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Ultimo utente: Aktarusq79
Del "o l'uno o l'altro" nel senso che se fai una cosa non puoi proprio fare anche l'altra sono d'accordo. Però restano due tipi di approcci molto differenti e imho si deve cmq scegliere quale dei due approfondire e provare a portare più avanti possibile.
mah... mi sembra un po' limitativo. Cioè, per fare un paragone anche se un po' starato, che senso ha avere una macchina potente e non saperla guidare bene? oppure che senso ha essere un pilota eccezionale ma avere sotto il sedere una 126 di 20 anni? Anche perchè le curve di apprendimento di solito sono descrivibili con una "S" quindi i migliormaneti che ho nei primi tempi, superato il primo blocco, mano mano che vado avanti sono sempre meno ampi a parità di tempo dedicato. Quindi se sono quasi arrivato al "punto di stallo" su uno dei due aspetti, perchè non dedicare tempo all'altro dove i miglioramenti sono ancora tutti da sviluppare?
Poi ovviamente ci vorrebbe un metodo che eviti lavori in controtendenza tra i due aspetti, e magari una programmazione che tenga conto delle condizioni fisiche della persona (immagino che un lavoro più prettamente fisico sia meglio in gioventù dove i margini di sviluppo sono maggiori, tanto per dire).
Ma le contrapposizioni "o l'uno o l'altro" proprio non mi convincono più.
« Risposta #78 inserita:: Luglio 22, 2015, 12:49:34 »
Sul serio?
quindi ricapitolando il lavoro interno da solo non basta e siamo tutti d'accordo che ottenere risultati bisogna specializzarsi, quindi escludiamo i sistemi senza tecniche specifiche che parlano di abilità assolute?
Se si vogliono ottenere i migliori risultati in qualcosa, da che mondo è mondo, si è obbligati a specializzarsi, tutto li
ho capito, ma qui secondo me il piano di discussione è diverso. é come dire di porre attenzione solo a come usare uno strumento ma non curarsi dello strumento stesso o viceversa.
Un tennista bravissimo con la racchetta di legno di Borg oppure uno scrausone con l'ultimo modello leggerissimo al carbonio e incordatura da professionista.
« Risposta #80 inserita:: Luglio 22, 2015, 12:58:07 »
Si, ma specializzarsi e pensare che il potenziamento fisico possa essere evitato grazie alla specializzazione tecnica son due cose diverse.
Il fisico di cui avrà bisogno un boxer rispetto ad un thai rispetto ancora ad un lottatore sarà costruito in base a metodologie diverse. Ma diverse persino in base alla persona. Tutti faranno preparazione atletica, magari tutti faranno corsa per il fiato , ma in ogni caso sta preparazione avrà le sue differenze. E poi lo stesso discorso vale per la tecnica. Tutti faranno preparazione tecnica e tutti la faranno in modo diverso, più o meno sottilmente.
Nel taijiquan non è affatto diverso. Come in qualsiasi stile il lavoro tecnico è perfettamente INTEGRATO con quello fisico e si supportano e reggono a vicenda. Ma ci sono entrambi. Che poi si cerchi una tecnica e un modo di moversi atto a far esprimere la massima potenza anche ad un vecchio è una cosa.
Comunque fabry. Volendo fare un esempio esemplificativo.
Espansione delle forza nelle 8 direzioni. Mentre spingi, tiri. Mentre tiri spingi. Mentre scendi , sali. Mentre sali, scendi. E tutto in contemporanea. Imparare ad esprime costantemente una forza in ogni direzione significa fondamentalmente non esprimerne nessuna perchè non ci son risultanti in nessuna direzione. Se uno ti spinge indietro non può sfruttare la tua forza che spinge in quella direzione per aumentare l'effetto della spinta. Significa quindi mantenere costantemente una forza potenziale. Pronta ad esprimersi in qualsiasi direzione mutando istantaneamente. In base a quello che vuoi, in base a quello che accade, in base alle sollecitazioni avversarie. Insomma fondamentalmente essere una palla elastica senziente. Tutto questo, sia chiaro, anche in movimento.
