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Autore Discussione: MTC superstizione e filosofia  (Letto 16323 volte)
sunaomakoto
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素直真


Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #90 inserita:: Agosto 24, 2008, 10:14:41 »

interessante l'egittologia,ma non "sono attratto",però se ti va di parlarne,sono curioso....
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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #91 inserita:: Agosto 24, 2008, 11:23:56 »

 Per Flos  ...

Ho trovato uno scritto interessante in quetsta  direzione....

http://www.aton-ra.com/egitto/le_notizie/archeologia/un_papiro_di_medicina_egizia_donato_al_museo_del_louvre_20070918457.html

Un papiro di medicina egizia donato al Museo del Louvre 
   
Un superbo e prezioso papiro di antica medicina egizia è stato acquistato dal laboratorio farmaceutico francese Ipsen per la consistente cifra di 670.000 euro e donato al Museo del Louvre, già sede di una delle più ricche collezioni di Egittologia al mondo.
 
Papiro
L'importante documento, dalla ragguardevole lunghezza di 7 metri, è scritto su entrambe le facce in ieratico (l'alfabeto più semplice del geroglifico, usato in particolare in ambito sacro). Un primo scriba sulla faccia interna (il "recto") ha descritto malattie ricorrenti in Egitto e ne ha elencato minuziosamente i rimedi: a un primo esame sembra che vengano trattate in particolare i gonfiori di varie parti del corpo e che vengano suggeriti preparati – soprattutto decotti di erbe – per guarirli.

Il testo è stato redatto sul "recto" attorno al XV secolo a. C., all'epoca di Tuthmosis III o di Amenophis II, come suggerisce la scrittura; successivamente è stato deposto in qualche santuario come manuale di medicina ad uso dei medici o dei sacerdoti per curare pazienti affetti da certe malattie; 150 più tardi, attorno al 1250 (durante il regno di Ramses II), il testo è stato ripreso e completato da un altro scriba sul "verso": è stato apportato un nuovo elenco di malattie con nuovi rimedi, che questa volta debordano nel mondo della magia, ad indicare ancora una volta il labile confine tra esoterismo e scienza medica. Già trattati di medicina conservati da papiri contemporanei o appena precedenti (come il papiro Ebers o Smith, dal nome di chi li ha studiati) avevano evidenziato l'uso di formule o pozioni magiche a scopo guaritivo o lenitivo.

E comunque è possibile affermare che la pratica medica scientifica è nata all'ombra delle piramidi, o che quanto meno ha preso l'indirizzo, che sarebbe poi sfociato nella prassi medica ippocratea; fu proprio un greco, lo storico Erodono, nel II Libro delle "Storie" a riferire che la medicina egizia era fortemente specializzata. Come detto, prima dello studio del testo del Louvre, il documento medico egizio più autorevole era il cosiddetto Papiro Ebers (anch'esso del Nuovo Regno), lungo ben 20 metri; si tratta di una raccolta sistematica di casi di medicina, estratti da trattati diversi, giunta a noi completa e con glosse (osservazioni dotte e pertinenti). Ai papiri più importanti si aggiungono otto testi frammentari, alcuni contemporanei, altri posteriori, che sono semplicemente appunti scritti da praticanti o frettolose copie di originali andati perduti.

Sotto il profilo della materia, risulta da tali documenti che la scienza trattava, parte a parte, la chirurgia, la medicina generale e parecchie specializzazioni fra cui oftalmologia, ginecologia, pediatria, gerontologia e infezioni. La sistematica della prassi, pur partendo da un empirismo di fondo, appare ineccepibile: anche i medici egizi esaminavano il malato, identificavano la malattia in base ai sintomi (diagnosi), cercando di prevederne il decorso e l'esito (prognosi), e prescrivendo una terapia. A titolo di curiosità ecco una ricetta per guarire un'infiammazione, riportata dal nuovo papiro del Louvre, che ben attesta l'empirismo e la sperimentazione nel campo della medicina egizia, che pure veniva arricchita anche da studi teorici, strumento più razionale per combattere le patologie: "unire insieme queste erbe e farne un impasto uniforme, da sistemare su un tampone di lino, da applicare a sua volta su un gonfiore, facendo un bendaggio stretto".
 

e qui qualcosa dei Papiri

http://www.anticoegitto.net/papiri_medici.htm

a presto




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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #92 inserita:: Agosto 24, 2008, 11:37:37 »

Il problema purtroppo è sempre l'interpretazione che viene data anche da chi tenta di tradurre per utilizzare i papiri...
Faccio un esempio non medico.

Gli egizi sono politeisti...tutti daccordo...tranne gli egizi...

DAL PAPIRO DI PETAMON:
IO SONO L'UNO
CHE DIVIENE DUE
CHE DIVIENE QUATTRO
CHE DIVIENE OTTO
MA SONO PUR SEMPRE L'UNO

però, per noi, erano politeisti...

Prima ho portato l'esempio dei MO, poichè inerente agli argomenti che trattavamo in questa sede, ma puoi benissimo renderti conto del fatto che interpretando i MO com vene/arterie, e non come meridiani, le conclusioni alle quali si giunge hanno del ridicolo...

