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| | |-+  La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
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Autore Discussione: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "  (Letto 8158 volte)
R-Eugene
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #15 inserita:: Aprile 30, 2014, 00:50:01 »

Preferisco la Novi. Senz'altro molto più sana e buona, infatti non ha grassi aggiunti Cheesy

Sul tradizionale dopo il tuo post storico non c'è molto da aggiungere ma fa sempre piacere ritrovare vecchi amici e aggiornarsi sulle discussioni evergreen.
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etciù-ryu (raffredato)
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #16 inserita:: Maggio 06, 2014, 11:13:50 »

we ciurmaglia  Kiss

 smitten
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kujikiri
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #17 inserita:: Maggio 07, 2014, 23:39:33 »

leggendo Aki.sp  non si può fare a meno di esclamare:  "grazie, finalmente ho visto la luce"!!!!!

Anche se l'espressione "karate tradizionale" l'avesse coniato Shirai, sarebbe lo stesso valida...anzi molto di più, dato che Shirai è senza alcun dubbio il maestro shotokan per eccellenza in Italia ed oltre  e tutti quelli che cercano di denigrarlo pagherebbero qualsiasi cifra per poter essere suoi allievi.

E chiunque ha un minimo valore nello shotokan ha avuto un qualche contatto con lui.
Anche il grande e bravissimo m. Miura, viene in Italia come allievo-aiutante di Shirai.

Certo, questo vale per tutti, tranne che per i super ed extragalattici maestri che preferiscono la tastiera al dojo....

Ciò che scrive il grande Bruno Ballardini è verissimo ma riguarda lo stile nel suo complesso, non intacca la bravura personale del singolo maestro.
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R-Eugene
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #18 inserita:: Maggio 08, 2014, 23:37:44 »

we ciurmaglia  Kiss

 smitten
Ciao bel om smitten
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #19 inserita:: Maggio 25, 2014, 14:37:00 »

Sono contento di vedere che ci siamo ancora tutti...  laugh
E' pur sempre una tradizione che non si dovrebbe perdere.

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saint michael
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #20 inserita:: Giugno 19, 2014, 20:37:16 »

Lo shotokan è uno stile "moderno" del karate. Calci alti al viso, posizioni bassissime e certe parate con la parte interna dell'avambraccio ad esempio non sono caratteristiche del karate così detto "antico" e se non lo sono c'è il suo irreprensibile motivo.
Lo shotokan è stato definito "tradizionale" prima che il vero "tradizionale" si fosse diffuso nel mondo per cui adesso gli stili effettivamente "ortodossi" sono costretti a definirsi "antichi" per differenziarsi dallo shotokan.

Lo shotokan è lo stile che si è diffuso per primo ma che ad Okinawa è nato per ultimo.

Per questo in italia si fa molta confusione sul termine "tradizionale". Ma non è il solo ambito, trovo ancora gente che titola volantini "gare di arti marziali" .. se è una gara non può trattarsi di arte marziale ma di sport! e ancora la definizione di brazilian jujitsu.. ma chiamatelo brazilian judo, visto che con il jujitsu ha poco a che fare..

Per fortuna ci sono persone che,  grazie anche all'apertura dei maestri di Okinawa, stanno lavorando per mettere a posto le definizioni.

La definizione di una cosa è importante, se cambi il significato di una parola, cambi che anche la realtà che rappresenta.

