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Ultimo utente: Aktarusq79
Salve a tutti. Sono un ex praticante che poi è passato alla sala pesi e al powerlifting, ma che ha continuato a nutrire interesse verso le AMT, la loro filosofia e la loro storia.
Ho notato che è abbastanza comune richiedere, durante gli esami per i kyu o il primo dan, un certo numero di ripetizioni nei classici esercizi base a corpo libero. Sia nel karate (specie kyokushinkai) che nel taekwondo, l'esaminatore di turno pretende che i candidati eseguano 50-100 push-ups e via dicendo. La cosa che trovo assurda, è vedere ragazzini di 12 anni prodursi in movimenti che definire parziali è un eufemismo e contorcersi scompostamente per soddisfare le pretese della commissione. Ciò avrà poi una ripercussione (negativa) anche sulle tecniche che si andranno ad eseguire e mi chiedo a cosa dovrebbe servire tutto questo se non a dimostrare una notevole forza di volontà e "stamina".
Anche osservando video in rete, ho faticato molto a trovare un candidato in grado di eseguire 50 piegamenti con ottima forma (piedi uniti, petto che tocca il pavimento/tatami e distensione completa delle braccia)... allora perché richiedere 100 piegamenti a praticanti in grado di eseguirne forse 20 come si deve?
Perché una disciplina come il karate, nata per risolvere velocemente uno scontro (nelle intenzioni originarie), dovrebbe fossilizzarsi sulla resistenza al lattato e trascurare quasi totalmente la forza massimale? Mi rendo conto che il paradosso descritto in precedenza non è comune a tutti i dojo, ma reputo comunque l'argomento degno di essere affrontato da un punto di vista tecnico
Salve a tutti. Sono un ex praticante che poi è passato alla sala pesi e al powerlifting, ma che ha continuato a nutrire interesse verso le AMT, la loro filosofia e la loro storia.
Ho notato che è abbastanza comune richiedere, durante gli esami per i kyu o il primo dan, un certo numero di ripetizioni nei classici esercizi base a corpo libero. Sia nel karate (specie kyokushinkai) che nel taekwondo, l'esaminatore di turno pretende che i candidati eseguano 50-100 push-ups e via dicendo. La cosa che trovo assurda, è vedere ragazzini di 12 anni prodursi in movimenti che definire parziali è un eufemismo e contorcersi scompostamente per soddisfare le pretese della commissione. Ciò avrà poi una ripercussione (negativa) anche sulle tecniche che si andranno ad eseguire e mi chiedo a cosa dovrebbe servire tutto questo se non a dimostrare una notevole forza di volontà e "stamina".
Anche osservando video in rete, ho faticato molto a trovare un candidato in grado di eseguire 50 piegamenti con ottima forma (piedi uniti, petto che tocca il pavimento/tatami e distensione completa delle braccia)... allora perché richiedere 100 piegamenti a praticanti in grado di eseguirne forse 20 come si deve?
Perché una disciplina come il karate, nata per risolvere velocemente uno scontro (nelle intenzioni originarie), dovrebbe fossilizzarsi sulla resistenza al lattato e trascurare quasi totalmente la forza massimale? Mi rendo conto che il paradosso descritto in precedenza non è comune a tutti i dojo, ma reputo comunque l'argomento degno di essere affrontato da un punto di vista tecnico
Gli scopi originari del karate ormai è davvero difficile che vengano seguiti in qualche palestra almeno in Italia, io a Roma ho visto solo qualche scuola di goju ryu della iogkf che insegna in un'ottica "anche" di autodifesa, tra l'altro con molti limiti a livello di programma, organizzazione degli allenamenti, metodiche etc ( a mio modesto avviso...), e so che chi è stato ad okinawa ha visto e fatto allenamenti di tutt'altro tenore... per il resto il karate in Italia è visto semplicemente come uno sport, che sia no contact o full contact, ed in quest'ottica probabilmente mi viene da pensare che si richiedano queste "performance" perché si ritiene che un buon karateka sportivo dovrebbe avere una buona forma fisica... penso... onestamente mi sembra una cosa del tutto priva di senso fatta in quel modo... e tra l'altro a seconda dello stile, il fisico di molte cinture nere pluridan lascerebbe supporre che non sia comunque un esercizio fondamentale per il passaggio di grado... per quello che ho visto io in passato e che mi capita di vedere ancora oggi quando passo a trovare amici che hanno proseguito nello studio del karate il discorso preparazione atletica è veramente materia oscura nei dojo....