Così non si riesce a capire l'uso della "preghiera" associata al medicamento....eppure le nostre nonnine, con una preghierina facevano passare il "fuoco di Sant'antonio", nonchè i "vermi", e tanti altri mali....e che dire dei MANTRA? Oggi sappiamo che la ripetizione di determinate vocalizzazioni attiva determinati centri nervosi che inuddibamente porteranno il loro messaggio a destinazione tramine il sistema endocrino...quindi la preghiera può essere parte integrante del medicamento...

a voi ...
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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #93 inserita:: Agosto 24, 2008, 20:37:22 »

Caro Flos concordo pienamente specialmente sull'uso dei mantra... e posto un articolo interssante a cura del Maestro Krisnha Das ,insegnante che ospiteremo io e my woman a ottobre per un seminario sul'uso dei mantra secondo la tradizione vedica

Il progetto "Curarsi con la Musica" nasce con lo scopo di portare un benefico contributo a tutte le persone interessate alle discipline o filosofie che si occupano di trasmettere una conoscenza più approfondita del sistema energetico e psicofisico dell'essere Umano. L'attuale condizione di "stress" che subisce quotidianamente l'essere Umano comporta, giorno dopo giorno conseguenze che si manifestano sotto varie forme di scompensi energetici del corpo e della psiche dell'individuo.
La Scienza Ufficiale conferma che la più alta percentuale delle patologie derivano da forme sempre più complesse connesse a somatizzazioni causate dal disagio che l'individuo subisce dalla costante convivenza con una mente "agitata". L'antica Filosofia dello Yoga ci informa tramite la Scienza della Conoscenza Spirituale che la formula del "Karma" corrispondente alla "Legge Causa/Effetto", è una realtà che nessun individuo può sfuggire. Tutto nasce dalla qualità delle nostre "Forme-Pensiero" e da esse deriva un'Azione che comporta di conseguenza un Destino. Possiamo immaginare i prodotti che nascono da una mente "agitata" e possiamo immaginare la qualità delle Azioni che derivano dalla qualità delle "Forme-Pensiero" di una mente "agitata". Il Destino che ne consegue è la risultanza del punto di partenza appena menzionato.

L'INFLUENZA E IL SIGNIFICATO DEL SUONO SUL CORPO
E SULLA MENTE
 “La giusta intonazione dell'Om-Aum”
Quando ci si muove da toni bassi a toni più alti, attraverso lo spettro del suono, coprendo un'intera ottava, si toccano 66 punti d'energia emotiva, chiamati Shruthis, e la coscienza si muove da un'emozione ad un'altra, risvegliando le energie bloccate e convertendole in uno stato di pace. Nella vita quotidiana ognuno raccoglie sia le energie positive sia quelle negative e le blocca nei relativi punti Shruthis ma, seppur non a livello cosciente, il blocco di tali energie negative dà origine a disturbi fisici e psichici (somatizzazioni).Questi 66 punti di energia sono connessi a note musicali chiamate, nei testi antichi, "SANGITHA SHASTRA”.Se questi punti di energia bloccata possono essere toccati per mezzo della musica creata dall'attento uso delle note, dunque è possibile fare in modo che le persone affette da disturbi psichici convertano le energie buie in energie di pace, comprendano le cause dei loro problemi e liberino le loro menti. Questi le aiuterà nell'autorealizzazione e a sviluppare menti più chiare e forti.In genere questo risultato non può essere ottenuto solamente sottoponendosi alla musica composta usando schemi di note prestabiliti secondo una frequenza meccanica. Infatti è preferibile utilizzare gli schemi fondamentali della musico-terapia, che tiene conto delle leggi fisiche e di vibrazioni prestabilite degli armonici. Ogni individuo ha invero la propria nota di base, o DO, che può essere determinata in base al suono della voce, tenendo conto dei vari livelli emotivi e di coscienza.Se dunque è possibile creare musica mantenendo questa nota quale tono di base dell'ottava e mettendo in relazione i punti di energia bloccata sotto forma di note musicali, si può raggiungere la mente e le sue complessità possono essere sciolte.Questa musica tradizionale trascendentale indiana chiamata "karnatika" può essere formulata su base personale, dopo aver analizzato l'effetto delle diverse note sulla persona e sotto la guida di un esperto maestro di Mantra/Nāda Yoga.Dal momento che la musica può aver effetto sia sul corpo che sulla mente, attraverso questa tecnica si possono risolvere i problemi fisici, nervosi e mentali in genere.
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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #94 inserita:: Agosto 25, 2008, 22:11:03 »

SULL'OM/AUM
Invero è il medesimmo suono che si ottiene con un AMEN ben pronunciato...
La A è molto chuusa, mentre la E è quasi muta...
Ovviamente è analogo anche all'AMIN musulmano, utilizzato anche dalla chiesa ortodossa...

La M, che è la lettera più "pronunciata" della parola, può essere detta sia "di gola", sia "sbattendo il suono sulla parte alta del palato", in questo secondo caso entrerà in vibrazione l'epifisi con il gruppo ipotalamico...ovviamente le censeguenti emissioni ormonice sono indubbie, per non parlare della vibrazione nela quale si ritrova a "nuotare" il cervello...

Dio creò il mondo col suo VERBUM (secondo tutte le religioni/filosofie), quindi, scoprendo le "leggi" che lo regolano, si possono ottenere dei risultati davvero "magici"...

