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| | |-+  Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
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Autore Discussione: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson  (Letto 2465 volte)
Gbr
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Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« inserita:: Febbraio 26, 2016, 20:24:43 »

Cosa ne pensate di questi concetti. No chi sao eh  Grin

https://www.youtube.com/watch?v=0LgKtpZO6eA
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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #1 inserita:: Febbraio 26, 2016, 21:32:10 »

Primo ! Grin
Ok scherzi a parte, io continuo a non inquadrare il voler star a piedi pari. Non mi viene in mente una soluzione peggiore visto che si perde su tutto il fronte e si guadagna pressochè nulla.
Poi vabbè solito discorso, avversario che si muove solo in linea e per giunta solo di step in..
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Maurizio monteverde 62
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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #2 inserita:: Febbraio 27, 2016, 00:48:50 »

Vedo persone che si muovono on maniera innaturale,tutto sempre cosi pulito..lineare...irreale
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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #3 inserita:: Febbraio 27, 2016, 01:40:12 »

Cosa ne pensate di questi concetti. No chi sao eh  Grin

https://www.youtube.com/watch?v=0LgKtpZO6eA


Penso che ci sia un problema di fondo in questa come in dimostrazioni simili:
Nel wing chun si parla sempre di struttura, di usare il corpo ecc.
Ma poi si ragiona sempre contro attacchi "di braccia", con avversari che avanzano un passo alla volta ecc.
Ma anche gli altri "usano il corpo".
Per questo mi perplimo ogni volta, perché se anche ti entra un'intercettazione sull'attacco, struttura o non struttura l'avversario te lo ritrovi addosso perché carica. E per questo parlo sempre di clinch e di lotta come anche dell'impossibilità di mantenere quella famosa distanza del wing chun. Non so se rendo l'idea.
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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #4 inserita:: Febbraio 27, 2016, 02:56:38 »

Gli scenari sono asettici privi di quella" cattiveria "che metterebbe on difficolta il praticante e lo aiuterebbe ad

Avvicinarsi ad piu credibile realta.
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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #5 inserita:: Febbraio 27, 2016, 19:48:05 »

Penso che ci sia un problema di fondo in questa come in dimostrazioni simili:
Nel wing chun si parla sempre di struttura, di usare il corpo ecc.
Ma poi si ragiona sempre contro attacchi "di braccia", con avversari che avanzano un passo alla volta ecc.
Ma anche gli altri "usano il corpo".
Per questo mi perplimo ogni volta, perché se anche ti entra un'intercettazione sull'attacco, struttura o non struttura l'avversario te lo ritrovi addosso perché carica. E per questo parlo sempre di clinch e di lotta come anche dell'impossibilità di mantenere quella famosa distanza del wing chun. Non so se rendo l'idea.

La rendi benone, almeno a me, che condivido tutti questi "dubbi" (diciamo così).
Aggiungo anche un'estrema, per me, schematizzazione e rigidità nell'applicare solo certe meccaniche e non altre (e sempre quelle).
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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #6 inserita:: Febbraio 28, 2016, 14:35:20 »




Lo stare "squadrati" rispetto all'avversario nella media e corta distanza è patrimonio comune a tutte le arti marziali e discipline da combattimento del mondo (per ragioni tanto ovvie che non credo ci sia bisogno di ribadirle) e Peterson fa una buona sintesi di come questo si sfrutti nell'ottica tattica del VT.

Si potrebbero aggiungere alcuni dettagli, ma le idee chiave ci sono tutte.

Grazie

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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #7 inserita:: Febbraio 28, 2016, 17:52:49 »

Le obiezioni sono tutte valide lo capisco, però non confondiamo una parte con il tutto, sennò non si commenta quello che si vede ma quello che si crede sia il tutto. Non credo che per far vedere una tecnica o un concetto sia necessario spaccarsi la faccia con attacchi a tutta forza, per il discorso lotta se estrapoliamo qualche idea penso che il facing possa essere funzionale pure a quello.
Alla fine qui Peterson esprime tre concetti mi pare, ovvero che rimanendo frontali:
- si offre un solo bersaglio all'avversario maggiormente difendibile mentre se sei di lato i bersagli sono tre (questa idea devo dire mi lascia perplesso),
- si ha maggiore struttura,
- si può combattere con due mani che si coordinano.
È vero che si perde in mobilità, però nessuno mi vieta di essere più defilato a distanza e maggiormente squadrato più vicino. Alla fin fine non si parla neppure per forza solo di wing chun, ma di una posizione, guardia che ha un suo senso. L'ho postato proprio perché mi sembrava un video che di base potesse essere condivisibile, se però già a leggere wing chun emergono le solite critiche (che io tengo in grande considerazione e sulle quali personalmente ragiono), penso che ci sia un po' di pregiudizio.
Un'altra cosa che volevo dire è che non si vedono più praticanti di wing chun sul forum (a parte Epaminondas) mi interessava anche l'idea di qualche praticante proveniente da altri lineages. Ciao
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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #8 inserita:: Febbraio 28, 2016, 19:51:52 »

