« Risposta #106 inserita:: Settembre 04, 2015, 10:29:08 »
A parte che vi ho detto che in Giappone è normale, poi, sapete chi è questa bimba? Mahiro Takano, ormai una celebrità in patria, e, non tira come un fabbro e basta, esegue i Kata pure meglio. È testimonial per il Karate alle Olimpiadi (evitiamo flame a riguardo, l' ho scritto solo per cronaca) e per Yahoo.jp assieme ad una certa Rika Usami. https://youtu.be/6OvEmuUBKUw Ha un fratello, bravino anch' egli ma non come lei.
« Risposta #107 inserita:: Settembre 04, 2015, 11:19:44 »
Difatti, e ben per quello dico che posso immaginare come si allena... Dopodiché, di bambini prodigio se ne trovano in parecchi campi, ma formare un atleta è un'altra cosa, come dicevamo.
A parte che vi ho detto che in Giappone è normale, poi, sapete chi è questa bimba?
Pure la formazione di ginnaste in Romania era di un certo tipo, la condivisione è un altro discorso. La premessa culturale nel mio post era bella e sottolineata così come il discorso sulla media e non sull' eccezione.
« Risposta #109 inserita:: Settembre 13, 2015, 23:31:27 »
Praticare con i bambini è completamente diverso dal farlo con gli adulti. Molto gratificante, ma al tempo stesso non privo di quotidiani momenti di sconforto. Ho avuto delle esperienze negli anni, ma è un sogno che tengo nel cassetto per un possibile futuro. Comunque belli interventi davvero su queste pagine, me li sono salvati pure io. Complimenti ragazzi, il vostro livello di conoscenza/competenze è alto, molto più del mio. Diciamo che attualmente posso farlo più da un punto di vista pedagogico e psicologico che prettamente motorio. Ho ancora da imparare e spero di farlo prima o poi. Sull'iperstimolazione e sulla pressione credo che bisogna fare di tutto perché il bambino scopra in se stesso e nella relazione con gli altri suoi pari la passione e le motivazioni per migliorare. Il contesto fa tantissimo, come anche la capacità dell'insegnante di guidarlo senza opprimerlo. Quanto le arti marziali possano contribuire all'educazione dei più piccoli (come ho sempre creduto) lo vedremo dai miglioramenti (se, come spero, ci saranno) in questo campo. Quelle di un'agonista ai livelli dell'agguerrita bimba giapponese sono richieste di performance molto forti dal punto di vista psicologico, che possono spesso avere ripercussioni sulle sue scelte esistenziali future. Basta vedere lo stress che subiscono gli adolescenti nipponici dal punto di vista delle performance scolastiche e di altro tipo: http://www.stateofmind.it/2012/07/hikikomori/ Qualche contraddizione di quel sistema (lati positivi e negativi) emerge in questo piccolo articolo: http://www.in-formazione.net/la-scuola-in-giappone-istruzione-o-distruzione/ Un bravissimo atleta da piccolo non è detto che lo sia da adulto. Sarei curioso di rivederla tra 10/15 anni. Ciauzz!
« Risposta #110 inserita:: Settembre 14, 2015, 10:50:10 »
OT no di sicuro: questo era uno dei nodi del discorso. E grazie delle letture che hai postato. Non conosco più di tanto il sistema educativo giapponese. Ma - per restare sul frivolo - un indizio delle sollecitazioni a cui sono sottoposti i figli del Sol Levante lo si potrebbe trovare nel successo del romanzo --> fumetto --> film "Battle Royale" (a cui si è "ispirato" il più annacquato blockbuster "Hunger games"). L'originale giapponese rende il senso della competizione coatta, spietata e senza via d'uscita a cui sono sottoposte le giovani generazioni da quelle parti. Noi ne siamo ancora lontanissimi, ma temo che le tutele dell'ultimo mezzo secolo l'infanzia del futuro se le potrà tranquillamente scordare. Tornando al nostro microcosmo, fare un po' di kumite o di kata da circo è il minore dei mali, ma i sintomi negativi è meglio stroncarli alla nascita...
« Risposta #111 inserita:: Settembre 26, 2015, 03:48:27 »
Ohayou gozaimasu minna san Scrivo dall' aeroporto di Naha, Okinawa. Sto per andare a Tokyo per imbarcarmi per tornare in Italia. Quest anno ho avuto in Giappone 2 momenti importanti, il primo in ordine temporale è stato in Hokkaido, dovevo allenarmi ma per una forse incomprensione mi sono ritrovato in un collegiale di Dojo, si allenavano i bambini, dai 4 ai 9 anni circa. C'è n' erano una 40ina di tutti i gradi. Bhe, tutti, e dico tutti, tiravano come manovali, un grande spirito, in 3 ore (3 ore di allenamento coi bambini è già una cosa eccezionale) hanno fatto kizami, gyaku, in combinazione, anticipo, lavoro a trenino con i maestri (mi hanno coinvolto) che dicevano se era yuko o tore masen, e quando era nullo se la prendevano con loro stessi, rosicavano in modo positivo, ganbatte kudasai. Poi kumite libero all' enchosen, sempre a trenino chi faceva il punto rimaneva e chi no riandava nel trenino; kumite libero 1 minuto e alla fine minitorneo a squadre 1 min a incontro, e in un minuto tiravano di tutto, mai un C2 al limite pochissimi C1 da contatto ma col caschetto stavano in sicurezza. Alla fine cosa ho visto? Competenza nei tecnici, passione nei bambini che si divertivano, e rispetto da parte dei genitori, in silenzio durante la lezione e applaudivano alle tecniche dei ragazzi. A conferma che in Giappone è la normalità ma c'è anche un altra mentalità che a troppi italiani dentro e fuori dal Tatami manca.
La seconda.... niente, mi sono allenato con Sakumoto e la nazionale giapponese WKF, ma è un altra storia.
« Ultima modifica: Settembre 26, 2015, 16:10:06 da enchosen »
« Risposta #113 inserita:: Novembre 15, 2015, 20:44:16 »
Ciao !
I miei due bimbi ( 9 e 8 ) frequentano una palestra dove si insegna goju-ryu. I bimbi imparano le tecniche adatte all'età e nei kumitè il maestro chiede loro semplicemente di provare ad applicare ciò che si è fatto. Alla fine dell'allenamento quando chiedo se si sono divertiti la risposta è sempre : " molto ! " Questo basta e avanza.
P.S. : quando fanno kata si divertono , a sentir loro , molto meno !