...almeno, io credo sia così...
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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #95 inserita:: Agosto 26, 2008, 18:47:00 »

Concordo ....strade diverse ma mete comune...caro Flos Cool

interessante questa sperimentazione sull'uso del mantra..


fonte da ( http://www.istitutoyogafirenze.com/Articoli/mantra_yoga.htm )

Istituto di Yoga - Firenze


Mantra Yoga
Effetti della recitazione del rosario e dei mantra yoga sui ritmi cardiovascolari: studio comparativo
 

 
Luciano Bernardi, Peter Sleight, Gabriele Bandinelli, Simone Cencetti, Lamberto Fattorini, Johanna Wdowczyc-Szulc, Alfonso Lagi *

Sommario
Scopo: esaminare se ripetizioni ritmiche, quali il rosario e i mantra yoga, possono sincronizzare e rinforzare i ritmi cardiovascolari inerenti e modificare la sensibilità baroriflessa.

Proposito: comparare gli effetti della recitazione dell’Ave Maria (in Latino) o di un Mantra, durante la respirazione spontanea e controllata, sul ritmo respiratorio e sulle oscillazioni spontanee nell’intervallo RR, sulla pressione sanguinea e sulla circolazione cerebrale.

Luogo: Firenze e Pavia, Italia.

Partecipanti: 23 adulti sani

Principali conseguenze: ritmo respiratorio, regolarità della respirazione, sensibilità baroriflessa, frequenza delle oscillazioni cardiovascolari

Risultati: sia la preghiera che il mantra, quando sono stati recitati sei volte al minuto primo causarono incrementi notevoli, poderosi e sincroni nei ritmi cardiovascolari esistenti. Anche la sensibilità baroriflessa aumentò in maniera significativa, da 9,5 (SD 4,6) a 11,5 (4,9) ms/mm Hg, P<0,05.

Conclusioni: le ripetizioni ritmiche che trascinano la respirazione a sei respiri al minuto primo induce effetti psicologici favorevoli e possibili effetti fisiologici.

Introduzione
Abbiamo scoperto che recitare l’Ave Maria e i mantra yoga aumentano e sincronizzano gli inerenti ritmi cardiovascolari, perché essi rallentano la respirazione a quasi 6 respiri al minuto primo, che fondamentalmente è in sincronia con i ritmi circolatori endogeni.
Animali ed esseri umani sani mostrano fluttuazioni ritmiche nella pressione sanguinea e nel ritmo cardiaco come risultato dei sistemi di controllo autonomi, influenzati dalla respirazione, dallo sbadiglio e dall’attività. Mayer descrisse, più di un secolo fa, un ciclo di 10 secondi nella pressione sanguinea (6/min.primo), connesso sia all’attività vagale sia a quella simpatica.1 Si è ritenuto che ciò fosse generato o da un oscillatore del nervoso centrale nel midollo allungato, oppure dal non perfetto controllo della retro-reazione, causata dall’uno o dall’altro, o da entrambi, dei due riflessi – il tempo di reazione ai cambiamenti respiratori nella pressione sanguinea, relativamente lento del baroriflesso simpatico e la reazione più rapida del vagale.2 3 4

Questi ritmi, che possono essere convenientemente analizzati per mezzo dell’analisi spettrale delle fluttuazioni cardiovascolari, hanno, di recente, acquisito una notevole importanza clinica.
E’ stato mostrato che la riduzione nelle loro reazioni è un segno premonitore indipendente dell’aumentato rischio futuro dopo un recente attacco cardiaco 5 o nell’insufficienza cardiaca.6 Un ritmo lento della respirazione (6/min. primo), di regola, ha effetti favorevoli sulla funzione cardiovascolare e respiratoria ed incrementa l’aritmia dei seni respiratori, il baroriflesso arterioso,7 l’ossigenazione del sangue e la tolleranza all’esercizio. Nell’insufficienza cardiaca cronica, riduce anche l’eccessiva sensibilità del chemoriflesso respiratorio e migliora la respirazione irregolare. 8 9 Una respirazione lenta può ridurre gli effetti deleteri dell’ischemia del miocardio e, inoltre, aumenta la tranquillità e il benessere. 9 Tali effetti derivano, almeno in parte, dalla sincronizzazione del ritmo respiratorio e di quello cardiovascolare centrale.

Un ritmo respiratorio di circa 6/min. primo coincide e rafforza le onde di Mayer (6/min. primo) di 10 secondi, aumentando, in questo modo, il potere dell’aritmia del seno respiratorio vagale. Gli effetti favorevoli di una respirazione rallentata possono essere mediati, almeno in parte, da una modulazione dell’attività autonoma sia a livello centrale che periferica (baroriflessa).

Nel corso degli esperimenti nei quali usammo l’analisi spettrale per seguire le tracce degli effetti diversi sull’equilibrio simpato-vagale prodotti dal silenzio confrontato con la lettura a voce alta, o dal silenzio in confronto al conteggio progressivo mentale, usammo il rosario come una minore condizione di controllo “dello stato di veglia dei soggetti”. Il rosario è composto dalla ripetizione di 50 Ave Maria e ripetuto 3 volte. Ogni ciclo – in Latino - per metà recitato dal prete e per l’altra metà dalla congregazione, di regola, viene completato in una singola lenta respirazione. Fummo sorpresi nello scoprire che per la recitazione di ogni ciclo (e pausa) dell’Ave Maria (sia la parte recitata dal prete che quella della congregazione e, senza prove preliminari) occorreva quasi esattamente il tempo di 10 secondi.