...
Alla fine qui Peterson esprime tre concetti mi pare, ovvero che rimanendo frontali:
- si offre un solo bersaglio all'avversario maggiormente difendibile mentre se sei di lato i bersagli sono tre (questa idea devo dire mi lascia perplesso),

Diciamo che è più comprensibile se si dice che è più difficile essere aggirati o sbilanciati dall'avversario (o dalle nostre stesse tecniche) offrendo i lati del corpo o la schiena . Di contro si offre un bersaglio frontale maggiore, ma si può avere maggiore frequenza delle azioni, footwork più dinamico sugli spostamenti laterali e gli altri vantaggi citati nel video

Citazione
- si ha maggiore struttura,

ineccepibile.


Citazione
- si può combattere con due mani che si coordinano.

Che è uno dei motivi per il quale "più si accorcia la distanza dall'avverario più la posizione diventa frontale" (cit.) insieme al discorso stabilità/struttura, frequenza delle azioni, copertura, non farsi aggirare, ecc..

Citazione
È vero che si perde in mobilità,...

Perché? I piedi e le gambe sono nella stessa posizione di quando sei defilato, è solo il busto più frontale (come dimostra Peterson nel video)

Citazione
..però nessuno mi vieta di essere più defilato a distanza e maggiormente squadrato più vicino.

milioni di pugili di ogni epoca sono d'accordo con te

Citazione
Alla fin fine non si parla neppure per forza solo di wing chun, ma di una posizione, guardia che ha un suo senso.

Direi di concetti "base-base" usati in qualsiasi disciplina di striking, grappling e misto variegato, pensa un po'...

 .
Citazione
..Un'altra cosa che volevo dire è che non si vedono più praticanti di wing chun sul forum (a parte Epaminondas) ..

A mezzo servizio e non so per quanto ancora ... ^_^

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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #9 inserita:: Febbraio 28, 2016, 19:54:46 »

Cosa ne pensate di questi concetti. No chi sao eh  Grin

https://www.youtube.com/watch?v=0LgKtpZO6eA



allego quest'altro video WSL VT DP... buona visione


https://www.facebook.com/morten.ibsen.7/videos/10153746667937836/
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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #10 inserita:: Febbraio 28, 2016, 19:56:32 »

No aspetta, a me che legga wing chun o jkd o altro non interessa, se mi piace apprezzo, se ci trovo dei difetti o delle incongruenze lo dico.  Anche (e soprattutto) se leggo kali eh!
Il discorso "per far vedere una tecnica non c'è bisogno di fare attacchi a tutta forza" è ok, il punto è che se esegui tecniche su attacchi non realistici puoi far funzionare qualsiasi cosa.
Il punto che dicevo io non era la forza, era il peso e lo spostamento del corpo.
Ripeto: si parla di struttura nel wing chun.
Ma pensa a un pugile: pensi che tiri pugni senza considerare talloni, rotazioni, spinte in tutto il resto del corpo? No.
E per strada chi ti tira un pugno non lo fa staticamente ma ti si butta addosso. Ecco in questo senso dicevo, non volevo dire di tirarsi pugni per ammazzarsi, ma solo di metterci "il giusto coinvolgimento del corpo".
Anche x avere un riscontro sulle reazioni piu realistico (ad esempio io schivo/defletto/dissolvo quel che l'è e me lo ritrovo a 1cm dal collo)
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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #11 inserita:: Febbraio 28, 2016, 20:10:47 »

Al minuto 4:00 Peterson dice qualcosa a proposito di come il principio del "facing" vale anche nel caso l'avversario faccia un'azione "che mi obbliga a muovermi" arrivando con " un'azione con tutto il corpo" alla quale lui reagisce "cadendo leggermente all'indietro" ma assicurandosi di essere nella condizione di "facing" da posizione laterale rispetto all'avversario (lui con entrambe le braccia in range, l'altro che deve fare più strada e in una posizione sfavorevole).

Ho solo riportato quello che mostra il video a tal proposito, poi le applicazioni e le varianti possono essere moltissime.
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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #12 inserita:: Febbraio 28, 2016, 20:13:04 »


allego quest'altro video WSL VT DP... buona visione


https://www.facebook.com/morten.ibsen.7/videos/10153746667937836/

video non disponibile...  Tongue
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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #13 inserita:: Febbraio 28, 2016, 20:30:20 »

video non disponibile...  Tongue

mi dispiace allora bisogna essere amici  Embarrassed  è molto bello
« Ultima modifica: Febbraio 28, 2016, 20:33:07 da RS4 » Registrato

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Re: Il facing nel wing chun spiegato da David Peterson
« Risposta #14 inserita:: Febbraio 28, 2016, 20:34:56 »

mi dispiace allora bisogna essere amici  Embarrassed  è molto bello
Se non sbaglio dovrebbe essere questo:
https://m.youtube.com/watch?v=YizZEXMbchM
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