« Risposta #30 inserita:: Marzo 31, 2014, 04:11:12 »
Ciao a tutti, voglio riportare in alto questo topic di bruno abietti per porvi alcune domande sul libro 'kuji-kiri', da come ho letto molti di voi sono diffidenti da questo personaggio oltretutto anche in maniera ironica, vorrei chiedervi la storia che lui racconta nel libro sul suo maestro, la spada ecc. è reale?
« Risposta #31 inserita:: Aprile 04, 2014, 09:10:56 »
Naturalmente no. Ma che importa? (il paragone che mi scappa potrebbe venir considerato blasfemo): Bruno è tutt0ora un affascinante affabulatore dotato al punto di ottenere dei risultati da quello che scrive, ed il fatto che la realtà storica venga spesso sovvertita ( in genere dal vincitore) dovrebbe essere chiaro a tutti
è un mondo difficile, vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto
cerco di risponderti in modo puntuale. ci sono due ordini di problemi: le narrazioni sulla storia del kuji-kiri e le narrazioni aneddotiche sulla scuola e sul presunto insegnamento di queste pratiche.
1) quanto alla storia del kuji-kiri, se non ricordo male in quel libro non se ne vede traccia. c'è invece un mix, diciamo accattivante, a base di elementi leggendari in relazione scarsa o nulla con il soggetto. per esempio l'esistenza in giappone di una tradizione a base di mantra e mudrā (associati a pratiche religiose molto articolate e diffuse) non dice praticamente nulla del kuji-kiri, che va collocato in un ambito molto particolare e nativo. il fatto che le pratiche religiose di cui sopra risalgano all'india (come il buddhismo in generale) porta il discorso completamente alla deriva, con speculazioni varie sul numero nove ecc. con cui naturalmente si potrebbero riempire molte più pagine senza cavare un ragno dal buco. nella realtà il kuji-kiri è una tradizione magica elaborata in giappone sulla base di elementi di origine cinese, documentati in testi militareschi e di matrice taoista. questa storia è relativamente nota e ben documentata, in ogni caso di per sé non misteriosa, almeno non nel senso che alcuni amatori (o l'autore) sembravano immaginarsi un tempo.
2) quanto agli episodi strabilianti che arricchiscono quel libro, devo astenermi da affermazioni categoriche su esperienze che l'autore può aver fatto realmente in asia o a torino, sia in forma corporea che in proiezione astrale (possibilità quest'ultima suggerita da alcune misteriose incongruenze). ma, ironia a parte, è davvero possibile accettare che alcuni degli aneddoti riflettano episodi a cui l'autore ha attribuito soggettivamente un valore esemplare. anche così, tuttavia, rimangono molti interrogativi più che legittimi; per esempio, quale scuola trasmetterebbe ad un suo allievo nozioni così sospette e distanti dalla pratica del kuji-kiri vivente, non certo inaccessibile? quale autentico maestro - o perlomeno in buona fede - coinvolgerebbe un allievo avanzato in attività del genere o darebbe del proprio curriculum una descrizione così poco plausibile? verrebbe quasi da pensare ad un plagio consumatosi ai danni dell'autore, ma la realtà è molto più semplice. quel libro risale ad un epoca in cui egli era ottimamente integrato e di gran lunga il più esperto di cose giapponesi in quella scuola la quale, da parte sua, si è giovata per lungo tempo della pubblicità fornita dalla fortunata serie di libri. per anni questa scuola ha ritenuto accettabile, se non giustificata da più alti fini, una pubblicistica a base di misteri, di investiture da film yakuza, documenti rari attestanti discendenze da yamabushi del tal posto e via discorrendo, contando evidentemente sulla scarsa dimestichezza del pubblico locale (e nazionale) con queste materie arcane. questo andazzo ha subito una svolta solo in seguito, ma per gradi e non senza qualche intoppo.