Crediamo che il rosario possa essere parzialmente sviluppato in quanto sincronizzato con gli inerenti ritmi cardiovascolari (Mayer), fornendo, in questo modo, una sensazione di benessere e, forse, un’aumentata reattività al messaggio religioso.

I Metodi
Sui 23 soggetti sani (16 uomini, 7 donne; età media 34 (SD Cool anni, peso 72,7 (3,2) kg., altezza 176 (1) cm., abbiamo monitorato l’elettrocardiogramma, la respirazione, la pressione del sangue in maniera continuativa e non invasiva al polso (Pilot Mod., Colin Corporation, San Antonio, TX) e la velocità del flusso dell’arteria medio-celebrale per mezzo del Doppler ultrasonografico transcraniale con sonda da 2 MHz. (Multidop S, DWL, Sipplingen, Germania). Abbiamo registrato la respirazione spontanea (sequenze di 3 minuti primi) e la respirazione controllata (sequenze di 6 minuti primi) sia durante una semplice conversazione che la recitazione in Latino dell’Ave Maria, con un soggetto che fungeva da prete e un altro da colui che risponde (non fu data alcuna istruzione riguardo alla durata che tale recitazione avrebbe dovuto avere); abbiamo registrato anche 6 minuti primi di respirazione controllata.

Allo stesso modo abbiamo registrato dati durante la ripetizione di un tipico mantra yoga om-mani-padme-om.

I soggetti monitorati non avevano esperienze precedenti di yoga, ma nei giorni che precedettero lo studio, furono brevemente istruiti su come recitare il mantra da un insegnante di yoga che non fu messo a conoscenza dello scopo della ricerca. Essi furono istruiti, in breve, a ripetere il mantra con voce “viva” e risonante; ad ascoltare il suono prodotto e lasciarlo fluire liberamente; e a completare, agevolmente, l’espirazione alla fine del mantra, interponendo, eventualmente, una pausa, prima di iniziare il prossimo ciclo, se questa si rendesse necessaria. Nessuna istruzione fu fornita riguardo al tempo di durata della ripetizione, né riguardo al picco del canto.
Le registrazioni furono ottenute in ordine casuale, eccetto per la respirazione controllata, eseguita sempre per ultima. Per la respirazione controllata usammo un metronomo elettronico insieme ad un segnale visivo, come negli studi precedenti. 10 I dati furono acquisiti direttamente al tasso di campionatura di 500 Hz/canale per ottenere le sequenze di intervalli RR e della pressione sistolica e diastolica del sangue. Per mezzo dell’analisi spettrale, misurammo l’ampiezza e la frequenza delle principali fluttuazioni nella respirazione e in tutti gli altri segnali, che furono confrontati nelle varie condizioni. In aggiunta, usando una tecnica derivante dall’analisi spettrale, dividendo le ampiezze delle oscillazioni nell’intervallo RR e dalle corrispondenti ampiezze delle oscillazioni nella pressione sistolica del sangue, misurammo l’aumento del baroriflesso spontaneo. 34 Alla fine, la regolarità della respirazione, in ogni condizione e per ogni soggetto, fu valutata attraverso il coefficiente di variazione (deviazione standard/medio x 100) del ritmo respiratorio.

Risultati
Sia l’Ave Maria che il mantra yoga ebbero effetti similari, rallentando la respirazione a circa 6/minuto primo e, quindi, avendo un effetto evidente sulla sincronizzazione e aumentando anche la variabilità in tutti i ritmi cardiovascolari (vedi tabella). Ciò non fu notato solo nei segnali respiratori, ma anche negli intervalli RR, nella pressione sistolica e diastolica del sangue e nel segnale del flusso del sangue transcraniale. Durate la respirazione spontanea, il ritmo respiratorio spontaneo era di 14,1 (4,8) al minuto primo; rallentò nel corso della conversazione libera e, rallentò, ulteriormente, durante la recitazione dell’Ave Maria e del mantra, per attestarsi in entrambi i casi vicino al ritmo di Mayer (periodo di 10 secondi) di 6/min. primo.
 

Frequenza, variabilità respiratoria e sensibilità del baroriflesso, in 23 adulti sani. I valori sono medi (SDs)
 
 Frequenza respiratoria (respiri/min.) Variabilità respiratoria § (%) Sensibilità del baroriflesso (ms/mm Hg)
Respirazione spontanea 14,1 (4,8) 21,6 (4,5) 10,5 (5,3)
Respiraz. lenta e controllata 6,0 (0,01) 5,4 (0,7) ** 13,2 (6,6) *
Convers. Libera 7,6 (2,4) *** 37,4 (2,2) ** 9,5 (4,6)
Ave Maria 5,6 (1,1) ***° 8,3 (1,8) **°° 11,5 (4,9) °
Mantra 5,7 (0,6) ***° 6,2 (0,7) **°° 12,3 (3,6) °

*P<0,05 -**P<0,01 -***P<0,001 v respir. spontan. - °P<0,05 - °°P<0,001 v convers. libera
-§ Coeffic. di variaz. (SD/mediox100) della frequenza respiratoria, per ogni soggetto durante ogni registrazione 