« Ultima modifica: Giugno 19, 2014, 20:40:02 da saint michael » Registrato
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #21 inserita:: Giugno 19, 2014, 21:21:37 »

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ludf
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #22 inserita:: Giugno 19, 2014, 21:27:23 »



 Smiley  Smiley

Ciao!!!!!
E ben trovato anche a Saint...

http://www.artistimarziali.org/fam/forum/index.php?topic=55989.0

Ryu, sto qui a guardare i mondiali di calcio mentre rispondo sul tablet, pensa te come mi sono ridotto...  buck2

Spero tu stia meglio.
PS: bazzichi ancora il parco nord? Ultimamente non è che sia proprio ben frequentato...  Sad
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R-Eugene
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #23 inserita:: Giugno 20, 2014, 01:02:45 »

Bella Ludf! Ho provato a rileggere la discussione ma onestamente dopo la prima pagina ho rinunciato Grin
Mi faresti un sunto? smitten

Non che i mondiali mi entusiasmino ma sto seguendo il Giappone stasera coolsmiley

No, il parco non lo bazzico più perchè ho cambiato zona, adesso bazzico soprattutto la mia home-gym (o il mio home-dojo così rimaniamo tradizionali Grin). Ma che è successo? Sapevo che la notte non era raccomandabilissimo ma di giorno era a posto di solito. E' cambiato qualcosa?

Dai, scriviamoci in privato, la mia email ce l'hai ancora no? Smiley
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MajinBu
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #24 inserita:: Luglio 01, 2014, 00:04:10 »


........... e ancora la definizione di brazilian jujitsu.. ma chiamatelo brazilian judo, visto che con il jujitsu ha poco a che fare..


La definizione di una cosa è importante, se cambi il significato di una parola, cambi che anche la realtà che rappresenta.



perchè, come scoperto grazie a deltuno in altra sezione, maeda arriva in brasile tra il 1914/16 (cosa risaputa) ed il termine judo è stato coniato nel 1925 ed all'epoca la denominazione era kano jiujitsu ryu  Wink
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #25 inserita:: Agosto 26, 2014, 14:42:55 »

karate-Do: la via della mano "vuota", dove per vuoto si intende quello "mentale" o quello stato chiamato anche Zanshin (concentrazione) dove la mente è nel miglio stato ricettivo-percettivo (Yomi). In genere uno Zanshin profondo lo si ottiene "facendo tacere" il proprio se stessi per "sentire" l'esterno o l'avvesario.
Il Maestro Soto Zen Taisen Deshimaru che visse in Italia molti anni "chiarì" bene questo aspetto distinguendolo appunto da una "ricezione-percettiva" rivolta più all'interno come la Meditazione Zen a quella rivolta all'esterno come per le arti marziali.
.
Naturalmente come in ogni tradizione orientale è bene non tracciare "solchi" troppo profondi nel senso che molti maestri di Karate-Do giunsero alla Meditazione specie nelle scuole Okinwensi.
E proprio dalle scuole di Okinawa che nasce il Te (non la bevanda) ma l'autodifesa.
Le due grandi correnti sono state e sono la Shorin e la Shorei, la prima più improntata su elasticità e movimento la seconda più sulla potenza e la respirazione. Entrambe discendono dalle scuole cinesi o meglio del sud della Cina in particolare il Fukien. Nella scuola Shorin si trovano i Kata fondamentali oggi comuni alle scuole moderne come i Pinan o Heian. Mentre la scuola Shorei ha kata propi alcuni molto simili e di derivazione (Kung-Fu) della Gru-Bianca e dell'Hung-Gar tutt'ora praticati in Cina.
Dalla Scuola Shorin nacque lo Shorin-Ryu, il Matzubayashi-Ryu, lo Shito-Ryu dalla Shorei il Goju-Ryu, l'Uechi-Ryu, l'Isshin-Ryu  e altre  sottoscuole. Chiaramene ogni maestro dava una sua impostazione ai kata che erano "fondamentali" per l'allenamento individuale, l'autodifesa e il mantenere la tradizione tecnica, per questo si trovano ad esempio variazioni del Kata Sanchin. Da notare che "paradossalmente", come da filosofia orientale il popolo Okinawense è molto pacifico, ma nello stesso tempo per sopperire alle incursioni dei giapponesi svilupparono delle capacità di combattimento quasi uniche al mondo per completezza e bagaglio tecnico. Quindi il Karate-Do tradizionale è di Okinawa e non giapponese. Con i tempi moderni, lo scioglimento della casta dei samurai, e l'apertura al mondo del giappone post-bellico
ha fatto si che maestri come Gichin Funacoshi (allievo di Anko Itosu) portassero al mondo il karate-Do che comunque non era ancora lo Shotokan di oggi. Hironori Otzuka allievo di Funakoshi e di formazione Ju-Jitzu creò il nuovo stile di karate-Do nello "spirito giapponese", lo Yoshin Wado-Ryu Ju-Jitzu.
In sintesi le scuole di Karate-Do tradizionale  hanno come fine di raggiungere un sempre più perfetto Zanshin per arrivare allo "Yomi" che corrisponde ad uno stato intuitivo dove la mente è molto vigile e ricettiva...."vuota". E' uno scritto prolisso ma spero interessante. Roll Eyes
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #26 inserita:: Agosto 26, 2014, 18:55:16 »