Intanto... sta cosa senza un corpo allenato in modalità specifiche non la fai. Intanto sta cosa senza un corpo forte non regge un avversario non collaborativo.
Ma soprattutto se la tua è una mentalità portata all'aggressione se ti offrono una forza , pure minima, la tua forza spontaneamente muta in una che rispinge contro. Se la tua mentalità è portata alla difesa , ti offrono una forza e spontaneamente tendi a cercare il modo di sottrartene.
Istintivamente non reagisci in maniera elastica , quasi come non ti importasse della spinta, lasciando fare alla "potenzialità" insita nella tua , di forza.
Con questo non voglio dire che non ci siano cose contro istintive nelle altre arti marziali, perchè non è vero. Molto dell'allenamento tecnico verte sulla riprogrammazione di abitudini svantaggiose. Quello che volevo dire è che per il taiji, e lo dissi già, c'è un'omeostasi molto delicata nel sistema. E che non è che devi studiare la sua mentalità per applicarlo. Devi imparare ad ESSERE in un certo modo. E sto certo modo è ancora PIU' controintuitivo che per altre arti. D'altra parte basta che studi il taoismo e vedi quanto è distante dalla mentalità comune del pinco pallo. Tutto qua.
« Ultima modifica: Luglio 22, 2015, 15:12:23 da Alkampfer81 »
quindi ricapitolando il lavoro interno da solo non basta e siamo tutti d'accordo che ottenere risultati bisogna specializzarsi, quindi escludiamo i sistemi senza tecniche specifiche che parlano di abilità assolute?
Boh, davvero non capisco da dove esca questa "ricapitolazione".....
ho capito, ma qui secondo me il piano di discussione è diverso. é come dire di porre attenzione solo a come usare uno strumento ma non curarsi dello strumento stesso o viceversa.
Un tennista bravissimo con la racchetta di legno di Borg oppure uno scrausone con l'ultimo modello leggerissimo al carbonio e incordatura da professionista.
E due.. anche qui non capisco cosa c'entri con quello che dicevo io....
« Risposta #82 inserita:: Luglio 22, 2015, 13:34:26 »
forse ho inteso male ma quando dici: "Però restano due tipi di approcci molto differenti e imho si deve cmq scegliere quale dei due approfondire e provare a portare più avanti possibile" capisco che scegliere un approccio significa mollare l'altro.
forse ho inteso male ma quando dici: "Però restano due tipi di approcci molto differenti e imho si deve cmq scegliere quale dei due approfondire e provare a portare più avanti possibile" capisco che scegliere un approccio significa mollare l'altro.
Si parte dal presupposto che li si sia provati entrambi (intanto). Poi sì, se vuoi avere il meglio da uno, conviene imho focalizzarsi su quello. Se poi uno ogni tanto vuol fare anche altro, ok, ma è "normale" specializzarsi in qualcosa se si vuole "andare a fondo" e ottenerne il massimo.
« Risposta #84 inserita:: Luglio 22, 2015, 14:54:02 »
Allora.
Volendo banalizzare tanto, ma proprio tanto, nelle arti taoiste (e quindi il taijiquan) il lavoro su corpo e mente/energia(che possiamo , per facilità di comprensione, raggruppare sotto il termine "tecnica", non importa scendere nel dettaglio) è SEMPRE e COMUNQUE contemporaneo e inscindibile.
Poi di volta in volta si può approfondire un lavoro , piuttosto che un altro. Ma non ne si abbandona nessuno. Ne nessuno è cosa a se. Sono tutti perfettamente integrati uno nell'altro e contemporanei. SEMPRE
E' ovvio che come qualsiasi cosa la persona tenda, una volta padroneggiata, a cucirsela addosso. Non prendiamo il taiji, prendiamo qualsiasi combattimento. Ho le basi tecniche, le so usare bene. Se sono una persona estremamente forte tenderò a lavorare finchè la tecnica non sia più che soddisfacente , ma la maggior "concentrazione" sarà nel come sfruttare sta caratteristica genetica (e potenziarla) in combattimento. E quindi sia l'allenamento fisico che quello tecnico sarà variato di conseguenza. Così come pure l'applicazione. Ma non smetto per questo di allenare la tecnica. La adatto. E anzi, se non è il mio punto di forza, la alleno pure più di altri.