La conversazione libera ha ridotto in maniera più irregolare il ritmo respiratorio (vedi tabella). La respirazione risultava in maniera evidente più regolare durante la respirazione lenta, l’Ave Maria e il mantra, mentre si registrava una minore regolarità durante la libera conversazione rispetto alla respirazione spontanea (vedi tabella). Un dato straordinario fu la constatazione che la regolarità della respirazione osservata durante la recitazione dell’Ave Maria, o del mantra, fosse simile a quella osservata nel corso della respirazione controllata – 6/min. primo – ad indicare che questi metodi erano in grado di stabilizzare il ritmo respiratorio in modo tanto efficace quanto preciso.

I valori massimi dell’analisi spettrale della respirazione e di tutti i segnali cardiovascolari risultavano sincronizzati durante la sequenza dell’Ave Maria e del mantra, in quanto essi si verificarono alla stessa frequenza. Inoltre, il valore massimo della respirazione era più stretto durante la sequenza dell’Ave Maria che durante la respirazione spontanea e la libera conversazione, ancora una volta come conseguenza di una respirazione più regolare. Tale modulazione aumentata nei ritmi cardiovascolari influenzò il meccanismo di controllo cardiovascolare: la sensibilità baroriflessa arteriosa aumentava nel cambiamento dalla respirazione spontanea alla respirazione lenta e controllata a 6/min. primo e, dalla libera conversazione all’Ave Maria, o dalla libera conversazione al mantra.

Discussione
La durata dell’Ave Maria e del mantra yoga, espresso in lingua originale, si aggirò sui 10 secondi per ciclo. Tale frequenza (6/min. primo) coincide con la frequenza spontanea dell’onda di Mayer dei soggetti e, di conseguenza, per la sincronizzazione dell’efflusso simpatetico e vagale questa oscillazione cardiovascolare aumentava. Ciò risultò anche nelle fluttuazioni ritmiche del flusso del sangue cerebrale, che poteva influenzare direttamente le oscillazioni nervose centrali.11

Il semplice conversare ha l’effetto di modulare il ritmo del respiro e, in generale, sebbene resti irregolare, lo riduce. Se la conversazione diventa ritmica, la respirazione si stabilizza ad una frequenza costante. Se tale frequenza coincide con i ritmi cardiovascolari spontanei, tali ritmi vengono rafforzati. Il ripetuto addestramento a rallentare la respirazione riduce anche il ritmo della respirazione spontanea e, in questo modo, può produrre effetti maggiormente prolungati nel tempo. 7 8 9 Abbiamo mostrato che la recitazione della preghiera o del mantra produce effetti simili a quelli della respirazione lenta,7 aumentando il baroriflesso arterioso che, da tempo, rappresenta un fattore prognostico favorevole negli studi sui pazienti cardiaci.5 6

Trattasi di pratiche culturalmente distinte?
C’è qualcosa che unisce queste due pratiche, geograficamente e culturalmente, distanti? In maniera sorprendente, esiste un’evidenza storica. Il rosario fu introdotto in Europa dai crociati, che lo presero dagli Arabi, i quali – a loro volta – lo copiarono dai monaci Tibetani e dai maestri yoga Indiani. 12 Ciò sorregge l’ipotesi che caratteristiche ed effetti similari dei mantra e del rosario non possano essere una semplice coincidenza.

I benefici degli esercizi di respirazione nella pratica di yoga di rallentare la respirazione sono stati a lungo riportati 8 e i mantra possono essersi sviluppati come un semplice stratagemma per rallentare la respirazione, migliorare la concentrazione e indurre la calma.13 Di regola, i mantra vengono ripetuti in sequenze superiori a 100 volte, più o meno come per il rosario (150 volte). Il tempo richiesto – relativamente lungo – per portare a termine l’intera sequenza è simile a quello che occorre per le moderne sessioni di una qualsiasi attività fisica. Ciò sembra suggerire che uno degli scopi potrebbe essere quello di indurre cambiamenti fisici oltre che psicologici.

A causa del gran numero di ripetizioni della stessa preghiera, il rosario è unico tra le preghiere della religione Cristiana. Il ritmo necessariamente imposto da queste ripetizioni induce, ad una frequenza predeterminata, un ritmo respiratorio fisso. Nelle epoche in cui non erano ancora stati inventati i cronometri e il metronomo, una sequenza ritmica era il modo più facile per mantenere il tempo, ragionevolmente preciso, nell’arco di diversi secondi per respiro e, quindi, un buon metodo per imparare a rallentare la respirazione ad una determinata velocità, senza la necessità di concentrarsi sulla respirazione stessa (la consapevolezza corporea non era incoraggiata nella cultura Cristiana del Medio Evo). Pertanto, nelle due pratiche esistono delle notevoli similitudini (durata e numero di ripetizioni) e nei loro effetti cardiovascolari. Le circostanze storiche che portarono il rosario in Europa sembrano suggerire anche che tali similitudini non fossero solo coincidenze. Questa pratica introdusse nella cultura Occidentale – in maniera consapevole o meno – un nuovo elemento, in precedenza sconosciuto, della pratica della salute Orientale. Il rosario potrebbe essere considerato, oltre che una pratica religiosa, come una pratica salutare.
 

Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pavia – Italia – Luciano Bernardi, professore associato di medicina interna;
Dipartimento di Medicina Cardiovascolare, John Radcliffe Hospital, Oxford OX3 9DU – Peter Sleight, professore;
Dipartimento di Medicina Interna, Unità Ospedaliera S. Maria Nuova – Firenze – Gabriele Bandinelli, medico, Simone Concetti, medico, Lamberto Fattorini, medico, Alfonzo Lagi, medico.
Contributi: LB, GB, SC, LF e JW raccolsero i dati; LB e JW li analizzarono. Tutti gli autori contribuirono all’idea e al progetto dello studio, nonché nella redazione del manoscritto.
Note
1 Mayer S. Studien zur Physiologie des Herzen und der Blutgefaesse 6. Abhandlung: uber Blutdruckschwenkungen. [Studi sulla fisiologia del cuore e dei vasi sanguinei 6. Discorso sulle fluttuazioni nella pressione del sangue]. Sitz Ber Akad Wiss Wien, Mathe-Naturwiss Kl Anat 1876; 74:281-307.
2 De Boer Rw, Karemaker JW, Strackee J. Hemodynamic fluctuations and baroreflex sensitivity in humans: a beat-to-beat model. Am I Physiol 1987; 253:680-9.

3 Sleight P, La Rovere MT, Mortara A, Pinna G, Maestri R, Leuzzi S. e altri. Physiology and pathophysiology of heartrate and blood pressure variability in humans: is power spectral analysis largely and index of baroreflex gain? Cin Sci 1995; 88:103-9

4 Piepoli M, Sleight P, Leuzzi S, Valle S, Spadacini G, Passino C. e altri. Origin of respiratory sinus arrhythmia in conscious humans: an important role for arterial carotid baroreceptors. Circulation 1997; 95: 1813-21.

5 La Rovere MT, Bigger JT Jr, Marcus FI, Mortara A, Schwartz PJ. Baroreflex sensitivity and heart-rate variability in prediction of total cardiac mortality after myocardial infarction. Lancet 1998; 351: 478-84.

6 Nolan J, Batin PD, Andrews R, Lindsay SJ, Brooksby P, Mullen M. e altri. Prospective study of heart rate variability and mortality in chronic heart failure: results of United Kingdom heart failure evaluation and assessment of risk trial (UK-heart). Circulation 1998; 98: 1510-6.

7 Bernardi L, Gabutti A, Porta C, Spicuzza L. Slow breathing reduces chemoreflex response to hypoxia and hypercapnia and increases baroreflex sensitivity. J Hypertens 2001; 19-2221-9.

8 Bernardi L, Spadacini G, Bellwon J, Hajric R, Roskamm H, Frey AW. Effect of breathing rate on oxygen saturation and exercise perfomance in chronic geart failure. Lancet 1998; 351: 1308-11.

9 Friedman EH, Coats AJS. Neurobiology of exaggerated heart rate oscillations durino two meditative techniques. Int. J Cardiol 2000; 73-199.

10 Bernardi L, Wdowczyc J, Valenti C, Castoldi S, Passino C, Spadacini G. e altri. Effects of controlled breathing, mental activity and mental stress with o without verbalisation on heart rate variability. J Am Coll Cardiol 2000; 35:1462-9.

11 Cencetti S, Lagi A, Cipriani M, Fattorini L, Bandinelli G, Bernardi L. Autonomic control of cerebral circulation in normal and impaired control of peripheral circulation. Heart 1999; 82:365-72.

12 Lehmann J. Die Kreuzfaher. Munich: Bertelsmann, 1976.

13 Hewitt J. The yoga of breathing posture and meditation. London: Random House, 1983.

 

 (*) Articolo pubblicato sulla Rivista BMJ Volume 323 del 22-29 Dicembre 2001.
Traduzione di Federico Matrone

 
da : http://www.istitutoyogafirenze.com/Articoli/mantra_yoga.htm
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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #96 inserita:: Agosto 31, 2008, 10:24:59 »

Molto interessnte, ma personalmente, sono dell'idea che a parte la ripetizione "in se e per se", che attua la sua funzione "ipnotico/rilassante", bisogna tenere anche in debita considerazione il suono che viene emesso...altrimenti diciamo che ripetere qualunque parola possa essere valido...

Effettivamente io posso ripetermi "flos duellatorum, flos duellatorum, flos duellatorum, etc", ottenendo un discreto risultato dal punto di vista della "rilassatezza", ma, ripeto, devo tenere in considerazione il suono da me modulato. Mi spiego.

Ho fatto l'esempio dell' AMEN/AMIN/AUM, che pronunciato bene, ha sempre il medesimo suono. Ho detto che questo (specie la vibrazione "palatale" della M, mette in vibrazione l'ipotalamo/ipofisi/epifisi), quindi dire OM MANI PADME OM, o recitare l'AVE MARIA, avrà effetti profondi nettamente diversi, proprio perchè entreranno in vibrazione diverse parti del corpo, diverse aree del cervello saranno interessate.

Purtroppo, queste "sottigliezze" sono di carattere puramente soggettivo, e per poterle "sperimentare" bisognerebbe fare delle sedute con gente abbastanza "sensibile", ed i dati ottenuti sarebbero comunque relativi alle sensazioni comunicate, quindi "non scientifiche"....