molto interessante ma alcune cose che hai detto non sono corrette: se parli di karate di okinawa la definizione "mano vuota" non è giusta bisognerebbe parlare di "mano cinese" (oltretutto hai citato la matrice cinese) una interpretazione differente degli stessi kanghi data dai giapponesi quando importarono l'arte okiwanense, siccome era un periodo in cui al giappone imperialista non piacevano le arti che provenivano dall'estero ecco che si trovò il modo per leggere diversamente i kanghi. Anche la separazione netta tra shorin e shorei in realtà non è così netta anzi ci sono delle infiltrazione di una nell'altra e viceversa basta pensare al kata Seisan presente in molte scuole si di un'area che dell'altra; forse sarebbe meglio denominare le macroaree nominando i villaggi più noti dai quali nacquero le -ryu più importanti: Naha, Tomari, Shuri, per citare i più noti...  
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #27 inserita:: Agosto 28, 2014, 10:08:19 »

"Mano vuota"

Funakoshi scrive nel 1922 un libro intitolato Rykkyu kenpo karate (Il karate, pugilato di Ryu-kyu), e nel 1924 un altro intitolato Rentan goshin karate jutsu (Tecnica del karate - rafforzamento energetico e autodifesa). In queste due opere egli scrive il termine karate con gli ideogrammi che significano «la mano della Cina». E verso il 1930 che egli comincerà a trascrivere kara con l'ideogramma che significa «vuoto». Con il montare del nazionalismo, l'ideogramma «Cina» appare come un elemento di disturbo per l'integrazione del karate nella tradizione del budo giapponese, e anche per la sua diffusione, tanto più considerando che la tradizione del budo e molto vicina al militarismo giapponese, in via di rafforzamento nel corso degli anni Trenta. E in questa situazione sociale che G. Funakoshi sceglie, per scrivere il suono kara di karate, di sostituire l'ideogramma che significa «Cina» con quello che ha il senso di «vuoto». Egli spiega questa scelta attraverso queste due piccole frasi dell'insegnamento buddista zen:

Shiki soku ze ku
 Ku soku ze shiki

che significano:

Tutti gli aspetti della realtà visibile equivalgono al vuoto (nulla),
 Il vuoto (nulla) è l'origine di tutta la realtà.

Ugualmente tutte le discipline del budo giungono alla fine allo stato di un uomo a mani vuote, e lo stato di un uomo a mani vuote è il principio di tutto il budo. E' così che si è formato il termine «karate» ripreso oggi nelle lingue europee. La parola «karate», quando la sentiamo, riflette questa profondità,? Quale significato veicola in queste lingue?
 Dopo aver scelto gli ideogrammi, G. Funakoshi aggiunge al termine karate il suffisso do (via) e 1'arte si chiamerà d'ora in avanti karate-do. Questo termine viene dapprima adottato dal gruppo di karateka dell'università Keio che incoraggiano G. Funakoshi a utilizzarlo pubblicamente. Numerosi adepti anziani di Okinawa criticano allora severamente G. Funakoshi per l'adozione di questo termine. Alcuni anni più tardi quasi tutti gli esperti avranno adottato questa terminologia. Questi fatti testimoniano la differenza di filiazione tra il karate di Okinawa e il budo giapponese, poiché la nozione di do non era implicitamente presente nel karate di Okinawa come lo era nel budo. Lo sforzo di adepti come G. Funakoshi ha teso a integrare la cultura del budo per innalzare la qualità del karate.

