« Risposta #15 inserita:: Novembre 13, 2013, 23:41:14 »
Ma che manica di permalosoni, il cane della prateria ha espresso un concetto realistico a persone pigre, leggete e comprendete lo scritto prima di rispondere male.
« Risposta #16 inserita:: Novembre 14, 2013, 16:51:01 »
la cosa più libera che si fa nel aikido (che io sappia) è il randori, che diversamente all'omonimo judoistico si tratta di una sorta di "acchiapparella" in cui un praticante in mezzo ad un numero variabile di avversari cerca di divincolarsi dalle prese-attacchi dei compagni usando le tecniche proprie dell'aikdo
l'intensità della pratica varia enormemente, dal giochino in cui i compagni si tuffano nel vuoto da se, alla ressa da rugby in cui i compagni entrano belli convinti e si rischia anche di farsi del gran male, (ho presenti i racconti di amici miei praticanti di Takemusu)
ma la percezione di intensità dipende molto anche dal tipo di allenamento si pratica come rutine, che varia enormemente da dojo a dojo, detto questo è certo che elementi allenati negli sport di combattimento come il condizionamento al dolore e traumi o il lavoro sotto pressione è cosa praticamente inesistente
questo anche perché non è rispondente agli obiettivi della pratica, perché sia chiaro saper vincere a suon di pacche non è l'unico obiettivo possibile della pratica, e per un gendaibudo come l'aikido non è certamente il principale, però è verissimo che negandosi per partito preso la pratica libera, si perde occasioni in cui sviluppare quei bellissimi principi e qualità intrinseche della pratica che altrimenti rimangono teoria e rischiano di perdersi nella vuota recita, trasformandosi in qualcosa di totalmente diverso e a mio avviso decisamente indesiderabile.
e quindi lo si fa per divertirsi e stare bene......................
É il presupposto imprescindibile (credo di qualsiasi attivitá inrapresa da una persona psicologicamente sana)
Ma non solo, attorno la inizio 1900 in giappone sono venute a nascere una serie di arti marziali moderne dette Gendai Budo (genere a cui l'aikido appartiene) il cui obiettivo era usare gli strumenti delle antiche scuole per creare dei metodi di miglioramento della persona nel fisico, nella mente e nel cuore.
« Ultima modifica: Novembre 15, 2013, 08:46:02 da ten chi ichi »
e quindi lo si fa per divertirsi e stare bene......................
Ognuno pratica per un suo motivo: star bene, divertirsi, stare in compagnia, "imparare a difendersi", ... Ogni motivo, in quanto totalmente personale, è ovviamente valido e non contestabile da altri.
Sul virgolettato, che ci siano discipline più efficienti (ovvero che ti permettono di raggiungere l'obiettivo in minor tempo e "meglio") è secondo me indubbio.
« Risposta #22 inserita:: Novembre 16, 2013, 07:49:49 »
L' aikido è una disciplina fondata sulla ricerca del benessere psicofisico e dell'armonia. Si parla molto di energia interna ma dalla mia esperienza non ho notato nulla che riconducesse ad essa in qualche modo. Ho avuto la fortuna di praticare con un maestro che rispetto ad altri faceva faticare e lavorare in modo pesante, lo scopo era ricercare la tranquillità e l'armonia del gesto mentre si faticava. Gli attacchi non erano mai pesanti e duri, anche se dipendeva da uke, la stanchezza si raggiungeva tra un rotolamento e l'altro, l'essere sballottolati qua e la e rialzarsi in velocità mantenendo calma e armonia del gesto. Ricordo quella sensazione di benessere e serenità quando uscivo dalla palestra, non c'era nulla di trascendentale e spirituale ma stavo bene. E' cmq una sensazione che si può raggiungere anche con altri metodi, vecchi o moderni che siano. Non credo che le tecniche non siano efficaci, forse un tantino anacronistiche, è la didattica ad essere sbagliata, ma visto che lo scopo non è la DP il problema non si pone. A mio avviso, in questo caso non è tanto lo sparring libero a rendere la tecnica più reale, ma dopo aver assimilato il gesto tecnico sarebbe il caso di mettere le protezioni e affondare gli attacchi, senza assumere posizioni rigide e annoiate. Purtroppo ci sono situazioni marziali dove lo sparring libero è utile ma meno importante per raggiungere il risultato. In questo caso quello che conta è la reattività e decisione del gesto.... IMHO
« Risposta #23 inserita:: Novembre 16, 2013, 11:07:54 »
è la didattica ad essere sbagliata, ma visto che lo scopo non è la DP il problema non si pone. A mio avviso, in questo caso non è tanto lo sparring libero a rendere la tecnica più reale, ma dopo aver assimilato il gesto tecnico sarebbe il caso di mettere le protezioni e affondare gli attacchi, senza assumere posizioni rigide e annoiate. Purtroppo ci sono situazioni marziali dove lo sparring libero è utile ma meno importante per raggiungere il risultato. In questo caso quello che conta è la reattività e decisione del gesto.... IMHO
« Risposta #24 inserita:: Novembre 20, 2013, 22:45:13 »
Personalmente mi piace la tecnica dell' aikido e lo spirito che ne sta alla base. Le mie limitate esperienze in merito sono comunque di una collaborazione forse eccessiva tra uke e tori per mantenere un realismo sufficiente Imho ( chiaramente possono esserci eccezioni).