----------------------------------

A questo punto risulta facile notare come la terapia "antica" fosse più completa....il "paziente" tramite il mantra, o la preghiera, veniva messo nelle condizioni migliori per recepire il "messaggio farmaceutico" che avrebbe assunto, sarebbe stato rilassato, e non teso/ansioso come avviene oggi per chi si reca dal medico...inoltre la scelta dei mantra "adeguati" avrebbe portato di certo la giusta vibrazione la dove serviva....

...mi sembra giunto il momento di inserire in questa interessante discussione, un'altro tassello....l'uso dei MUDRA...
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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #97 inserita:: Agosto 31, 2008, 19:54:12 »

per quel che so ( e ne so poco ) i mudra servono a "incanalare" l energia in moda di farla fluire e non disperderla...
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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #98 inserita:: Settembre 01, 2008, 21:14:02 »

Penso che si debba tenere conto che l'uilizzo di determinati mantra trasmessi nei secoli dai vari Maestri siano di grande importanza in quanto testati e sopratutto come collegamento ad un portale di ampia portata costituito da milioni di praticanti che per centinaia di anni hanno suonato quel determinato  "canto"... Cool da qui la posibilità di accedere a sviluppo/comprensione piu' ampie..


Alcune definizioni da Wilkipedia:

Mudra Mudrā (Sanscrito, मुद्रा, letteralmente "sigillo"; inzō in Giapponese) è un gesto simbolico delle mani o delle dita, insieme alle asana (posizioni) sono utilizzate nella pratica meditativa yoga.

Usato nello yoga, nelle asana, nel pranayama o nella meditazione.

Il Mudra può agire sul piano fisico, energetico e/o spirituale.

I mudra vengono usati molto nel buddhismo tibetano, sono movimenti, gesti, danze delle mani che vanno a completare tecniche, pratiche e meditazioni atte al raggiungimento dell'illuminazione, ma i mudra vengono praticati anche durante le cerimonie come ad esempio nelle cerimonie di iniziazione.



Qui un piccolo file con alcune osservazioni  :  http://www.tradizionesacra.it/i_mudra_e_le_asana_sufi.pdf
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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #99 inserita:: Settembre 02, 2008, 08:06:16 »

Infatti abbiamo anche i canti gregoriani (gli originali erano privi di tutti i "virtuosismi" che hanno preso piede nel tempo), che uniti alle mani giunte (mudra GASSHO giapponese e Hridaya indiano), ed all'effeto dell'incenso presente all'interno della chiesa (l'incenso agisce sul sistema nervoso), risultavano una bella combinazione che poteva davvero "aprire le porte del Cielo"...

I mudra
I Merdidiani delli mani che vengono messi in contatto, creano un determinato "circuito" che farà circolate l'energia in un dato modo, per ottenere un effetto specifico.
Abbiamo poi la cimatica : che studia il rapporto tra onde sonore e forma (quindi mantra/mudra)

Tutto ciò guidato dalla VOLONTA' dell'operatore....

Sulla versione giapponese, apparte il "generico" Inzò, ricordiamo che esistono i KUJI KIRI / KUJI IN , i 9 segni / tagli (molto usati nel NINJITSU) , che sono legati ai meridiani"meravigliosi", a loro volta connessi ai chacram...quindi effettuando il KUJI relativo ad un chacram e concentrandovisi, avremo come effetto quello di "risvegliare" quel centro energetico...ciò può essere ovviamente utilizzato tanto in campo terapeutico che iniziatico...
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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #100 inserita:: Settembre 02, 2008, 12:51:15 »

Interessante ne hai qualche file di quei vecchi canti gregoriani? Cool......

ecco qualche video :

http://it.youtube.com/watch?v=zKAXBq3hKow


http://it.youtube.com/watch?v=kqqeKG5sUaA



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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #101 inserita:: Settembre 02, 2008, 18:54:08 »

Penso che si debba tenere conto che l'uilizzo di determinati mantra trasmessi nei secoli dai vari Maestri siano di grande importanza in quanto testati e sopratutto come collegamento ad un portale di ampia portata costituito da milioni di praticanti che per centinaia di anni hanno suonato quel determinato  "canto"... Cool da qui la posibilità di accedere a sviluppo/comprensione piu' ampie..

perfettamente d'accordo (anche perché è un fatto)

Molto interessnte, ma personalmente, sono dell'idea che a parte la ripetizione "in se e per se", che attua la sua funzione "ipnotico/rilassante", bisogna tenere anche in debita considerazione il suono che viene emesso...altrimenti diciamo che ripetere qualunque parola possa essere valido...
e infatti non è così...o meglio se la funzione è "ninna nanna" puoi dire pure "gatto cane merda puppe gnocca" ..prima o poi ti rilassi/annoi/addormenti cmq...
ma come ben dici tu la questione è un'altra...

i canti sacri, come i mantra,  sono "strumenti" di precisione e una volta che la melodia è ben memorizzata, ciò che conta è la "qualità vibratoria" del suono, ...perché è lì che risiede il "segreto " del mantra o del canto antico...

è uno "stargate".. Smiley ...un portale per altre "dimensioni"... Wink  altro che "rilassarsi"....