L'adozione del termine karate risale agli anni Trenta. Questo cambiamento di nome è rivelatore di una fase importante nella storia di questa disciplina. Corrisponde al passaggio da un'arte segreta, il cui nome, variabile, importava poco, all'affermazione di un'arte riconosciuta, il cui nome ne indica 1'orientamento. La parola karate significa: «mano vuota»; essa ha in sé un'indicazione tecnica e un'idea filosofica, poiché questo «vuoto» va inteso nell'accezione buddistica del termine.
Karate-doIn giapponese Karate si scrive con ideogrammi, e il legame tra il carattere scritto e il suono non è così diretto come nelle scritture fonetiche. Spesso esistono diverse pronunce per lo stesso ideogramma e lo stesso suono può corrispondere a più ideogrammi. Il nome antico di karate era to de «la mano (de o te ) della Cina (to )», o più semplicemente te o de. L'ideogramma to si pronuncia anche kara, e all'inizio del ventesimo secolo ha cominciato a essere impiegata questa pronuncia: kara-te «la mano (te) della Cina (kara)». Il termine te o de, letteralmente «mano», ha anche il significato di «arte» o «tecnica». L'uso della pronuncia kara permetteva di giocare su un doppio senso, poiché il suono kara in giapponese significa anche «vuoto», ma viene scritto con un altro ideogramma . Il cambiamento dell'ideogramma corrispondente al suono kara si spiega in due modi complementari: da una parte il termine kara, che significa «vuoto» nell'accezione del buddismo zen, ha in giapponese una profondita maggiore, dall'altra il termine «mano cinese» non andava molto d'accordo col nazionalismo giapponese di inizio secolo. Questa nuova forma, kara-te, «mano vuota», si è diffusa nel corso degli anni Trenta, nel momento in cui i maestri di karate, arrivati dalla piccola isola di Okinawa, cercarono di inserire la loro arte nella più vasta tradizione del budo (insieme delle arti marziali dei guerrieri giapponesi). Fonte da Internet.

Rimane sempre una mano "vuota" sia, cinese, che okinawense che giapponese.
....in merito ai Kata è giusto come dici (riky) infatti ci sono versioni diverse di Kushanku (KuShanChun), Tekki (Shotokan) in origine Naifanchi, Bassai o Passai di ...Tomari, di Shuri etc.
Funakoshi non nomina le scuole ma le isole "Ryukyu" perchè all'epoca e nella mentalità orientale non è troppo importante la "tecnica" ma il fine a cui è indirizzata, un po' come la barca del Buddha che raggiunta l'altra sponda si abbandona.
I Kata meriterebbero uno studio approfondito specie finché sono viventi certi maestri. Molti sono "peculiari" di Okinawa come quello di "remo" usato dai pescatori e mostrato da Toshio Tamano (Goju-gru Bianca).
ci vuole passione, tempo e voglia. Okinawa ha una tradizione profonda anche in merito alla concezione "olistica" dell'uomo tipica orientale. Erboristeria, agopuntura, massoterapia molti maestri avevano conoscenze in merito. Wink

 
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #28 inserita:: Agosto 28, 2014, 11:04:45 »

Ammesso e non concesso che Funakoshi sia il "padre" del karate...  Roll Eyes
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Re: La sapevate la Leggenda della definizione " karate tradizionale "
« Risposta #29 inserita:: Agosto 28, 2014, 12:06:46 »

Ma parlate di Funakoshi o di

...Funacoshi.....

?

Perchè c'è differenza, eh....... coolsmiley
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