Evvaiiii qui si può trollare all'infinito dicendo tutto ed il contrario di tuttooooooo
A parte gli scherzi, riferiti a qualche singolo post o meglio, passaggio di post, dico ormai da ANNI che tutto è DP se è fatto in quell'ottica, nulla è DP se non è fatto in quell'ottica.
Come sempre quindi, si deve partife da COS'E' LA DP?
Questa è la conditio sine qua non, per stabilire se il lavoro che fate fare agli allievi, o vi fanno fare come allievi, è coerente ed inerente la DP, ed in che proporzione.
Io insegno per il 50% delle lezioni, il karate goju tradizionale, con kata e kihon, che sono la base tecnica di ciò che, nel restante 50%, diventa DP.
Per spiegarmi, nel karate "sportivo", leve, prese e proiezioni non esistono, salvo una sola proiezione, mi pare O-goshi, afferrare uke e randellarlo di calci e pugni è impensabile, bloccargli il collo è follia, figurarsi prenderlo a calci se cade....
Non da me però, essendo il karate nato per esigenze di difesa, quindi se cadi, devi sapere cosa fare per ottenere lo spazio-tempo necessario a tirarti in piedi, devi saperti rialzare in piedi in un'attimo.
Il karate conta 4 diverse gomitate, calci bassi (rotula e caviglia), colpi adatti a danneggiare organi interni, grandi vasi sanguigni, nervi e soprattutto legamenti.
Si impara a cadere per gradi, questa evoluzione in gradi fa parte dell'esame di cintura, si impara a rialzarsi immediatamente, ed è programma d'esame per cintura bianca a striscetta rossa, che è prima della gialla.
Se ci sono queste tecniche nel tuo studio normale, secondo me devi saperle fare ed usare, altrimenti non stai davvero studiando karate, non so cosa fai, ma non stai studiando karate.
Ovvio che non puoi farti del male, quindi le tecniche vengono portate in maniera da non essere lesive, ma esistono protezioni e colpitori per ovviare al rischio di far male, imparando comunque, a grandi linee, come dev'essere quella tecnica per essere efficace.
Inoltre, sia come sia, ci sono altri due fattori che necessariamente vanno messi in mezzo e di cui gli allievi devono essere ben consci, l'Art.52 del C.P. inerente la legittima difesa e l'ambiente dove vivono gli allievi.
La periferia di una metropoli o certi quartieri di Napoli (città scelta a caso, tra le tante a larga diffusione di malavita organizzata di stampo mafioso), necessita di tecniche estremamente lesive e portate con cattiveria, sono non solo da prendere in considerazione, ma anzi, devono essere studiate con attenzione da tutti, appena l'insegnante vede che l'allievo può gestire quel tipo di tecniche.
Mentre in piccole cittadine di provincia come la mia, dove un furto in abitazione o scippo, occupano la prima pagina del giornale e terza pagina il giorno dopo, è naturale che abbia esigenze diverse, qui uno stupro ricordo che occupò i giornali per una settimana, con allarmismi più no meno giustificati IN TUTTA LA PROVINCIA, a Roma (per dire una città grossa a caso), va semplicemente in cronaca.
Un suicidio mediante fucile, portò ad avere prese di posizione politiche e sociali per una settimana, sull'opportunità di lasciare il porto d'armi a certe persone, non vi dico il casino, si scrisse addirittura al Prefetto.
La difesa militare, essendo regolata dalla Legge militare, non va ionsegnata ai civili, salvo che non ci si trovi l'Italia invasa da esercito nemico in veste di occupante.
I nostri eroi Partigiani, loro si che dovevano studiare difesa militare, i nostri soldati oggi si, che devono studiare difesa militare, magari visti i nuovi tipi di delinquenti, ex militari del Patto di Varsavia e Americani nel nostro suolo, devono saper fare quelle cose, ma i civili no.
Ecco, secondo me, il discorso si chiude così, non conta quale Arte pratichi, ma COME la pratichi.