non presente alle olimpiadi ma riconosciuto dal Coni il massimo della vita
guarda a me del karate sport non frega proprio una mazza... il point karate è una aberrazione col no contact di oggi, massimo rispetto per il full contact tipo kyokushin ma proprio non mi interessa... comunque sia non credo sia l'unica disciplina sportiva non presente alle olimpiadi... ormai vogliono buttare fuori pure la lotta figurati....
il problema semmai più che il riconoscimento olimpico è la serietà e la preparazione di chi dovrebbe occuparsi della preparazione atletica, soprattutto quando si tratta di ragazzini, e non sa proprio da dove cominciare....
« Risposta #5 inserita:: Settembre 24, 2014, 11:21:52 »
Citazione
Anche osservando video in rete, ho faticato molto a trovare un candidato in grado di eseguire 50 piegamenti con ottima forma (piedi uniti, petto che tocca il pavimento/tatami e distensione completa delle braccia)... allora perché richiedere 100 piegamenti a praticanti in grado di eseguirne forse 20 come si deve?
Perché una disciplina come il karate, nata per risolvere velocemente uno scontro (nelle intenzioni originarie), dovrebbe fossilizzarsi sulla resistenza al lattato e trascurare quasi totalmente la forza massimale?
Fai, imho, un paio di assunzioni di base fallaci. In primis difficilmente troverai insegnanti che siano consci di che cosa sia il lattato, di quale sistema energetico sia dietro le attività svolte e come questi vadano allenati. Sono aimè propenso a credere che fare dieci piegamenti o venti sia interpretato come una "differenza di forza". Il problema non è per altro proprio del karate quando di una piuttosto larga ed eterogenea fetta di discipline. Per il discorso esecuzione corretta, piò o meno medesimo discorso. Poi se si vuole si potrebbe estendere il discorso alla formazione motoria, alla differenziazione dei ruoli degli insegnanti e quant'altro ma sarebbe fiato sprecato. Difficile attendersi che chi, dopo anni, continua imperterrito a utilizzare il termine "flessioni" ci sia un' attenzione all' esecuzione motoriamente e meccanicamente corretta del gesto, sia esso un esercizio o gesto tecnico proprio della disciplina.
... allora perché richiedere 100 piegamenti a praticanti in grado di eseguirne forse 20 come si deve?
Perché una disciplina come il karate, nata per risolvere velocemente uno scontro (nelle intenzioni originarie), dovrebbe fossilizzarsi sulla resistenza al lattato e trascurare quasi totalmente la forza massimale?
Il problema di fondo è l'ignoranza; ignoranza molto più evidente nelle cosidette arti marziali tradizionali che negli sport da combattimento, ma presente anche lì a causa di istruttori improvvisati. Spesso si fanno determinate cose (senza senso) perché si sono sempre fatte, perché il maestrone con la panza e la cintura scolorita dice che funziona così e per via del fatto che in certe discipline contestare il proprio istruttore o pensare con la propria testa sono cose viste male. Parlo per esperienza, sia chiaro e non nego che ci possano essere molte eccezioni. Se non altro lo spero!
PS: conoscere le intenzioni originarie del karate non è facile, visto che nei pochi libri esistenti di certezze ce ne sono poche e l'idea che questa disciplina sia nata, come dici tu, per "risolvere velocemente uno scontro", non è sempre condivisa da tutti e, se anche fosse così, raggiungere un simile scopo oggi, almeno in Italia, sarebbe davvero complicato.
