IL FUTURO DEI BUDO
Maestro Luigi Carniel del 18.11.2011
Tradotto da Daniela Cappi Caufriez
Ci sono giorni in cui viene la voglia di scrivere perché un evento ha provocato la nostra riflessione, e se i budo tradizionali fossero in via di estinzione?
I tradizionalisti che siete fremeranno alla sola idea che ciò' possa succedere, ma come facciamo a esserne cosi' sicuri?!
Questi ultimi tempi, non smetto di incontrare delle persone che mi fanno pensare il contrario, questi personaggi, (sicuri dei propri diritti e della propria conoscenza), professano una rimessa in discussione dei budo tradizionali, invocando (con affettazione) che questa epoca é passata e che non é più in fase con la realtà odierna.
Si permettono dunque (dopo qualche lezione affrettata), di creare dei nuovi metodi uno più inverosimile dell'altro, di giudicare superfluo e inefficace ciò' che gli antichi Maestri ci hanno lasciato, e ciò' che la storia ci ha lasciato, pretendendo che non abbiamo capito niente.
Lungi da me, certamente, la pretesa di detenere la verità, né di avere l'esperienza dei vecchi Maestri, ma vorrei comunque rimettere le cose a posto.
I Budo giapponesi hanno un passato guerriero, e non sportivo, dove l'esperienza e l'evoluzione sui campi di battaglia hanno permesso di mettere a punto delle tecniche (con armi o a mani nude) di una temibile efficacia di fronte a situazioni ben reali.
Oggi noi beneficiamo di un'eredità culturale, tecnica e filosofica che ci lega alla storia giapponese, e anche universale. In occidente abbiamo beneficiato della venuta, dopo la guerra, di Maestri giapponesi celebri. Dei pionieri occidentali sono andati in Giappone per acquisire alla sorgente questo sapere che teniamo caro, e hanno cercato di trasmetterlo più in là sperando di interessare dei nuovi adepti, per perpetuare la lunga catena che ci lega al passato proiettandola nel futuro, penso che a causa di tutto cio' noi dobbiamo preservare l'essenza dei Budo, che oggi sono anche la nostra eredità e non abbiamo il diritto di comprometterli, insinuando l'inefficacità di tale tecnica o mettendo in dubbio una scuola antica.
Detto cio', chiedo agli inventori di questi nuovo metodi, e anche ai detrattori di certe tecniche, ma chi vi credete di essere?!
Posso concepire una ricerca più approfondita su certe tecniche adattandole alla nostra morfologia occidentale, ma non accetto che si perda di vista l'essenziale, ovvero che si denigri quello che é la sorgente del nostro Budo attuale.
Mi é successo di incontrare qualche anno fa (quasi allo stesso tempo) due signore che praticavano lo iaï durante una dimostrazione pubblica, e non riuscendo a determinare lo stile praticato, mi sono avvicinato e ho chiesto loro quale scuola praticassero e la risposta fu la seguente; ho creato il mio proprio stile, perché quello che ho praticato non andava bene, ho quindi scelto i passaggi migliori ed ecco qua! Alla domanda, quanto tempo avete praticato? La risposta é stata, 2 anni...! La cosa mi ha lasciato molto perplesso e mi sono chiesto la cosa seguente, come si puo' pretendere di conoscere un'arte dopo solamente 2 anni e osare metterla in dubbio...? Quest'arte che é stata messa a punto a forza di combattimenti reali e di situazioni dove ne andava della vita.
Per quello che riguarda l'efficacità delle tecniche, si incontrano spesso delle persone che pretendono che questa o quella tecnica non funziona, ed é quindi eliminata senza che la persona si chieda; ma attenzione chi sono io per pretendere questo?! L'ho studiata abbastanza, approfondita, capita nei minimi dettagli? Questo vorrebbe dire che la o le persone che hanno messo a punto queste tecniche sono degli imbecilli?
Mochizuki Minoru Sensei mi diceva; lavorate in modo che; pur conoscendo anche una sola tecnica, voi possiate essere capaci di applicarla ad una qualsiasi circostanza, e conoscendo tutte le tecniche possiate essere capaci di piazzarle in un unico attacco.
Questa visione bipolare ci permette e ci obbliga a cercare instancabilmente le finezze e gli aspetti nascosti della tecnica di base, ecco il lavoro che deve adempiere un vero budoka, appassionato dell'arte che pratica.
Ahimé, i tempi moderni, (parlo quasi come un vecchio) vogliono che tutto sia rapido, efficace a breve termine, e nella pratica dei Budo esiste lo stesso fenomeno, da cui questa mancanza di profondità e questa voglia di creare il proprio metodo, senza aver preso il tempo di cercare l'essenza stessa dell'arte.
Su di questo viene ad aggiungersi il bisogno di brillare, di affermarsi, di dire agli altri; quello che faccio é meglio, e cio' ricoprendolo di giochi di maniche di stile hollywoodiano, purtroppo! Cio' funziona con i neofiti perché c'é questo lato … divertente, che puo' essere attraente per una certa categoria di persone, che credono a quello che si presenta loro ricoperto di belle parole.
Ecco perché parlo di scomparsa dei budo tradizionali, perché l'epoca nella quale viviamo ci incita ad andare sempre più in fretta, quando lo studio della tradizione vuole tempo.
A questo ritmo, quanto tempo ancora resisterà la passione della trasmissione dei budo antichi, quante persone dopo di noi sapranno lottare contro questi avatar, mi sembra ogni tanto che il combattimento sia difficile, noi saremo forse in pochi, ma cio' ne vale la pena, perché persino in Giappone i dojo si svuotano, cerchiamo dunque modestamente di essere i guardiani del tempio.
Mi appello quindi a tutti i budoka appassionati, a fare in modo che la tradizione non si perda, perché é nostro dovere conservare questa bella eredità e condividerla.
Grazie per avermi letto.
L. Carniel