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Effettivamente io posso ripetermi "flos duellatorum, flos duellatorum, flos duellatorum, etc", ottenendo un discreto risultato dal punto di vista della "rilassatezza", ma, ripeto, devo tenere in considerazione il suono da me modulato. Mi spiego.

Ho fatto l'esempio dell' AMEN/AMIN/AUM, che pronunciato bene, ha sempre il medesimo suono. Ho detto che questo (specie la vibrazione "palatale" della M, mette in vibrazione l'ipotalamo/ipofisi/epifisi), quindi dire OM MANI PADME OM, o recitare l'AVE MARIA, avrà effetti profondi nettamente diversi, proprio perchè entreranno in vibrazione diverse parti del corpo, diverse aree del cervello saranno interessate.

il punto è che "flos duellatorum" potrebbe non veicolare nulla nella tua percezione mentre "om mani padme om" è studiato per avere un impatto specifico e non casuale sulla percezione: quella dei suoni è una scienza antica e oserei dire una "scienza esatta" Wink..

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Purtroppo, queste "sottigliezze" sono di carattere puramente soggettivo, e per poterle "sperimentare" bisognerebbe fare delle sedute con gente abbastanza "sensibile", ed i dati ottenuti sarebbero comunque relativi alle sensazioni comunicate, quindi "non scientifiche"....
e su questo dico una cosa...nel senso che l'oggettività dal punto di vista di uno osservatore esterno chiaramente ce la si può scordare, ma 2 partecipanti che cantano lo stesso canto in sintonia (chi ha più esperienza "vibratoria" conduce..) sentono bene cosa "sta passando" denrtro di loro e "fra" di loro...
diciamo che tra loro c'è oggettività...

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A questo punto risulta facile notare come la terapia "antica" fosse più completa....il "paziente" tramite il mantra, o la preghiera, veniva messo nelle condizioni migliori per recepire il "messaggio farmaceutico" che avrebbe assunto, sarebbe stato rilassato, e non teso/ansioso come avviene oggi per chi si reca dal medico...inoltre la scelta dei mantra "adeguati" avrebbe portato di certo la giusta vibrazione la dove serviva....


 mi sono laureato con uno studio su l'uso di antichi canti vibratori rituali africani e afrocaraibici, canti "tradizionali" (che non vuol dire "popolari"...) , usati nei riti vodu di Ife o di Haiti...
se avrò tempo proverò dopo a dir qualcosa....ci sono cose mooolto interessanti

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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #102 inserita:: Settembre 03, 2008, 10:32:22 »

Grazie per essere intervenuto caro RR, i tuoi interventi sono sempre graditi...

PER TREPICCHI
Gregoriani ne ho una quantità spaventosa....come posso farteli avere?

IL CANTO
Come detto è la modulazione a "dettare le regole"...ad esempio, la tradizione indiana ci trasmette l'uso di determinate note in base al chakram da attivare, e questo perchè "quella nota" è in sintonia con "quel centro"...

Così, mi è capitato di usare una sequenza armonica per curare una data malattia....questo perchè purtroppo oggi non è facile fare "cantare" chi vuol essere curato....(se poi provi a farlo pregare di accusano di "tentata suggestione")...così registro determinate sequenze al pianoforte, ruotando attorno alle note che mi interessano in quel caso specifico, e "metto un po di sotofondo" nello studio...

FANTASTICO il paragone con lo Stargate...più reale di quanto si possa pensare...
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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #103 inserita:: Settembre 03, 2008, 19:44:52 »

Intanto ragazzi vorrei ringraziare tutti i partecipanti a questa discussione che sta prendendo  una sfumatura e  una densita molto

ricca di contenuti e riflessioni...

Per RR e Flos sarebbe interessante magari trovarci e aprire una bella chiaccherata.........coolsmiley

Flos magari ti spedisco una chiavetta usb...

Da un insegnamento ricevuto riporto una piccola storia  curiosa cosi come viene descritta :

"nel Tibet ci sono molte storie che dimostrano che la pronuncia di un mantra non è di fondamentale importanza.Ai tempi di Sakya

Pandita ,un famoso Lhama della Scuola Sakyapa, un praticante della Scuola Nyingmapa venne in contatto con lui,Il Llhama gli chiese

che genere di pratica facesse ed il praticante rispose che stava seguendo la pratica di Vajra.....,una divinità particolare.Sakya Pandita

allora gli chiese il mantra specifico e dopo che il devoto lo ebbe recitato Sakya Pandita obietto' che il mantra era errato e non andava

recitato in quel modo in cui lo faceva il monacodella Scuola Nyingmapa.Tuttavia , questi ne dimostro' il relativo potere conficcando il

suo purbha nella roccia. Cosi' il Lama dovette riconoscere  che, anche se il mantra era stato recitato scorrettamente , quel

praticante,tuttavia ,ne aveva ottenuto il relativo potere .".....

A voi


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Re: MTC superstizione e filosofia
« Risposta #104 inserita:: Settembre 03, 2008, 20:24:13 »

c'è anche una storiella zen simile...ma in quel caso è una vecchia che guarisce la gente pregando,arriva il figlio che è un dotto e la corregge perche pronuncia sbagliato,lei si corregge e non avvengono piu le guarigioni....
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