« Risposta #7 inserita:: Settembre 24, 2014, 12:45:40 »
francamente in ottica tradizione, il raggiungere tali obbiettivi in base alla cintura, sono un modo per temprare la volontà e la determinazione, più che per il vantaggio di Fitness(efficenza)raggiunto,
francamente in ottica tradizione, il raggiungere tali obbiettivi in base alla cintura, sono un modo per temprare la volontà e la determinazione, più che per il vantaggio di Fitness(efficenza)raggiunto,
Si, ma poi bisogna vedere se si tempra veramente qualcosa o si perde solo tempo!
« Risposta #9 inserita:: Settembre 24, 2014, 18:18:25 »
Grazie a tutti per le risposte. A dire la verità, non mi aspettavo un'autocritica così sincera e razionale sulla preparazione atletica in molte AMT (non solo karate). Mi è capitato di leggere un recente paper in cui si prendevano in esame una quindicina di atleti di livello internazionale e li si faceva confrontare in incontri di kumite. Poi venivano analizzati i relativi valori di forza massimale in panca e squat (oltre ad altri parametri che non ricordo): il livello era davvero basso, qualcosa come 70-76 di panca massimale e uno squat sui 120 kg (peso medio degli atleti 70-80 kg ed età media 28-29 anni). Questo ci può stare in ottica point karate (che personalmente non amo, pur essendo stato da ragazzo un agonista), ma mi stupisce quando viene riproposto in stili a contatto pieno. Lo hundred-man kumite del kyokushin (o 10, 15, 20... a seconda dell'esame in questione) mi ha sempre lasciato perplesso... è senza dubbio una prova impressionante e alla portata di pochi eletti, ma la trovo un po' un controsenso. Sorvolando sulla forza di volontà, capacità di incassare e resistenza fisica, rimane uno sforzo qualitativamente povero. Se un campione di pugilato (professionistico) non disputa più di 12 round per il titolo mondiale (in passato erano 15, ma si pensò fossero troppi), perché imporre 20-40 combattimenti anche per prendere lo shodan?
Sull'efficacia del karate nell'autodifesa, penso che possiamo essere più o meno tutti d'accordo... qualche stile, ad esempio il Wado, può contemplare basilari leve e poco altro, giusto per riempire le pause delle lezioni, ma grappling e co. dubito che vengano allenati nel dojo. Per come l'ho sempre intesa io, il karate dovrebbe essere un'AMT rocciosa e potente, che mira ad abbattere chi ci minaccia cercando di evitare una colluttazione prolungata, sanguinosa e poco onorevole. La potenza, per definizione, dovrebbe essere data da forza*velocità. La velocità è sicuramente ben rappresentata/allenata in questa disciplina, ma la potenza? Privilegiare esercizi di resistenza pura o maratone come gli esami del kyokushin (da 4 ore e più), non mi pare una scelta in linea con l'idea di ricercare la qualità e l'efficacia nel colpo, mantenendo una buona estetica.
