si avvicinano molto di più gli SdC che le AM. Il motivo è molto semplice: le AM sono troppo lontane dal contesto che obbligava alla serietà e alla presa di coscienza del senso della pratica. Oggi il contensto è un contesto protetto. E in genere lo è molto di più nelle AM che negli SdC.
Nonostante da giovane mi avessero detto che avevo talento per il pugilato, nonostante in strada la pella l'abbia rischiata più volte, nonostante l'impegno sono solo un dopolavorista che si allena. Certo ci metto senso e serietà perché all'ospedale ci sono finito e so cosa vuol dire fare a botte sotto un portico di notte con il pavimento di marmo e pure bagnato. Però queste sono cagate. Questi sono momenti in cui non c'è ne guerra nè battaglia. Solo una buona dose di violenza. A volte solo rabbia, odio, aggressività.
Ma quando si sale su un ring per fare 12 riprese, quando un judoka o un lottatore combattono in una competizione bhè allora la magia è grande. Vedete ogni tanto penso che avrei potuto fare il pro nel pugilato se avessi continuato e allora penso a cosa avebbe significato fare quelle 12 riprese.
Penso che quelle 12 riprese che si vinca o si perda faccia di un praticante un uomo (magari non un grande uomo perché di campioni cazzoni ce ne sono stati), ma un uomo si. Un uomo che diventa tale proprio perché combatte all'interno di regole e lo fa fino alla fine. Lo fa fino a quando vince o perde. Lo fa in una competizione e non c'è AM fatta in palestra che tenga. Un pugile o un lottatore nel momento che combattono, anche se lo fanno all'interno di regole, viene limato, formato e anche cambiato perché adesso si fanno i conti. Adesso il culo di anni di lavoro (certo era cosi anche per le AM) si possono risolvere in una frazione di secondo. Eppure c'è ancora il tempo di ragionare o di essere artisti. Di usare la fantasia o di usare la forza. Di sicuro ci si conosce. Ci si conosce davvero. Quindi quelle 12 riprese, quei 3 round del judoka, del lottatore o dello schermista sono magici. Ecco, non facciamone una questione di merito perché oggi se vogliamo crescere o lo facciamo in strada o ci mettiamo i guantoni e lottiamo o lottiamo e basta.
Questo vale per tutti e per tutte le discipline.