Se il mio punto di forza è la tecnica , non è che posso sbattermene del fisico. Non è specializzazione, è idiozia. Allenerò il fisico anche più degli altri, ma consapevole che è più difficile che sia la mia forza a far la differenza piuttosto che il divario tecnico fra me e il mio avversario. E anche qua... adatto la tecnica.
E comunque non mi piace affatto dividere così a comparti stagni. E' approssimazione grossolana.
« Ultima modifica: Luglio 22, 2015, 15:00:03 da Alkampfer81 »
quindi ricapitolando il lavoro interno da solo non basta
Assolutamente no. Da solo non basta a nulla. Il lavoro interno è il motore.
Se hai il motore e non hai la macchina meglio che non programmi vacanze troppo lontano che è difficile che ci monti sopra e parti.
Vedi il post precedente. Cioè... quello prima ancora. Impari l'espansione. Sai combattere? Ma col cazzo proprio. Se non ci costruisci una base tecnica intorno che si integri perfettamente a quelle caratteristiche non puoi neppure pensarci. Se poi non trasporti sta base tecnica in combattimento libero, idem.
« Ultima modifica: Luglio 22, 2015, 15:07:57 da Alkampfer81 »
Questo mi stupisce. Da una parte perchè, come dice anche Al, è abbastanza comune alle am cinesi (e non solo) l'idea di rendere "efficace" anche chi non è geneticamente dotato di forza o stazza fisica.
mmmhhhhh.... Posso essere più o meno stazzato, ci sta. Ma la forza comunque la posso aumentare con un allenamento specifico. Che poi un altro possa essere "più forte" ( e bisognerebbe comunque accordarsi su cosa stiamo effettivamente intendendo per "forza"), ok. Ma da qui entra in ballo l'addestramento specifico delle "qualità marziali". Comunque "su un corpo forte", o meglio "fortificato" ed "addestrato".
Dall'altra perchè mi sono rifatto a una "definizione" (per quanto molto sommaria) data proprio su questo forum tempo fa da YM, che, ritengo, sia estremamente affidabile sul TC.
Non so a quale definizione ti riferisca, quindi non posso comprendere se stiamo parladno della stessa cosa o meno.
Direi che sono perfettamente d'accordo Ovvio che è necessaria una condizione fisica di buona salute e buona efficienza, ma non si ricerca l'efficacia tramite l'uso "classico" della forza fisica.
Esattamente cosa intendi per "l'uso "classico" della forza fisica"?
Mentre spingi, tiri. Mentre tiri spingi. Mentre scendi , sali. Mentre sali, scendi. E tutto in contemporanea. Imparare ad esprime costantemente una forza in ogni direzione significa fondamentalmente non esprimerne nessuna perchè non ci son risultanti in nessuna direzione. Se uno ti spinge indietro non può sfruttare la tua forza che spinge in quella direzione per aumentare l'effetto della spinta. Significa quindi mantenere costantemente una forza potenziale. Pronta ad esprimersi in qualsiasi direzione mutando istantaneamente. In base a quello che vuoi, in base a quello che accade, in base alle sollecitazioni avversarie. Insomma fondamentalmente essere una palla elastica senziente. Tutto questo, sia chiaro, anche in movimento.
« Risposta #89 inserita:: Luglio 22, 2015, 15:18:58 »
Oh, se vuoi un corso di taijiquan vieni (paga la scuola) e pratica. Non è che te lo devo insegnare sul forum.
Le modalità di allenamento ci sono. Cazzo vuoi, che scrivo il trattato? Già è difficilissimo spiegarlo chiaramente e in poco spazio come ho tentato di fare.
Qua ero tenuto esclusivamente a rispondere con un esempio di "diversa concezione di uso della forza". Mi pare che il post sia adeguato.
« Ultima modifica: Luglio 22, 2015, 15:21:21 da Alkampfer81 »