è la didattica ad essere sbagliata, ma visto che lo scopo non è la DP il problema non si pone. A mio avviso, in questo caso non è tanto lo sparring libero a rendere la tecnica più reale, ma dopo aver assimilato il gesto tecnico sarebbe il caso di mettere le protezioni e affondare gli attacchi, senza assumere posizioni rigide e annoiate. Purtroppo ci sono situazioni marziali dove lo sparring libero è utile ma meno importante per raggiungere il risultato. In questo caso quello che conta è la reattività e decisione del gesto.... IMHO
« Risposta #27 inserita:: Novembre 21, 2013, 10:42:00 »
Ma perchè per migliorare nel fisico, nella mente e nel cuore bisogna far finta di picchiarsi? Percè richiamarsi alle arti marziali, che hanno ovvio riferimento alla guerra, per farsi poi prendere per i fondelli da chi se le suona davvero? Questo non riesco a capirlo. Per vendere un'attività che possa essere accettabile a persone "civilizzate" (bisogna vedere poi quanto), si racconta che lussare una spalla al proprio avversario (o meglio, fingere di lussarla) può far crescere nello spirito e nel cuore, o serve al raggiungimento di un'armonia con l'universo. A me sembra tutto molto ipocrita. Intendiamoci, non lo dico riferito solo all'Aikido, ma a più o meno tutte le arti marziali. Poi, sarà colpa mia che sono ottuso e/o insensibile e non sono mai riuscito a raggiungere il benessere psicofisico e/o la pace interiore, dopo un'ora di rotolamenti sul tatami o 10 minuti a fingere di far girare una sfera immaginaria tra le mani.
« Risposta #28 inserita:: Novembre 21, 2013, 18:20:42 »
Devo essermi perso qualche passaggio, perché nel post di apertura leggo di un amico che dice a Freecombat
"in modo entusiasta della sua pratica marziale ,dicendomi di avere trovato nell'Aikido la vera via, oltre ad aver fortificato il suo fisico aveva acquisito una sicurezza interiore"
Poi leggo di malafede, farsi prendere per il culo, eccetera eccetera... ...che mi son perso?
In base a quale assunto confutate il fatto che l'amico di cui sopra stia meglio oggi di ieri, abbia fortificato il fisico o abbia acquisito sicurezza INTERIORE?
Io, fossi un praticante di parkour (non ho l'età, purtroppo) - di quelli che vedo nei video sul Tubo, che scalano muri o saltano da un palazzo all'altro - vi scriverei che ho trovato la vera via, che sto bene, mi diverto e mi sento più sicuro di me stesso.
Devo essermi perso qualche passaggio, perché nel post di apertura leggo di un amico che dice a Freecombat
"in modo entusiasta della sua pratica marziale ,dicendomi di avere trovato nell'Aikido la vera via, oltre ad aver fortificato il suo fisico aveva acquisito una sicurezza interiore"
Poi leggo di malafede, farsi prendere per il culo, eccetera eccetera... ...che mi son perso?
In base a quale assunto confutate il fatto che l'amico di cui sopra stia meglio oggi di ieri, abbia fortificato il fisico o abbia acquisito sicurezza INTERIORE?
Io, fossi un praticante di parkour (non ho l'età, purtroppo) - di quelli che vedo nei video sul Tubo, che scalano muri o saltano da un palazzo all'altro - vi scriverei che ho trovato la vera via, che sto bene, mi diverto e mi sento più sicuro di me stesso.
Che problema c'è?
In realtà è proprio l'autore del post d'apertura che critica le affermazioni del suo amico in base all'assenza di sparring (e quindi presumibilmente di realismo) nell'Aikido. Non condivido tale critica: mi sembrano inconfutabili le affermazioni del suo amico in quanto si riferiscono ad una sensazione soggettiva (lo stare meglio, l'aver trovato la propria via... tutte cose che non hanno a che fare con l'applicabilità in autodifesa ... uno può trovare la propria via facendo Iaido e dunque? per poterlo affermare dovrebbe girare con la katana al fianco?). Tuttavia il vero tema proposto, come si desume dal titolo, è il realismo. Se valutiamo questo non è detto che lo sparring equivalga a realtà e se ne è spesso parlato. Se da un lato riconosco e ho affermato che l'Aikido è spesso troppo collaborativo e perde realismo nella tecnica bisogna dire che è difficile trovare la realtà nelle palestre: intanto per strada nessuno porta l'Hakama, ma neppure i pantaloncini da Thai e il paradenti o la mimetica... quello che succede è assolutamente imprevedibile e non c'è preparazione o riscaldamento o altro. E' legittimo che facendo un arte marziale si acquisisca sicurezza interiore; penso invece sia sempre illusorio il sentirsi assolutamente "sicuri" da qualsiasi situazione reale: anche praticando l'arte marziale, SDC, disciplina di DP più letale ed efficace del globo ( se mai si stabilirà qual'è su questo forum ) non si può prevedere l'imprevedibile ( che ne so uno che ti accoltella alle spalle per poi svuotarti le tasche con comodo ). Quindi forse l'eccessiva tensione al realismo a tutti i costi è inutile ed illusoria. Credo sia più sensato praticare quello che ci piace e ci fa crescere; tuttavia credo, parlando di arti marziali, che sia opportuno qualcosa che più che realismo definirei "sincerità" ovvero la concentrazione nell'allenarsi attaccando e difendendo con convinzione, riducendo la "collaborazione" man mano che si diventa esperti. IMHO