Anche andare agli stage e trovarsi il maestrone di turno con gli occhi a mandorla che tiene per 30 minuti lo Shiko-dachi e fa tirare 1000 gyaku-tsuki di fila, non mi sembra un buon modo per perfezionare il gesto tecnico. Il fondamentale andrebbe allenato spesso, ma senza far scadere la tecnica; nel powerlifting ci si allena solitamente fino al cedimento tecnico. Quando la forma scade, anche se sarei in grado di eseguire altre ripetizioni concentriche, l'esercizio si interrompe. Penso che i principi del metodo coniugato (Westside Barbell o altri) possano ben sposarsi con karate e TKW, a patto di dedicare ad essi almeno due sedute settimanali (meglio tre). Fatto sta che di praticanti che li hanno provati non ne conosco praticamente nessuno
« Ultima modifica: Settembre 24, 2014, 18:23:03 da krt »
« Risposta #10 inserita:: Settembre 24, 2014, 18:29:39 »
ho-ho-ho.... grazie di essere da queste parti, qualche sezione piu' sotto abbiamo gente che propone corsi di difesa SENZA USARE LA FORZA fisica... se ti stupisci del karate vai a vedere le sezioni taiji e wing chun xD
ho-ho-ho.... grazie di essere da queste parti, qualche sezione piu' sotto abbiamo gente che propone corsi di difesa SENZA USARE LA FORZA fisica... se ti stupisci del karate vai a vedere le sezioni taiji e wing chun xD
Ok, appena posso darò un'occhiata. Per contro, ho letto di un powerifter di alto livello che è passato ad MMA, quasi senza preparazione specifica. Ha perso 20 kg (da 90 a 70) ed ha vinto il primo incontro contro un lottatore più esperto unicamente grazie alla sua forza (uscendo con facilità, a suo dire, da posizioni di netto svantaggio a terra).
Il problema è che non è facile essere certi di evitare che l'avversario riesca ad afferrarci e che un pugno dato da uno che solleva due volte il peso corporeo nella panca fa comunque più male di chi a malapena ha la metà della sua forza. Ok le difficoltà di dover tradurre quell'abilità nel gesto specifico e che i tempi di applicazione della forza sono ridotti, ma in genere è così... specie se non ci sono nemmeno categorie di peso (come nella difesa personale). A 22 anni scarsi staccavo tre volte il mio peso (80 kg)... anche senza tecnica, afferrando un avversario alle gambe, non mi sarebbe stato difficile ribaltarlo e guadagnarmi una posizione vantaggiosa... la tecnica fa la differenza quando le condizioni di partenza sono simili. Altrimenti, perché nel judo o nella lotta si ammazzerebbero di trazioni zavorrate e deadlift?
« Ultima modifica: Settembre 24, 2014, 19:02:09 da krt »
Guarda, genericamente pensare di fare a meno della tecnica e' sensato quanto pensare di fare a meno del fisico
Verissimo. Infatti la cosa migliore sarebbe di cercare una sorta di compromesso ottimale. Tieni però conto che le differenze di forza sono maggiori che quelle, ad esempio, nella velocità di esecuzione. Essendo molto facile progredire in forza massimale, mi sembra limitativo trascurarla e preferire quella resistente, magari in range sballati (vedi i 100 piegamenti o gli altri requisiti dei programmi del kyokushin: http://www.kyokushinwla.com/index.php?option=com_content&view=article&id=9&Itemid=39&lang=en ).
Quando uno allena molto un'abilità, i miglioramenti tenderanno progressivamente a divenire infinitesimali. Se ci sono abilità che hanno transfer e che non sono state quasi toccate, avrebbe (IMHO) più senso curare quelle per migliorare il risultato globale. Sarebbe come intestardirsi a palleggiare per migliorare nel calcio senza pensare affatto a correre più velocemente.
Verissimo. Infatti la cosa migliore sarebbe di cercare una sorta di compromesso ottimale. Tieni però conto che le differenze di forza sono maggiori che quelle, ad esempio, nella velocità di esecuzione. Essendo molto facile progredire in forza massimale, mi sembra limitativo trascurarla e preferire quella resistente, magari in range sballati (vedi i 100 piegamenti o gli altri requisiti dei programmi del kyokushin: http://www.kyokushinwla.com/index.php?option=com_content&view=article&id=9&Itemid=39&lang=en ).
Quando uno allena molto un'abilità, i miglioramenti tenderanno progressivamente a divenire infinitesimali. Se ci sono abilità che hanno transfer e che non sono state quasi toccate, avrebbe (IMHO) più senso curare quelle per migliorare il risultato globale. Sarebbe come intestardirsi a palleggiare per migliorare nel calcio senza pensare affatto a correre più velocemente.