Posto, adattandolo a questa sezione, un 3d che ho anche pubblicato in quella di karate, perchè coinvolgendo entrambe le discipline, ci possono essere maggiori contributi informativi e di esperienze personali.
Premetto che non sono un esperto di kobudo tradizionale pur avendolo comunque praticato. Dovrò fare qualche disquisizione tecnica particolare. Per questo chiedo gentilmente di essere corretto da chi è più esperto se esprimerò qualche concetto errato in merito.
Io credo che il bunkai di ogni forma sia uno studio e uno scopo ultimo della pratica di ogni marzialista ed il suo approccio dovrebbe essere assolutamente empirico, scoprendo ed adattando ai tempi la migliore applicazione in termini di efficacia.
Mi spiego meglio. Non credo che esista, come invece (chi consciamente chi no) ci hanno fatto credere, un' applicazione precisa per ogni tecnica dei kata. Come non credo che esistano applicazioni nascoste. Al massimo queste possono essere andate perdute. O ancora trasformate.
Faccio un esempio.
La tecnica sunakake (lanciare la sabbia sugli occhi dell' avversario) è un' applicazione ben precisa di un movimento.
Questo movimento era eseguito anticamente con un remo. Successivamente è stato trasportato anche come tecnica di bastone, ma ovviamente la sua efficacia applicativa originale risulterebbe, in tal caso, di difficile attuazione.
Tale tecnica però risulterebbe comunque efficace utilizzandola in svariate applicazioni.
Le prime che mi vengono in mente potrebbero essere un attacco ai testicoli, una spazzata sulla gamba anteriore agendo sulla caviglia o sulla parte posteriore del ginocchio da posizione defilata e infine, sempre uscendo dalla linea di attacco, da posizione laterale, un attacco alla mano (o al polso, avambraccio ecc...).
Quindi un movimento di una forma nata in un certo contesto contiene in sè applicazioni diverse da quella originaria ma altrettanto sensate in un combattimento. Questo non significa che la sua applicazione originaria non esista ma che (a meno che non vi troviate su una spiaggia con un remo in mano e un qualcuno vi aggredisca ) le applicazioni studiate su tale movimento possono essere diverse ed essere altrettanto efficaci in altri contesti ed al passo coi tempi.
Mi ripeto un movimento di una forma nata in un certo contesto contiene in sè applicazioni diverse da quella originaria ma altrettanto sensate in un combattimento. Questo concetto può essere trasportato per ogni movimento di ogni altro kata. Nel karate ad esempio, alcune tecniche deriverebbero da movimenti con armi trasformate in movimenti a mani vuote. Altre tecniche sono state modificate per essere adattate ad una trasmissione di massa quando vi fu la divulgazione del karate in ambito scolastico. Ovviamente le loro applicazioni si discostarono da quelle originarie.
Ecco che allora in base alla nostra esperienza marziale e all' approccio col quale esprimeremo un nostro karate in base alle nostre caratteristiche (fisiche, mentali, caratteriali, ecc...), dovremmo essere noi stessi a realizzarne le applicazioni più consone.
Ricitandomi, credo che il bunkai di ogni forma sia uno studio e un fine della pratica di ogni marzialista ed il suo studio dovrebbe essere assolutamente empirico, scoprendo ed adattandole ai giorni nostri le migliori applicazioni in termini di efficacia.
La forma è un modello su cui il marzialista deve trovare una "SUA" concretezza.
Questo limitandoci al discorso prettamente tecnico del bunkai senza entrare in merito ad altre finalità che una pratica del kata può condurre. Precisazione d' obbligo onde evitare interventi off topic.
Ciao e buona domenica.