« Risposta #90 inserita:: Settembre 01, 2014, 17:28:39 »
Mi sono ricordato di un tipo di allenamento che facevamo e che forse qualcuno ne ha sentito parlare.Nella palestra di Salita Famagosta non c’erano finestre in quanto anni prima era stato un teatrino rionale con tanto di palco e sipario,l’unica apertura era una finestrella di 100 x 50 cm sopra la porta d’ingresso.Alcune sere la coprivamo con un panno nero in modo che non filtrasse la luce stradale dall’esterno,poi il M°Bianchi chiamava due (a volte anche 4 o 6) atleti e dopo averli disposti agli angoli opposti del tappeto,spegneva le luci e dava l’inizio all’incontro.La cosa mi piaceva moltissimo perché nel buio totale avevi tutti i sensi al massimo,cercavi di non fare il minimo rumore e ti concentravi per sentire il fruscio dei passi sul tappeto o quello del kimono e quando la distanza si accorciava tendevi al massimo l’udito per sentire il respiro dell’avversario e quando scattava l’attacco sia da parte sua che mia ci trovavamo in un corpo a corpo e si finiva a terra cercando di far battere l’altro.Alle volte io mi mettevo carponi o supino e appena sentivo la vicinanza dell’avversario cercavo di sforbiciarlo alle ginocchia per farlo cadere ed immobilizzarlo.La ritengo una pratica molto utile proprio in caso di aggressione stradale,perché ti da modo di capire il momento dell’attaco concentrandosi sul viso dell’avversario,gli occhi sono molto importanti ed altrettanto il respiro e i muscoli.Probabilmente sono cose che molti di voi conoscono ed insegnano,ma se pensate che stiamo parlando di oltre 60 anni fa……..eppure anche oggi sono utili visto quella brutta moda che arriva dagli States di colpire all’improvviso un ignaro passante (spesso un anziano o una donna)per farlo crollare a terra con un solo pugno.A tale proposito io memore degli insegnamenti del M°Bianchi quando per strada incrocio un gruppo di giovani (magari poi sono dei bravissimi ragazzi di famiglia),mi tengo a destra e se ci sono negozi osservo dal riflesso della vetrina il loro comportamento oppure se c’è solo muro fingo di prendere fiato,mi giro con le spalle al muro e se qualcuno si stacca dal gruppo e mi si avvicina cerco di anticiparlo.Direte che sono paranoico?no di certo,ma intanto sono arrivato alla mia tenera età senza aver mai subito danni(a parte le botte che ho preso in palestra,ma quelle mi hanno fatto solo bene).
Un saluto a tutti e non perdete la speranza,ogni tanto vengo a sconvolgere i vostri sogni.
« Risposta #92 inserita:: Settembre 02, 2014, 09:58:54 »
penso piuttosto che come il Krav Maga deriva da tecniche militari,vi siano molte affinità con quelle militari giapponesi apprese dal Maestro a Tien Tsin
penso piuttosto che come il Krav Maga deriva da tecniche militari,vi siano molte affinità con quelle militari giapponesi apprese dal Maestro a Tien Tsin
« Risposta #96 inserita:: Settembre 20, 2014, 18:40:58 »
Era una vita che non visitavo più il forum... e ho rischiato di perdermi tutto questo!!! Grazie Gianni, per aver condiviso i tuoi preziosi ricordi con noi e aver riacceso la memoria di un grande Maestro. Spero di rileggerti presto. Mattia.
« Risposta #98 inserita:: Settembre 22, 2014, 21:12:26 »
probabile che nei primi mesi dell'anno prossimo io organizzi un grosso stage a Genova, ovviamente open..... o Mandraccio o Manesseno..guest stars metodo Bianchi....verresti??